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Nonostante le difficoltà a Ravenna la maratona più bella
di Luca Pretolani, 13/11/2018

Tutto inizia a settembre quando facciamo il punto della situazione e decidiamo gli obiettivi della stagione, vorrei comunque andare a Sorrento, gara che adoro, ma Federica vuole anche fare assolutamente una maratona.
La scelta ricade su Ravenna, sembra veloce non troppo tecnica e soprattutto a tre settimane da Sorrento in modo da poter recuperare; mi iscrivo anche io, vorrei poterle fare da pacer ed esserle di aiuto.
La mia preparazione è molto approssimativa, problemi di salute mi impediscono di allenarmi come si deve, ma Federica invece va come un treno, riesce a stupirmi per la rapidità e la qualità dei suoi progressi, tanto che ormai ho la certezza di non poter essere di nessun aiuto in gara, niente gara da pacer se la dovrà cavare da sola e lo farà benissimo pensavo.
Invece poi accade l’imponderabile, un banale infortunio mette KO Federica; tenterà in tutti i modi di fare almeno la mezza ma niente da fare, sono demoralizzato, preferirei fosse capitato a me, così è davvero dura vederla triste e dover comunque fare la mia gara senza di lei che era il motivo per il quale mi ero iscritto alla maratona.

Il pregara è come sempre una routine consolidata, ricca colazione ma senza esagerare, e una meticolosa preparazione di tutto ciò che serve, scelta dell'abbigliamento giusto in base al clima, fissaggio del pettorale in modo che le spillette non facciano danni, scelta degli integratori, etc.
Ci incamminiamo in zona partenza lentamente, senza fretta, c’è tempo, il clima è festoso, adoro il pregara c’è quell’atmosfera particolare, lo speaker, la musica a palla, le majorette, gli altri runner con cui scambiarsi un in bocca al lupo e considerazioni varie sul percorso, le griglie, i gonfiabili, tutto ciò mi da sempre la carica giusta: sento il clima della gara non posso negarlo.
Purtroppo il primo pensiero è quello di restituire il chip di Federica, lo faccio io per lei, è meglio, ha gli occhi lucidi e la capisco.
Giusto il tempo di fare un ultimo bisognino e incoraggiare Claudia e via subito in griglia, non faccio nemmeno il riscaldamento tanto devo partire piano che non credo di avere tutti ii 42 km nelle gambe quindi meglio non sprecare energie.
A giudicare dal ritmo degli ultimi lunghi penso di fare un tempo tra le 3h:35’ e le 3h:40’, ma temo nel finale di dover camminare e chiudere sopra le 4h, boh vediamo, non sai mai come reagirà il fisico dopo il 35 km.
Il tempo passa in fretta, sono sereno, non mi aspetto nulla da questa gara devo solo divertirmi e questo è un fatto insolito per me ma lo accolgo con molta gratitudine, sto diventando meno apprensivo, quello che verrà lo accetterò comunque che sia una bella gara oppure no, non devo dimostrare più nulla a nessuno, a me stesso in primis.

Lo sparo arriva improvviso, niente countdown, si parte, subito una curva a gomito a sinistra, devo quasi fermarmi per il gran caos, del resto a Ravenna le strade sono strette e la partecipazione è notevole, ci sono 3 gare in contemporanea (10,5 – 21,097 - 42,195), davanti a me i pacer delle 3h:15’ anche loro probabilmente imbottigliati perché viaggiamo di pari passo, ma poi il gruppo inizia a sgranare e i pacer iniziano a staccarmi, sarei tentato di seguirli ma sarebbe un suicidio, evito saggiamente.
I primi km sono scorrevoli, poi si entra in un parco sullo sterrato con ghiaia, è una superfice sulla quale si fatica molto, si sgomma, non c’è reattività, rallento e non cerco di rimediare forzando il ritmo, nonostante ciò non vengo raggiunto e superato dai pacer delle 3h:30’, non capisco come sia possibile ma forse sto viaggiando sotto i 5’/km, ovviamente evito di guardare il crono, non voglio farmi condizionare, devo correre a sensazione tanto non farò il PB in ogni caso, meglio rilassarsi e conservare le energie per il finale, magari riuscissi una volta nella vita a fare il “negative split” cioè correre più forte la seconda metà rispetto alla prima, non ci sono mai riuscito e nemmeno ci sono mai andato vicino, ho sempre rallentato di almeno un paio di minuti.
Usciti fuori dal parco ci si addentra in centro città, continui cambi di direzione e sampietrini, inoltre i runner delle gare brevi scalpitano per superare e creano disagio continuando a tagliarmi la strada, cerco di restare calmo, sento chiamare forte il mio nome mi giro ma c’è troppa confusione immagino sia Federica e infatti è così scoprirò poi.
Mi supera un pacer delle 3h:30’ con notevole facilità, non resisto guardo il garmin, sto a 4:50’ come è possibile? Nel giro di poco mi stacca e se ne va, un vero deficiente, se vuoi fare il fenomeno almeno togliti i palloncini che così farai schiattare qualcuno!!! Non me per fortuna, sono troppo esperto per andare fuori giri così presto ma qualcuno meno esperto potrebbe avere problemi.

