home page   podistica   triathlon   trail   ciclismo   criterium   società   notizie   solidarietà   fototeca   videoteca   fidal   links   area riservata   contatti 
Podistica Solidarietà su FacebookPodistica Solidarietà su TwitterPodistica Solidarietà su InstagramPodistica Solidarietà su YouTube

archivio Gare Fittizie


calendario Gare Fittizie


notizie gare podistiche


archivio gare podistiche


calendario gare su strada


calendario gare atletica leggera


calendario gare in regione


calendario gare all'estero


11 consigli per la maratona


archivio notizie

Trail Monte Faito - Cartoline dal paradiso
di Ettore Golvelli, 02/06/2014

Tra storia e mitologia, tra presente e passato, in un paradiso incastonato tra le maestose pareti dei Monti Lattari, dove il cielo ed il mare si fondono in un paesaggio da incanto, spicca la maestosa figura di Monte Faito.
Questa è la cartolina  offerta da questo stupendo Trail che dal luccicante mare di Vico Equense  raggiunge, attraverso un tracciato da incanto, le verdeggianti vette di S. Angelo dei Tre Pizzi, la montagna più alta della provincia di Napoli.
E questo attraverso un sentiero che il tempo e la mano dell'uomo non ne hanno scalfito l'originale bellezza, un sentiero di sogno da vivere tutto d'un fiato, a metà tra il cielo ed il mare, lontano dalla frenesia  della quotidianità, immerso nella natura più selvaggia, circondato tra lecci e corbezzoli, persuaso di odori  e colori  che non hanno eguali. Insomma un salto nella natura più selvaggia.
E noto a tutti che la costiera campana, che si estende dai luoghi di Sorrento e quelli di Amalfi, è un forziere di bellezze paesaggistiche e richiami cultural - mondani giustamente noti ed apprezzati in tutto il mondo. Eppure, in questa sinfonia di ricchezze, esiste un aspetto della Costiera che poche persone conoscono e soltanto i più accorti, non abbagliati dalla bellezza della costa, sanno che esiste: sentieri di montagna che attraversano una natura veramente incontaminata, immersa nella macchia mediterranea, dove la musica della natura avvolge il territorio di note sublimi, dove lungo queste stradine, sospese tra cielo e terra, sembra davvero di camminare sulle nuvole, come ancestrali divinità.
Ma veniamo alla corsa.
Siamo a Moiano, una splendida frazione di Vico Equense, alle pendici del Monte Faito, in una straordinaria posizione  baricentrica rispetto sia al Golfo di Napoli sia  a quello di Salerno perché permette di raggiungere località famose nel mondo  come Positano e Amalfi, percorrendo antichi sentieri, sentieri percorsi, secondo antiche leggende, da divinità e perciò denominato " Sentiero degli Dei".
Si parte e dopo aver lasciato Moiano ed attraversato piccoli e caratteristici borghi come Apuzzo, Zeccola, Gradoni, si comincia a salire per una "sagliutella" con pendenze del 25% in un bosco "secco". E qui subito si percepiscono nell'aria le essenze aromatiche di piante tenaci  e resistenti  all'aridità del sottobosco, piante simbolo della macchia mediterranea come il lentisco, gli olivastri e i carrubi che qui sono tra i più rigogliosi.





