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E’ cominciata bene ma è finita…
di Andrea Covino, 27/11/2012

Sabato mattina si parte, tutto pronto canotta, scarpe, maglia di riserva ma soprattutto la voglia di fare questa gara.

Arrivati a Firenze incontro subito Pit, Tamara e altri orange in trasferta, andiamo a ritirare i pettorali e già sento addosso l’emozione della gara. Decidiamo di vederci a pranzo con gli altri e così il nostro toscano DOC David, ci porta da i Pazzi. Piccolo gruppetto, Tamara, Pat, Bruna, Gigi, Pit, David, Raffaele ed io facciamo la pastata, tutto buono.

Al pomeriggio nuovamente al ritiro e qui abbiamo incontrato un po’ di orange, il gruppo di Tivoli, gli orange di Nettuno; è sempre una festa ritrovare gli altri. C’è anche Mr. Zac che ormai veterano scherza sulla passata esperienza fatta con Montezuma, e c’è anche il presunto uomo della pioggia, no non è Giuliacci, ma il nostro Claudio Ubaldini.

Dopo due chiacchiere ci si divide ognuno con diversi impegni ma l’appuntamento è per l’indomani alle 8:00 sul lungArno, all'hotel Mediterraneo.

Tutti pronti al mattino e io non so ancora cosa fare, se correre oppure seguire Raffaele con il Galoway. Tra un pensiero e l’altro ci si ritrova nella gabbia; arriva lo start, pronti via, i primi km scorrono veloci e con Raffaele teniamo un buon ritmo sotto i 6, tanto da avvicinarci più volte ai palloncini delle 4:30.

Le strade sono colme di persone che ai lati incitano il serpentone, se non sbaglio circa 11000 iscritti, è un record per Firenze. Firenze che bella città, d'altronde non siamo noi a scoprirla, ricca di storia, arte e ho scoperto anche tanto affetto, si i fiorentini sono stati veramente eccezionali, hanno organizzato una gara in modo eccelso, niente da dire tutto bello e ben coordinato.

Come mi ero ripromesso ogni km della mia gara l’ho dedicato a qualcuno, ho cominciato con la podistica di Finale Emilia, passando per tutti i miei amici orange e non, sono arrivato alla mia famiglia, si mia moglie Anna e i miei figli Enza e Francesco, perché è a loro che dedico questa mia prima maratona. Dico prima, perché da ieri ad oggi ho già cambiato idea.

La gara è stata sfortunata, per me. Infatti dopo un bell’inizio fatto a braccetto con Buonfiglio e Galoway, al 18 km circa mi sono dovuto arrendere ad una contrattura alla coscia destra. Ho salutato Raffaele e subito dopo il 21 km mi son messo a camminare. Ogni passo era una fitta alla coscia, ma mi ero ripromesso di arrivare. Così ho proseguito per un po’ corricchiando e massaggiandomi, per poi rifermarmi ancora al 26 km, qui ho camminato ancora fino al 30 km, dove ormai lo sconforto era tanto da pensare seriamente al ritiro.

Ma poco dopo siamo rientrati dentro il centro di Firenze e le persone ai lati hanno incitato sempre più forte noi camminatori, si perché alla fine si era creato un bel gruppo di Fitwalking. Man man qualcuno si staccava, e quando sono passati i palloncini viola, ho ricordato i pensieri iniziali fatti con Raffaele non dobbiamo farci superare dai palloncini dei 7 al km, ma la gamba non dava segnali positivi quindi sempre più rassegnato ho continuato con il mio passo.

L’unica cosa positiva di tutto ciò è che camminando e corricchiando non mi sono stancato tanto e non ho sbattuto contro il famoso muro.
Al 36' km circa sento urlare il mio nome penso a qualcosa di divino, penso a qualche angelo che viene ad annunciarmi la fine, invece è Bruna che con forza m’incoraggia a riprendere la corsa; ci provo, ma niente, la gamba non và proprio.
Al 38' km una ragazza mi supera, e subito dopo comincia un’andatura al passo veloce, decido allora di provare a seguirla, e così facendo ho ripreso a correre; era forse il momento giusto o forse le voci delle persone, le mani che ti davano una pacca sulla spalla, qualche ragazzino che porgeva il cinque...tutte queste situazioni mi ha dato la forza per non sentire il dolore.

Mi sono ritrovato al 41' km senza quasi accorgermene e ho cominciato anche a spingere, ho ripreso la ragazza e l'ho superata. Lei mi ha seguito fin all’arrivo, tentando una volata finale, ma stavolta non sono stato un gentiluomo ho continuato a spingere ricordando le parole di Marco Forrest “Daje spingi sulle braccia daje”: così ho chiuso la mia prima maratona occhi chiusi pensando alla mia famiglia.

Oggi Lunedi, al lavoro sono stato tutto il giorno con al collo la mia medaglia...che gran bella soddisfazione nei confronti di coloro che mi hanno sempre detto che non ci sarei mai riuscito...


Gara: Maratona di Firenze (25/11/2012)

SCHEDA GARA



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