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Tra i Monti Tiburtini e Prenestini sulle orme di Papa Wojtyla
di Paolo Reali, 09/05/2015

I segni della fatica sono evidenti ma la gioia di arrivare in fondo supera ogni cosa

I segni della fatica sono evidenti ma la gioia di arrivare in fondo supera ogni cosa

Il 2 Maggio 2015 con grande dedizione e professionalità dettate da una competenza che viene da lontano per avere organizzato numerosi eventi, Serena e Massimiliano insieme a tutto il loro staff hanno dato vita ad un ad Ultratrail con partenza da Tivoli, città di origini antichissime. Palcoscenico naturale della splendida manifestazione sono stati i Monti Tiburtini e i Monti Prenestini.

Il contesto storico offerto dalla vecchia fortezza di Tivoli, la Rocca Pia, le Scuderie Estensi e il grande Anfiteatro di Bleso ha rappresentato il proscenio per i partenti che, dopo un zigzagare nel centro storico hanno avuto modo di ammirare quella grandiosa e scenografica struttura rinascimentale, contaminazione sublime di arte e natura senza tempo che è Villa d’Este, capolavoro voluto dal Cardinale Ippolito II d'Este.
Da qui in poi non si scherza: inoltratisi nel bosco, inizia un single track in salita che lambendo ampi prati verdissimi disseminati di mucche con i loro vitelli appena partoriti, conduce la mandria del trail su in cresta percorrendo la quale, si arriverebbe al paese più alto del Lazio, Guadagnolo (cuatampiolo in dialetto tiburtino) e in cima al Monte omonimo.



Ma non e così perché da qui dopo aver ammirato i due versanti del costone, ci si butta a capofitto verso il Santuario della Mentorella costruito nel 594 d.c. su uno sperone di roccia a strapiombo sulla Valle del Giovenzano, meta mondiale di pellegrinaggi è tra i più antichi d’Europa.
Ivi venne a far visita e celebrare la Santa Messa, nel 1978, Papa Giovanni Paolo II ed è in suo onore che il sentiero, da Pisoniano a Guadagnolo, si chiama, appunto, sentiero Karol Wotjyla, da percorrere al contrario in discesa immersi in un bosco di alberi di cerro. Il luogo è a dir poco incantevole si estende ivi, un fitto sottobosco costituito da carpini orientali o anche da rari esemplari di quercus crenata o cerro-sughera, un ibrido tra quercia da sughero e cerro; una quercia semi-sempreverde, le cui foglie coriacee, persistono durante l'inverno e si rinnovano all'inizio della primavera. Accompagna la discesa un torrentello che superando grossi massi dà vita a delle deliziose cascatelle.Lasciando il sentiero ci si imbatte in una statua dedicata al Santo Padre, si attraversa con il naso all’insu il paese di Pisoniano posto alle falde del monte Guadagnolo, ai piedi del Santuario della Mentorella, il suo panorama rallegra la vista e l’animo.

La strada si inerpica tra case rurali per poi giungere all’agognato ristoro ricco di dolci fatti in casa il tempo di respirare in leggera discesa per poi, lasciata la strada asfaltata inerpicarsi di nuovo verso una cima attraversando uno dei punti piu’ aspri dell'intero percorso anche perché incombe il caldo; una lunga ascesa erta nel bosco prima e tra roccioni e rovi dopo per raggiungere il paese non prima però di aver effettuato un breve tratto "alpinistico".
Tivoli e’ ancora lontana e il pensiero di non farcela è costante, si procede percorrendo il primo tratto effettuato in partenza le gambe non vogliono più saperne per fortuna, la presenza e i racconti di Massimo e Vincenzo distraggono un po' dalle fatiche. Si passa accanto al paese di San Gregorio da Sassola e finalmente ecco Tivoli dove Serena attende sino all’ultimo guerriero che si onorera’ del titolo di Mandriano cappello compreso. Il corpo è stanco, l’animo riposato. La gara è stata dura per il fisico ma salutare per lo spirito e ciò fa dimenticare la fatica e incoraggia a farne altre.
E’ buio ma nel cielo delle Ultratrail italiane è sorta una nuova stella. Spetta a Serena, Massimiliano e a tutti noi mantenerne vivida la fiamma.


Il nostro Orange Paolo lungo il percorso del Mandriano

Il nostro Orange Paolo lungo il percorso del Mandriano



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