Arrivi sulla linea di partenza per correre un trail qualche minuto prima della partenza e le vedi: donne. Giovani, meno giovani - alte, meno alte - magre, meno magre e allora ti chiedi: cosa ci faranno mai delle donne in una gara di questo genere, fatta principalmente per uomini?

Chissà per quanto tempo bisognerà aspettarle al traguardo, chissà se riusciranno a terminare una gara di quindici chilometri in condizioni climatiche avverse, nel fango, tra le pietre, attraverso corsi d'acqua, tra i rami...... e ti fanno tenerezza, provi quasi pena per loro.

Infine la partenza, la gara come sempre dura ed infine l'arrivo, sei stremato, senza più un filo di energia, alzi gli occhi appannati dalla fatica e....... ti accorgi che loro, le donne, sono già tutte lì, al ristoro che commentano la gara e si scambiano opinioni come se niente fosse.

Poca fatica nel volto, capelli a posto e alcune addirittura col trucco ancora intatto. Allora ti metti a scrutarle meglio per capire la cilindrata del loro motore, soppesi età, peso, altezza, muscolatura, ma non trovi risposte.

Arrivi anche a pensare che possano aver percorso un tragitto più breve creato appositamente per loro. Ma...... niente, non trovi niente che si discosti dalla più banale normalità.

Poi, infine, incroci i loro sguardi e capisci che il loro segreto è lì, nei loro occhi, occhi che trasmettono soddisfazione, appagamento e controllo della situazione. Occhi sereni!

Non è quindi di caratteristiche fisiche che bisogna andare a caccia, ma di energia ed equilibrio interni, che, uniti alla passione e all'amore per questo tipo di competizioni, permette loro di esprimersi a livelli così alti.

È bello avere per compagne di gara queste ragazze, ci arricchiscono e ci insegnano ad interpretare la competizione nel giusto modo, diverso dal solito, senza affanno e senza esasperazione.

GRAZIE PER TUTTO QUESTO E AL PROSSIMO TRAIL. Lamberto Castellani.

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