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La mia gara senza tempi, ammirando le bellezze del paesaggio.
di Attilio Di Donato, 07/07/2008

Roberto Costantini taglia il traguardo. (foto di Giuseppe Sen Coccia)

Roberto Costantini taglia il traguardo. (foto di Giuseppe Sen Coccia)

Dopo una corsa in autostrada con l’amico Sergio Paris siamo arrivati in tempo a Jenne per disputare la gara.

Erano già tutti lì ad aspettarmi, preoccupati soprattutto i giornalisti e i fotografi, che non sapevano come ingannare il tempo. Quando sono arrivato ho visto i primi che ingannavano l’attesa intervistando i frati del monastero mentre i secondi si fotografavano fra di loro.

Avevo portato i pasticcini per festeggiare il mio compleanno insieme a tutti voi, un mare di pasticcini, e li ho consegnato alla moglie del mio amico Mario Durante che gentilmente ce li ha portati su a Jenne.

Visto il caldo ho fatto un riscaldamento al contrario prima della partenza, ossia mi sono refrigerato la chioma ad una fontana posta nelle vicinanze e mi sono seduto su un gradino all’ombra finchè non ho visto arrivare lo starter da lontano.

Ci siamo così salutati e lui si è avviato verso la striscia di partenza mentre io, come al solito, mi sono sistemato nelle ultime posizioni.

Finalmente si parte e subito si comincia a salire. Mi sento nelle gambe la fatica degli ultimi 97 metri della mezza maratona di Roma e pertanto il mio ritmo è talmente lento che stento a rimanere nel gruppetto dei peggiori.

Decido allora di correre una gara a fisarmonica, alternando tratti di corsa con tratti di camminata veloce e tratti di canto libero. L’ operazione sembra dare i suoi buoni frutti perché riesco a tenere la supersonica andatura di 7.30-8.00 minuti a chilometro, che mi permette di ammirare le bellezze del paesaggio tenendo contemporaneamente a bada i miei inseguitori (pochi, per la verità, tra questi anche il pres.).

Quasi tutta la gara l’ho percorsa in questo modo. La quantità di bicchieri e di spugne lasciate per terra dai miei predecessori mi dava l’idea del ritardo abissale che avevo accumulato nei confronti degli altri top runner. Mi consolava l’idea che loro non avevano avuto la possibilità di ammirare il paesaggio che si manifestava sotto gli occhi nel percorrere la strada.

Ma io non avevo nessuna intenzione di gettare la spugna, pertanto quella raccolta al ristoro l’ho tenuta con me fino alla fine!

All’arrivo ero in condizioni semi pietose, mi continuavano a dire che mancavano solo trecento metri ma quei trecento metri non finivano mai!

Finalmente, dopo un lungo arrancare, ho visto davanti ai miei occhi lo striscione dell’arrivo e con uno scatto finale ho chiuso la gara in bellezza.


Gli orologi di Giuseppe Tirelli, Antonio Tombolini e Alessandro Tavella avranno funzionato?

Purtroppo mi sono accorto che non avevo preso il tempo. Allora ho chiesto al mio amico edicolante di Jenne se l’avesse preso lui. Lo stesso mi rispondeva che “Il Tempo” l’aveva preso ma ormai l’aveva finito.

Allora ho preso il “Messaggero” e, tutto accaldato, ma carico di notizie fresche, sono andato a festeggiare il compleanno con i già citati Mario Durante e consorte, Sergio Paris, il grande Romano Dessì e il mio famoso amico edicolante.

Alla prossima, ancora più in forma.




Mario Durante (foto di Giuseppe Sen Coccia)

Mario Durante (foto di Giuseppe Sen Coccia)

Gara: La Jennesina (05/07/2008)

SCHEDA GARA



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