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“Andiamo a fare una corsaCortina.” “Bene, così non vi stancate.”
di Lucia Petrolini, 27/07/2012

…..ed è con questo gioco di parole, frutto del fraintendimento da parte di chi podista non è e ci ha salutato alla partenza della spedizione alla volta di Cortina, che inizia il resoconto dell’esordio nel mondo delle c.d. “lunghe”.

La prima 30 km! La famosa regina delle corse dolomitiche, la sfidante Cortina-Dobbiaco!

Mentre scrivo soppeso la medaglia consegnata a conclusione della 13^ edizione della corsa… come mi era sembrata pesante, quanto una sorridente fanciulla in abiti tirolesi, incurante del mio aspetto, così come di quello stravolto e sfinito degli altri arrivati, ne aveva cinto il mio collo a suggellare la mia gioia di avercela fatta! La giro per sincerarmi di aver proprio letto bene: sì è vero, c’è proprio scritto finischer/arrivato.

Ma riprendiamo dall’inizio.
Il 3 giugno 2012 le condizioni meteo sono ideali, il cielo è solo lievente coperto, le previsioni alpine – le più precise che in base alla mia esperienza mi sia mai capitato di ascoltare - danno pioggia non prima del pomeriggio. Non c’è nulla di meglio di uno sfondo grigio-azzurro pallido per far risaltare la tavolozza di colori podistici che attestano la provenienza di appassionati non solo da ogni parte d’Italia, ma anche dall’estero. Italiano, tedesco (in questa terra al confine con l’Alto Adige sono i più “locali” di tutti), inglese, francese, danese denotano che la passione per la corsa non ha confini e bandiere.

La simpatia che trasmette la passione di sfidare la fatica tutti insieme in una delle cornici naturali più belle del mondo sgombra il campo da ogni stereotipo: Cortina si rivela di una semplicità disarmante. La Regina delle Dolomiti è sorridente e ospitale e sprona i runners fin dalla partenza, nel cuore del paese, già con un accenno di quella salita che, più o meno impervia, ci accompagnerà per i primi tre km di strada asfaltata e per i successivi di sterrato fino al passo Cimabanche, circa 13 km dopo la partenza. Seguirà poi, sempre sterrata, una ingannevole discesa, pronta a tramutarsi in percorso ondulato che, oltrepassate le colonne d’Ercole dei 21,097 della mezza maratona, non è certo assimilabile al declivio pressochè continuativo rappresentato dal rassicurante grafico altimetrico presente su internet.

Il riassunto in un solo paragrafo di tutto il percorso non dà certo conto della suggestione che si prova a percorrere quella che un tempo, dal 1921 al 1962, è stata una strada ferrata, abbandonata senza tante fanfare anche a seguito di un incidente mortale, che ha però visto nella sua breve vita i fasti delle olimpiadi invernali del ’56.

Si può solo intuire il ritmo cadenzato del passo dei podisti, più rapido nella prime file, sempre più lento e ponderato nelle retrovie che percorre il fresco fruscio delle foglie nella foresta, che dipana l’ordito sull’orrido ortogonale all’oscillante ponticello di legno, che sottolinea il suono silenzioso del sentiero solcato, che affronta l’acciottolato talora aguzzo talora arrotondato accovacciato sul letto di un sentiero che si crede torrente. Croste, caverne, cime, cinguettii a centinaia dietro cespugli, cerbiatti su cigli di crepacci … poi tutto svanisce non appena il runner si inoltra nelle ex gallerie ferroviarie scavate nella roccia … oppure tutto sparisce perché non c’è mai stato e il podista sfiancato dall’acido lattico, dalla carenza di sali o semplicemente dalla stanchezza che ormai prevale anche sulla scarica di adrenalina ha avuto una visione di troppo. Sui cerbiatti in effetti mi sono fatta prendere un po’ la mano, però sono sicura che, nascosti da qualche parte ci guardassero con l’aria un po’ perplessa di chi pensa: “ma chi glielo fa fare?”.

Una risposta in effetti non c’è, né mi sembra necessaria, affiora invece una domanda: A quando la prossima?

Lucia


Lucia Petrolini

Lucia Petrolini

Gara: Cortina-Dobbiaco Run (03/06/2012)

SCHEDA GARA



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