La (dura) legge della resilienza di Dario Vaccaro, 20/03/2016
Il primo traguardo stagionale quest'anno coincide con la partecipazione ai campionati italiani di Duathlon. “Niente male - penso mentre faccio l'iscrizione on line - per uno che, esattamente nel marzo di tre anni fa faceva il suo esordio da "absolute beginner" a Formello!
Smaltite le fatiche per preparare e correre la prima maratona (sempre a Firenze!), che mi ha lasciato strascichi nelle gambe e soprattutto nella testa per i troppi estenuanti allenamenti, da metà dicembre decido di dedicarmi nuovamente alle distanze brevi.
I mesi scorrono veloci e, in un attimo, si arriva all'esordio stagionale nel Duathlon di Carnevale che, ahimè, non ha proprio nulla di divertente e festoso...la gara è resa pericolosa dalla pioggia che cade incessante e faticosa dai continui saliscendi e cambi di ritmo. Purtroppo un’atleta Orange, Carlo Vinucci, cadendo in una curva viscida di pioggia si frattura il femore. A lui vanno i migliori in bocca al lupo e auguri per un pronto e pieno recupero!
La Settimana successiva si replica con il Duathlon di Ostia. Un bel tracciato, il sole e il tepore di una giornata primaverile rendono finalmente piacevole la giornata. A dominare sono i giovani leoni della Minerva Roma che insieme a Giulio Pugliese del Torrino Triathlon e De Palma dettano i ritmi di una gara veloce e tiratissima. Un grandioso Rogerio Dos Santos conclude 7 assoluto e "primo degli umani" dietro ai fuoriclasse che, una settimana più tardi, saranno tutti schierati ai campionati Italiani
La mia gara va benino e malgrado l'ultima frazione di corsa mi abbia lasciato con le gambe di legno e la lingua penzoloni, comincio a percepire i progressi e i miglioramenti fatti... ho imparato a mie spese che il Duathlon (ma in generale il triathlon) non regala nulla: si corre al cardiopalmo e a 3:40 al km sembra di stare fermi tanti sono gli atleti che mi superano...
Eccoci finalmente. Il Big Day è arrivato. A partecipare in questo esordio sul grande palcoscenico siamo pochini: oltre a me si sono iscritti Rogeiro e la Leonessa Alessandra Lippa che con il suo compagno partono la sera prima per raggiungere Firenze con maggiore calma.
Io in compagnia di Rogeiro, decidiamo di salire il giorno stesso della gara. La sveglia alle 5 non è il massimo ma il tempo ci premia con una giornata favolosa...le ore che ci dividono da Firenze trascorrono tranquille e la conversazione serve a stemperare la tensione che, è inutile nasconderlo, si fa sentire. Puntuali alle 9 arriviamo al Parco delle Cascine. Da quel momento il tempo vola, frenetico: ritiro dei pettorali, vestizione, veloce sopralluogo in bici, un rapido saluto ad Alessandra che correrà da lì a poco e, in un attimo, sono le 11 tempo limite per posizionare bici e materiale in zona cambio. E che zona cambio!!! Oltre 1000 bici (e che bici!!!) riempie un piazzale enorme che, personalmente, ho visto solo al Challenge Rimini!
30 minuti dopo parte la gara delle donne: quasi 220 atlete un record assoluto! Ci sono le più forti e vederle correre da vicino con il cuore in gola ed il fiatone fa un certo effetto! Alessandra fa, come sempre, la sua splendida gara e malgrado un’agguerrita e nutrita presenza di atlete anche nella sua categoria, lotta e non arretra di un metro malgrado un forte dolore alla pianta di un piede! Grande Ale! Cuore, testa e coraggio!
Ora tocca a noi...comincio il riscaldamento ed insieme a me altre centinaia di atleti fanno lo stesso chi corre, chi fa allunghi chi stretching (rigorosamente dinamico!!!) un caleidoscopio di body colorati, di accenti di tutte le regioni, di grida, di risate si mischia e si confonde in un grande rimbombo.
Sono teso…sento la gara e in cuor mio spero di far bene vorrei fare il tempo che da un po’ mi frulla in testa e alcuni test fatti durante gli allenamenti sembrano darmi ragione.
La speaker invita tutti ad avvicinarsi comincia la spunta e l'ingresso nelle rispettive griglie. I precedenti Duathlon mi hanno garantito un buon pettorale e riesco a partire proprio dietro ai "big". Si vede che c'è gente forte e competitiva in numero molto maggiore di quello che solitamente trovo nelle gare Regionali.
