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Il silenzio della solitudine
di Romano Dessì, 02/11/2018

Cari amici solidali, prima di andare alla mezza del Lago di Vico mi ero iscritto inutilmente a due gare, la prima era a Fiuggi la seconda a Rocca di Papa, la prima annullata, la seconda rinviata per pericolo pioggia.
Nella serata di sabato mi sono messo in contatto con il presidente credendo che potessi fare al massimo la non competitiva, ma mi ha detto che c'erano dei pettorali liberi per la competitiva. C'ho pensato un attimo e gli ho risposto che mi mettevo a disposizione, nonostante un infortunio muscolare mi perseguita da vari mesi, e sarei stato presente se non si fossero aperte le cateratte del cielo. La mattina dopo apro la finestra e vedo che non piove per cui parto alla volta del Lago di Vico.

Fortunatamente trovo il parcheggio vicino alla partenza e mi appresto ad andare a prendere il pettorale, per poi fare un blando riscaldamento stando attento a non sollecitare troppo il muscolo infortunato. Nel mentre le famose cateratte del cielo hanno iniziato ad aprirsi rovesciando sulle nostre teste improvvisi e freddi scrosci d'acqua, la partenza era vicina lo speaker iniziava il conto alla rovescia e poi pronti via. Mi sono trovato subito in ultima posizione, per la mia partenza cauta, ma dopo un po' raggiungo la penultima e per un breve periodo siamo stati insieme a farci compagnia, poi stavo per perdere il chip e per non farla fermare le ho detto di continuare per non freddare i suoi muscoli. Da quel momento è iniziata la mia gara nel silenzio e nella solitudine, vedevo la mia ex compagna di viaggio a poche centinaia di metri ma non riuscivo a raggiungerla, le troppe curve non mi facevano vedere a quale distanza stava la concorrente. Intanto dal cielo si arrivavano sulla mia testa secchiate d'acqua e lungo il percorso si formavano di piccoli laghetti e vari ruscelli. Sono rimasto solo, senza nessuno che mi poteva dare un aiuto in caso di necessità. Non mi sono scoraggiato e ho proseguito lungo un percorso che conoscevo a memoria, è sempre lo stesso.

Sentivo il rumore del vento fra gli alberi il rumore dei miei passi lungo la strada e nelle pozze d'acqua, rivedevo nella mia mente i volti dei miei genitori che mi hanno insegnato ad essere onesto. I km passavano più o meno veloci e ogni tanto sentivo il bicipite femorale che mi faceva male, ma la determinazione a dare una mano ai miei compagni leniva ogni dolore, la solitudine non è bella da sopportare, specialmente in gara e in quelle condizioni, mi sembrava di tornare indietro nel tempo quando andai a Curti, vicino Caserta, iniziò a piovere dallo sparo dello starter e si fermò solo dopo l'arrivo, arrivai congelato dal freddo e mi offrirono un punch al rum che io bevvi tutto d'un fiato credendo fosse freddo me ne diedero un altro e iniziai a riscaldarmi.
Il traguardo si avvicinava e vedevo il lago di un colore grigio cenere, sentivo il vento che sferzava sul mio viso e sulla cresta del lago creando un moto d'onde anomalo. Un pensiero andava a quelle persone che vivono la loro solitudine con dignità, ma ormai i miei pensieri andavano ad esaurirsi, il traguardo stava davanti a me.


Gara: Giro del Lago di Vico 21K (28/10/2018)

SCHEDA GARA



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