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Un ballo di 29 secondi
di Mauro Cugola, 13/03/2013

Alla mia prima Roma-Ostia il mio ballo dura 29 secondi. Meno di un minuto.

Io non avevo mai corso con un numero sul petto prima di quest'inverno. Facevo sì un po' di footing “spinto” due volte a settimana, ma per tenere il peso durante l'inverno, visto che per passione e per questioni lavorative la bicicletta è il mio mestiere. Correre mi è sempre piaciuto, lo facevo da bambino, dicono tutti che ho una bella falcata perché ho le gambe lunghe etc etc.

L'embolo vero è partito quando, al parco di Tor Tre Teste dove mi alleno al mattino prima di andare al lavoro, un runner saggio mi ha detto che se mi ci fossi dedicato un filo, avrei chiuso le mezze maratone con belle soddisfazioni. Mezza maratona equivale alla Roma-Ostia, un chiodo fisso che avevo da tempo ma che non avevo mai osato sfidare sul serio. Poi ci si sono messi i miei amici di Nettuno a illustrarmi il progetto di solidarietà degli Orange della Podistica.

Tempo due settimane e mi trovo con un cartellino in più, un'iscrizione azzardata alla classica delle classiche e un paio di Brooks nuove. Mi metto sotto con gli allenamenti, lascio la bici in garage anche il sabato e la domenica, e mi metto sotto.

All'Aspettando La Mezza a Tor Vergata da 15 km faccio l'esordio con la maglia orange e conosco la squadra, tutto fila quasi liscio ma capisco a mie spese che non so gestirmi affatto con le energie. Alla fine, con i consigli di due amici, faccio anche qualche esercizio in pista, il che mi riporta alla memoria i miei passati podistici da pre-adolescente.

Così arriva la mattina della R-O. Non so nulla di quello a cui vado incontro, tutti mi hanno detto di tutto, ma poi sono io che dovrò arrivarci al mare. L'obiettivo è chiuderla entro l'ora e 45, il sogno è rimanere sotto l'ora e 40. Incontro la squadra al ritrovo e poi solo soletto vado in griglia. Qualcuno nota che sugli occhiali ho le astine arancioni. Procurate per l'occasione...

Inutile che vi racconti i dettagli della corsa. Per i primi 5 km sto sotto i 4'30 e mi sembra di volare, poi dopo aver scollinato il Camping, al 16° sento che sto lentamente cedendo. Stringo i denti, mi distraggo con la musica che ho in cuffia, giro il biscotto col cuore in gola e chiudo. Stoppo il cronometro. Contento? Beh, mi si avvicina un tizio che mi dice di reggerlo perché “gli gira la capoccia”.

Anche io non è che stia granché, ci appoggiamo insieme alla transenna. Mi riprendo e alla consegna del chip, una compagna di squadra riccioluta mi chiede di aprirgli la bottiglietta. Si chiama Alessandra, scambiamo due chiacchiere e anche lei ammette di non essere lucidissima.

Poi mentre cerco il mio passaggio per casa mi rendo conto che il prossimo anno anche io usufruirò del pullman. Effettivamente mi è mancata la chiacchiera dopo la corsa. Il commento. L'aneddoto. Lo scherzo. Il prossimo anno. Già ci penso. Significa che appena arriva ottobre, via la bici e sotto con le corse a piedi. Così impariamo anche a conoscerci tutti insieme.

Adesso però stoppo con la corsa e sotto con la bici, il lavoro mi chiama. Ma la canotta arancione è solo temporaneamente ripiegata.

Ah, i 29 secondi... Ho chiuso in 1h39'31”. Una manciata sotto il sogno. Ero contento come una Pasqua, ma ci ho messo un po' a capirlo. Sapete, la lucidità...


Gara: Roma Ostia Half Marathon (03/03/2013)

SCHEDA GARA



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