I minuti passano cerco di concentrarmi. Poi, un attimo di silenzio e…bang! si parte! subito a tutta! mi dico di stare calmo, mantenere il passo ma la marea mi travolge...un occhio al GPS: l’andatura scende rapidamente e si fa sempre più veloce...3:45, 3:40, 3.35...davanti vedo sfilare via Rogeiro che allunga e scompare alla vista... primo km. 3:47 il cuore è a mille...ho rallentato...cerco di regolarizzare il respiro…forse la maglia aderente che indosso non va bene...mi sembra mi manchi l'aria...altre decine di atleti mi sorpassano...
Secondo km 3.51...sono in affanno le pulsazioni sono salite troppo...l'acido lattico inizia a farsi sentire...sento un certo scoramento pervadermi...non era così che avevo immaginato dovesse andare…3 Km in 3:56 non ci siamo…inizio ad innervosirmi. Ora riprendo quello davanti...devo andare a riprenderlo! 4 km 4:10! ahia! snocciolo parolacce a denti stretti...o cambio passo ora o il tempo che avevo sognato...accelero, chiudo il 5 km 3.55 ma la prima frazione run non è ancora finita! Altri 200 interminabili metri prima di entrare in zona cambio! sembriamo una mandria di bufali! arrivo alla mia posizione, cerco di prendere fiato mentre mi tolgo le scarpe e infilo il casco…il cuore che urla. Intorno altre persone sganciano le proprie bici e corrono verso l'uscita qualcuno si urta, mi accorgo che gli elastici che tenevano le scarpe legate alla bici si sono tolti e adesso le scarpe penzolano e ballano…...bella roba! uno mi strilla di togliermi di mezzo. Gli rispondo a mia volta più per l'adrenalina che per la rabbia. Salto al volo, metto la prima scarpa e…dov’è finita l’altra??? Persa!!!scendo mi guardo intorno, niente…chiedo ad una persona del pubblico di tenermi la bici e zoppicando con una scarpa sola ripercorro il corridoio d’uscita facendo attenzione a non essere investito da quelli che sopraggiungono! Eccola laggiù, la maledetta!!! La raccolgo la infilo, riprendo la bici monto, quasi cado…calma Dario…un fiume incessante di atleti sopraggiunge e mi sorpassa…No Panic, m’impongo!!!rimonto in sella e…finalmente parto! I successivi 31 minuti sono un mix di ebbra allegria, frustrazione per la gara buttata via, determinazione a continuare costi quel che costi…e giù a pestare sui pedali “a vita persa”, cercare di rimanere alla ruota di chi mi precede, sorpassare per guadagnare più posizioni possibili, frenare e fare a sportellate nei tornanti più stretti…eppoi epiteti irriferibili pronunciati e sentiti pronunciare con gli accenti e i dialetti di chi in quel momento mi si trovava accanto…finalmente arrivo in T2…stremato… so di aver speso troppo…scendo dalla bici e le gambe sono di legno anzi no di cemento…corricchio sghembo con i polpacci che tremano…Mamma perché non mi hai fatto forte e bello?!?!? Mi sorpassano altri atleti…provo ad accelerare niente…ma non mollo…sii resiliente Dario!!! Piano piano le gambe si sciolgono e riprendo a correre in maniera dignitosa…ma ormai siamo in vista del traguardo ultimi 500 metri…400…300…dai che quello lo riprendo…200…forza non si molla ora! 100…è fatta…è finita…gli ultimi metri corsi alla morte…il cuore che sembra voler scappar via dal torace…mi faccio largo afferro una bottiglietta d’acqua bevo respiro…
Un'altra esperienza fatta, un’altra “Lezione appresa”. Lo sport come sacrificio, ostinazione, conoscenza e miglioramento continuo è questo quello che mi piace di più. Raggiungere un traguardo e ripartire per superalo. Cadere, lasciarsi prendere dallo scoramento, sorridere e non pensarci più. Una ruota che gira, un passo davanti all’altro e una frase che più di ogni altra mi ispira e che, negli anni, è diventata il mio personalissimo mantra:
Non faccio Triathlon per vincere sugli altri, ma per vincere me stesso. Cercando oggi di essere migliore di ieri, Domani migliore di oggi. Lungo una strada senza fine
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Dario Vaccaro 
Alessandra in azione |