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La Firenze-Marradi ovvero la 65 km del Passatore
di Ferdinando Silvestri, 08/06/2025

Erano anni che desideravo partecipare alla "100 km del Passatore" ma per i motivi più disparati rimandavo sempre.

Quando nel 2023, con la scusa di celebrare i 60 anni di vita mi ero deciso, un'ernia inguinale mi ha fatto desistere ancora. Comunque quell'anno, la gara non si è tenuta a causa dell'alluvione che ha devastato la Romagna come tutti ben ricordiamo.

Alla fine decido di prendere in considerazione quella del cinquantennale del 2025. Parlo della cosa a mio fratello, ciclista appassionato, che subito si offre di accompagnarmi in bicicletta per farmi assistenza.

Quando ad ottobre viene ufficializzata la data comincio ad elaborare una sorta di tabella da seguire con l'inizio dell'anno nuovo. Il 2 gennaio inizio gli allenamenti che prevedono corsa e camminata (soprattutto in salita) con un progressivo incremento di chilometri, specialmente nei fine settimana. A metà febbraio formalizzo l'iscrizione e nel giro di cinque giorni mi viene assegnato il pettorale.

A questo punto ho varcato la linea del non ritorno e non posso avere più
ripensamenti. Gli allenamenti, fatti al mio solito giardinetto di via Carlo Felice, procedono senza intoppi e variazioni eccezion fatta per qualche meteo avverso ed il maledetto concerto del primo maggio, vera iattura per noi residenti in zona.

Arriva la mattina della gara. Alla stazione Termini, dove ho appuntamento con mio fratello, mi imbatto in un gruppo chiassoso di podisti nel quale scorgo Antonello, numero due della squadra LBM, in partenza alla volta di Firenze per partecipare alla gara.

Ritrovato mio fratello con la bici saliamo in treno per la stazione di Santa Maria Novella. Giunti nella patria di Dante ci rechiamo al centro sportivo dove avviene la distribuzione dei pettorali. In fila incontro i primi tre oranges tra cui l'esperta ultramaratoneta Tiziana che scopro, durante l'attesa, essere per parte materna per metà mia compaesana.

Alla consegna del pettorale avviene la prima delusione: la taglia L è esaurita! Eppure mi ero iscritto da più di tre mesi e le iscrizioni sono state chiuse ad inizio aprile, il tempo per procurarsi le taglie ci dovrebbe essere stato. Opto per la XL.

Indosso l'abbigliamento da gara e consegno lo zaino al camion per Faenza, poi con mio fratello ci dirigiamo in zona partenza. Poco prima ci dividiamo dandoci appuntamento a Fiesole.

Piazza Duomo, dove si partirà, è piena di turisti e podisti. Cerco i bagni chimici che trovo proprio alle spalle del duomo, però, purtroppo, sono pochi e del tutto insufficienti per una gara con così tanti partecipanti. Altra fila. Mi libero appena dieci minuti prima della partenza che avviene regolarmente alle 15.

Dopo qualche centinaio di metri superiamo diversi partecipanti alla Nordic Walking che in mancanza di una gabbia, a loro dedicata nel fondo, hanno pensato bene di partire davanti a migliaia di podisti. Subito dopo incontro un altro orange storico: Enrico. Saluti ed incoraggiamenti reciproci. Arrivo a Fiesole e come da strategia (in salita si cammina) smetto di correre e qui ritrovo mio fratello.

Al quinto chilometro scatto una foto al cartello e la posto, operazione che ripeterò anche ai prossimi cartelli (tutti multipli di 5) per far sapere a parenti ed amici dove mi trovo in tempo quasi reale. Durante questa salita, mentre mi godo il bel panorama,
ritrovo prima Antonello che ci scatta un selfie e poi un'altra compagna di squadra: Anna Maria.


Superata Vetta le Croci corro tutta la discesa fino a Borgo San Lorenzo che è al km 32,

dopodiché inizia la lunga salita verso il Passo della Colla. Comincia a farsi buio e ad abbassarsi decisamente la temperatura, allora prendo dalla bici una maglia a maniche lunghe, i guanti, la fascia per coprire le orecchie e metto anche la luce frontale. Arrivo in cima e dopo essermi ristorato riprendo a correre, soprattutto, per scaldarmi. A Casaglia, 4 km più avanti, c'é la possibilità di cambiarsi.

Prendo la sacca, sempre dalla bici, ed entro in un gazebo, molto poco spazioso, dove stretto stretto, in un angolino indosso qualcosa di ancor più pesante. Durante questa operazione, altri podisti, presenti anche in precedenti edizioni, si sono lamentati del
freddo intenso che non avevano trovato gli altri anni.
Difatti, quando esco, c'é mio fratello infreddolito che mi dice di aver registrato una temperatura di soli 4 gradi. È non è ancora mezzanotte. Sto per ripartire quando mi sento chiamare, è Germana un'altra orange da salutare.

Riparto per raggiungere Marradi. Tutto bene fino a qualche chilometro prima (intorno al 62mo) inizio ad avere problemi con lo stomaco, ho un forte senso di nausea. Decido allora di camminare.

Arrivo a Marradi, poco dopo il punto di controllo c'é il tavolo del ristoro. Provo a bere un bicchiere d'acqua ma a metà mi fermo, di più non riesco, il solo pensiero di provare a mangiare qualcosa mi da il voltastomaco.

Mi siedo e rifletto, mancano ancora 35 km ed alla mia andatura sono come minimo ancora 6 ore prima del traguardo. È troppo senza bere e mangiare. È così che decido, a malincuore, anche perché, bene o male, le gambe c'erano ancora, di
fermarmi.


Al ristoro chiedo dove aspettare la navetta per i ritirati e mi viene indicata una sala
medica prima però mi viene consigliato di tornare al punto di controllo per farmi dare l'attestato e la medaglia,


comunque previsti per quel traguardo. Con questi in mano entro nella sala medica e trovo diversi podisti intirizziti, avvolti nelle coperte per cercare di scaldarsi. Altri se ne aggiungeranno nei minuti successivi.

Arriva la navetta, siamo una decina, saliamo e sopra all'autobus e ne troviamo almeno il doppio che si erano ritirati ancor prima. Altri ancora ne raccoglieremo durante il lento proseguimento verso Faenza, dovuto al sorpasso dei partecipanti
ancora in gara. Al deposito borse ritrovo Tiziana che ha, ovviamente, terminato la gara.

Un'altra navetta mi porta al palazzetto dello sport per fare la doccia e qui mi aspetta un'ultima delusione: c'é la fila! Il numero delle docce è assolutamente insoddisfacente e penso che il grosso dei partecipanti deve ancora arrivare. Ritrovatomi con mio fratello ci dirigiamo alla stazione ferroviaria per tornare a casa.

Conclusioni.
La gara, finché era giorno, è stata veramente bella d'altronde le colline toscane... quando poi è sceso il buio l'unica cosa da vedere era il cielo stellato. Se si potesse partire qualche ora prima si gusterebbe più panorama e si soffrirebbe meno freddo, ma immagino che l'anticipata chiusura al traffico delle strade coinvolte non sia ben accetta da taluni. L'organizzazione alla fine è stata buona, ma si può sicuramente migliorare. Promossi a pieni voti i ristori per quantità, qualità, varietà e cortesia dei volontari.

Infine riguardo alla mia prestazione poteva andare sicuramente meglio ma avendo comunque percorso la distanza di 65 km da Firenze a Marradi posso senz'altro fregiarmi anch'io del titolo di "ultramaratoneta".

Ferdinando Silvestri




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