Finalmente usciamo dal centro e ci dirigiamo fuori, quelli della 10 km ci salutano e prendono la strada verso il traguardo, noi proseguiamo insieme a quelli della mezza, inizia un maxi biscotto che almeno mi consente di vedere i veri campioni all’opera anche se devo dire onestamente che a me i biscotti levano tantissima energia, vedere correre in direzione opposta alla tua numerosi runner è una sensazione brutta, innaturale.
Finalmente arrivo al giro di boa di questo biscotto poco dopo il km 15 e ho un unico pensiero, devo assolutamente incoraggiare Claudia che è alla prima maratona, passano i km e non la vedo, forse mi è sfuggita, poi finalmente la vedo e riesco a trasmetterle il mio incoraggiamento.
Finalmente arriva il momento di salutare coloro che fanno la mezza, loro dritti noi si gira a destra, ok adesso rimangono solo i maratoneti e sono tutti miei avversari, mi fermo per un bisogno non derogabile e riparto subito, ma devo tirare ancora il freno a mano è troppo presto per dare il tutto per tutto.
Passiamo sopra il tappetino della mezza, ok non ce la faccio devo vedere il tempo, niente male penso, ma non sono felice perché adesso per fare la seconda mezza più veloce dovrò fare una vera magia, ma i conti si fanno alla fine, adesso si corre e basta, la seconda mezza è iniziata posso iniziare a spingere un po’ di più ma cerco sempre di tenere qualcosa per il finale.
Inizia un altro lunghissimo, interminabile biscotto, non si vede la fine a perdita d'occhio, è micidiale meglio tenere la testa bassa e cercare con lo sguardo i runner immediatamente davanti a te, intanto inizio a sorpassare alcuni runner un po perché ho aumentato il ritmo ma anche perché molti iniziano a sentire la fatica, poi c’è un fastidioso vento contrario.
Arriva il rifornimento del 25 km sono molto curioso di prendere un integratore che mi è stato consigliato da Federica, sto bene e quindi non sento particolare beneficio, ne ho un altro che prenderò al km 35 quindi vediamo il successivo, intanto raggiungo un atleta che va giusto giusto al mio ritmo e che è un armadio a 2 ante, perfetto per ripararmi dal vento, mi accodo volentieri cercando più riparo possibile, devo ancora risparmiare energia è presto, si sa che la maratona inizia al km 30.
La pacchia dura poco, il tizio davanti a me scoppia dopo 1 km e mi ritrovo esposto al vento ma il percorso vira a sinistra e il vento diventa al traverso, nel frattempo mi raggiunge Mauro, un atleta di Milano, e iniziamo a chiacchierare un po’ correndo affiancati, è bene distrarsi in questi casi i km passano più in fretta e con meno fatica, però dopo il giro di boa al km 28 Mauro incrementa e io saggiamente mi stacco, è troppo presto ma lo lascio a distanza di controllo come riferimento, dopo faremo i conti.
Cerco di vedere nuovamente Claudia, vedo i pacer delle 4h poi quelli delle 4h:15’ ma c’è un enorme spartitraffico che separa le carreggiate e quando si ricongiungono vedo i pacer delle 4:45’ e poi delle 5h, non la vedo che sfortuna, vabbé mi concentro sulla mia gara.

Finalmente arriva il km 35, rifornimento + gel, si va, ci provo, non ho più molte energie ma ci voglio comunque provare, mancano solo 7 km, do fondo a tutte le energie rimaste, faccio alcuni km davvero ad un ritmo sorprendente ma poi al km 38 entro in riserva totale, si entra nuovamente in quel maledetto parco con la ghiaia, è un incubo, devo rallentare altrimenti rischio di scoppiare soprattutto nel tratto di uscita dal parco che è pure in salita, Dalmazi si piazza proprio li ad immortalare il mio momento di crisi nera, la foto è eloquente, altre volte avrei mollato, mi sarei messo al passo ma questa volta no, non voglio buttare via questa gara, stringo i denti e continuo a correre, poi finalmente fuori rimetto i piedi sull’asfalto ma c’è un ultimo ostacolo, un ponte molto arcuato e quindi in salita, sbuffo, arranco ma lo supero in qualche modo, la discesa seguente mi serve per recuperare ma poi vedo il segnale del km 41, penso chè fatta e che devo dare tutto quello che rimane anche se i muscoli sono completamente andati e rischio un crampo ad ogni passo, ma ci provo ugualmente
A 500 mt vedo un runner appoggiato ad una transenna, qualcuno cerca di squoterlo ma niente, è in preda ai crampi e non riesce a fare un passo, la maratona non perdona, è sempre la regina e va rispettata.
A 200mt finalmente metto i piedi sul tappeto, rallento, è fatta, sprintare non serve, vedo Federica, è lì per me, cerco di sorridere ma devo fare uno sforzo sovraumano, sono distrutto, ho dato tutto e ne vado fiero, leggo 3:h27’ e spicci e sono soddisfattissimo, ho corso per tutti i 42 km, sono riuscito a fare il negative split, ho finito con un tempo che mi sarei sognato alla vigilia viste le mie attuali condizioni, ho regalato un sorriso a Federica e la certezza di non essere un ex-maratoneta, niente male, di più non potevo chiedere alla mia gara! Ah poi scopro che Mauro il milanese è arrivato una trentina di secondi dietro, non capisco quando ma l’ho superato, deve essere scoppiato anche lui, io sono stato più costante.


Gara: Maratona di Ravenna (11/11/2018)

SCHEDA GARA



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