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La porti un bacione a Firenze...
di David Kevorkian, 01/12/2011

Patrizia Melchior e Sergio Petrucci

Patrizia Melchior e Sergio Petrucci

…ma non un bacio qualunque… uno di quelli “lunghi”… lunghi 42.195 metri!

Arrivo forse “tardi” con queste righe… dopo tutti i bellissimi racconti di voi amici orange. Ma come dice la canzone “la porti un bacione a Firenze / che l'è la mia città / che in cuore ho sempre qui. / La porti un bacione a Firenze, / lavoro sol per rivederla un dì.”  

Tante, tantissime le sensazioni… molte delle quali descritte da Cristiano, Attilio, Daniela, Marziale, Gianluca, Alberto e Maurizio… 
Aggiungo solo qualche pensiero… anzi qualche ricordo, perché io lì a Firenze sono nato e vissuto per 30 anni.
 
Le “gabbie”, lo stretching e le prime chiacchiere con amici fiorentini, alla prima esperienza di maratona come me. Una su tutte, Simona… che se abitasse a Roma sarebbe una di noi, un’orange! Garantito.

Si parte ed primi metri portano a piazza Beccaria! Di fronte al cinema dove da ragazzini ci si trovava, a sedere sui “Si” (si, proprio i motorini della Piaggio ormai scomparsi) e a 15 anni si sembrava “capi del mondo” a sedere sopra una di quelle selle rettangolari!

Via lungo i viali, il passo costante, il cimitero degli Inglesi e poi la Fortezza da Basso… eh, dove un tempo c’erano le più “grandi” feste di capodanno con musica fino al mattino… e quante “discussioni” con i genitori per una serata speciale in mezzo a migliaia di ragazzi… Lontani ricordi di una bellissima infanzia.
 
Incontro Tamara sul percorso che mi saluta e si procede verso le Cascine… dove un tempo s’andava il sabato pomeriggio a giocare a pallone sui pratoni infiniti… e dove tante erano le feste estive a suon di musica sparata a tutto volume. Tanti chilometri in mezzo al silenzio di quegli alberi… tanti pensieri, un check costante al corpo ed alle gambe e poi via verso Ponte alla Vittoria… il simbolo del traffico per eccellenza, prima che la mia testa realizzasse il concetto di “Roma, un venerdì qualunque, ore 18.00, raccordo anulare, direzione Romanina – decathlon”! 

Via dei Serragli ... la 5th avenue di Firenze… non per la sua grandezza… ma perché è in salita… e te ne accorgi quando corri! Non quando, da ragazzo, la facevi in bicicletta per arrivare a porta romana e poi salire ai giardini di Boboli… lì sembrava solo la strada che portasse al divertimento di un pomeriggio in collina ma sempre dentro la città!
 
Si passa veloci ed al 19° km decido di aumentare il passo e... le gambe reggono! Al ristoro del ventesimo sento un volontario che urla “Limone!”, un altro che fa da controcanto e dice “Sale”…. e da dietro un runner che in fiorentino sbercia “E la tehila, in’do ‘vvù l’avehe messa?”… Rido! Questi fiorentini...
 
Si arriva alla mezza e la strada corre veloce verso l’ex teatro tenda: e lì? Quanti concerti, quanti spettacoli con una acustica tremenda… e poi via veloce su via Aretina. La via che si percorreva quando si tornava dalle scampagnate domenicali… la via che voleva dire “è finito il fine settimana, è finita la gita in casentino, domani è nuovamente lavoro”. E lì finisce la mia rincorsa al palloncino delle 4h30’… uno scatto e mi trovo in via Mannelli… si passa davanti alla mia scuola media. Adesso un edificio tutto nuovo e luccicante… un tempo un edificio in decadenza e con le finestre pericolanti. Ma è sempre la mia scuola! Quella delle prime insufficienze, delle prime piccole “risse” fuori scuola e quella delle prime vere amicizie, tuttora vive! Via Mannelli sale e si arriva a Ponte al Pino. Un saluto ai miei personali tifosi lì assiepati con addirittura un piccolo striscione e poi via verso lo stadio! Il passo è buono… e la vista dell’Artemio Franchi è una iniezione di forza! Garrisca al vento il labaro viola… quanti ricordi quando passo sotto la curva Ferrovia… la “mia” curva! Da Fiorentina – Bari del 1990 (cavolo, ma ve lo ricordate Oscar Dertycia?) fino a Fiorentina – Lazio dello scorso anno… dagli abbonamenti (che significavano pioggia, vento e caldo torrido per 18 domeniche all’anno) fino ai biglietti ricevuti in omaggio una volta da un amico, una volta da chissà chi!
 
“Dai David che ci sei!”, mi dico quando passo il cavalcavia dell’Affrico e mi dirigo verso il centro. Le gambe continuano ad andare a 5’20”… come se niente potesse fermarmi! Direzione centro… si passa da Piazza d’Azeglio… dove c’è ancora il campo da calcetto, luogo di storiche partite al liceo e di tornei fra sezioni! Quante pedate e quante risate! Pochi metri e siamo in via della Colonna davanti al Liceo “Michelangiolo”! Ci ho passato cinque anni fra quelle “mura”… tanto vituperate al tempo quanto rimpiante successivamente! La prima interrogazione di Italiano … 4! E chi se la scorderà mai?
 
Si va veloce verso piazza Santissima Annunziata, piazza San Marco e piazza Duomo… Il sole scalda e rende unica la vista del centro storico di Firenze. Un pensiero mi balena in testa… tante volte ho percorso queste strade e mai avrei pensato che un giorno le avrei corse per la maratona. Arrivo al 37esimo km e quando penso di aver scavallato, sbatto a ponte Santa Trinita sul fatidico muro. Peccato… vedo i palloncini delle 4h15’ ma non riesco ad agguantarli. Pazienza… rallento, mi godo ponte Vecchio, piazza della Signoria e poi via verso il traguardo di Piazza Santa Croce. Incrocio alcuni Orange per la strada che mi incoraggiano… ed io sorrido! Sorrido perché una maglia arancione non credevo potesse significare così tanto. E sorrido perché questa è la mia Firenze! Al traguardo incrocio nuovamente Rita che mi urla… e poi la folla, Lo sguardo quasi torvo di Dante che osserva la moltitudine colorata della piazza, le braccia alzate come se avessi vinto chissà cosa ed il presidente Pino che mi aspetta e mi fa i complimenti!.
 
È finita. Non nascondo di aver sentito una lacrima quando, qualche metro dopo il traguardo, mi metto la medaglia al collo. Ho vinto! Ho vinto contro le mie paure, i miei dubbi, le mie insicurezze ed ho vinto nella mia città!

David


David Kevorkian

David Kevorkian

Gara: Maratona di Firenze (27/11/2011)

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