Si scende adesso in modo ripido verso Positano, la perla della Costiera. Qui bisogna stare veramente attenti perché una minima distrazione  può rivelarsi rovinosa in quanto il sentiero è pieno d'insidie, come ciottoli, buche e roccette e la prudenza non è mai troppa, specialmente  nei tratti più esposti dove il rischio di una caduta  rende facile il volo nello strapiombo verso il mare.
Si scende verso Positano attraverso l'itinerario storico per la famosa, ripida e molto pericolosa scalinata di 1700 gradini che mi porterà prima a Corvo, arabesca frazione della perla della Costiera, e poi  a Montepertuso. Mentre percorro un sentiero sotto una pineta il rumore dei miei passi è attutito dal folto tappeto di aghi di pino. Ma il silenzio dura poco perché è rotto all'improvviso da un forte rumore di acqua che sento scorrere, invisibile, nel profondo vallone  alla mia sinistra. Alzo la testa e....... quasi non credo ai miei occhi: il sentiero è invaso da acqua gorgogliante  e in fondo, prepotente, una cascata che non ti aspetti. Il salto è notevole, lo stimo una ventina di metri, il getto d'acqua è prepotente e lo spettacolo è da mozzafiato.
La vegetazione adesso si dirada e lascia modo all'occhio di spaziare in giro  verso il mare: Nocelle, Praiano, e più lontano, nel profondo blu del mare, le isole Li Galli.
Il piccolo arcipelago dei Li Galli è composto da Gallo Lungo, la più grande delle isole e l'unica ad essere abitata, e poi la Rotonda e la Castelluccia. Il geografo Strabone diceva che esse erano abitate dalle sirene, le stesse che ammaliavano con il loro canto tutti i marinai facendoli schiantare sugli scogli. Solo Ulisse ed Orfeo  riuscirono ad evitarle. Il primo facendosi legare all'albero della nave e tappando le orecchie ai suoi marinai. Orfeo invece produsse una musica più bella di quella delle sirene che, per l'umiliazione, si tuffarono nell'acqua  e divennero scogli. Nel secolo scorso il celebre architetto Le Corbusier realizzo una bellissima villa  che poi Rudolf Nurejev la compro'. Dopo pochi anni, annoiato, la vendette ad albergatori del posto.
Si arriva adesso a Montepertuso, una frazione di Positano situata nella parte alta di Positano. La prima cosa che noto di questo pittoresco villaggio è il caratteristico ed insolito monte forato che lo sovrasta dalla parte occidentale. Anche Montepertuso  e' protagonista  di tante leggende sugli antichi positanesi  costretti a subire le angherie  del Diavolo. Poi, un bel giorno, l'intervento celeste della Madonna, che sfido' personalmente Lucifero, sconfisse miracolosamente il demone e libero gli infelici indigeni da questa onerosa schiavitù. E per testimoniare la sua presenza impresse il dito indice nella roccia di Monte Gambaro, producendo l'affascinante buco che ci sovrasta mentre ci passiamo sotto.
Si lascia Montepertuso e si prende un sentiero tutto in salita, ricco di scalinate molto ripide che ci portano fino alla casetta della Forestale. Il rifugio è rigorosamente chiuso e ben curato, con panche e tavoli e cartelloni indicatori  con numeri di cui non ci ho capito mai niente.
Continuo a salire.... sempre più stretti tornanti  pietrosi che rampano con una pendenza ancora possibile. Un podista mi supera, sgambetta veloce; io invece mi lascio distrarre dolcemente dal panorama (le mie sirene) e dal biancore delle rocce calcaree.
La pendenza aumenta e comincio a capire il perché del nome "croce": il mio calvario è fatto da gradoni alti 40 - 50 centimetri e la mia piccola gioia è solo che la bastionata di rocce è  veramente impressionante ed offre uno spettacolo maestoso.
Si continua a salire e seguendo il sentiero di Riva Erbatenera si passa  per un altro punto panoramico e si raggiunge un sentiero che si sviluppa in costa. Si segue per 300 metri quasi in piano e si arriva alla base di uno strettissimo crinale e da qui si prende il sentiero con scalini e corrimano in castagno, un sentiero estremamente pericoloso che ci porta quasi in cima.
Finalmente la salita finisce e quei tre lassù, anche se si mostrano da un angolazione diversa, li ho riconosciuti subito. Me li sogno da anni, già' da fanciullo speravo sempre di scalarli. Sono il Molare (1444 metri), il Canino e Monte Catello che formano  il Monte S. Angelo dei Tre Pizzi, ben visibile dal basso insieme  alle orribili antenne del Faito che guastano  la purezza del paesaggio, ma sono quelle  che ci fanno vedere un poco di TV e quindi lasciamo perdere.
Ma ecco finalmente la croce, la delizia, la fine della faticaccia. È il posto più alto della piana della Conocchia, ricca di alberi inariditi e bruttina. Il nome deriva dalla foggia in cui le nonne raccoglievano i capelli in una crocchia  dietro la sommità del capo.
Aggirando la piana si arriva ad un punto panoramico  dove si gode un panorama ad angolo piatto su tutta la penisola...  E qui mi fermo in contemplazione, stordito dalla fatica ma anche dall'improvvisa  beatitudine offerta da questo posto: Capri, i Faraglioni, Sorrento, il Vesuvio, tutti al di sotto del mio sguardo. Il paesaggio poi è così silenzioso  che, nonostante mi trovo  a 1300 metri, quasi sento i rumori  e le grida che probabilmente provengono dalla spiaggia di Positano.
Ridiscendo al Campo del Pero attraverso un sentiero ricco di faggi secolari ed arrivo finalmente alla sorgente della Lontra: una bella rinfrescata con acqua fresca di sorgente ci voleva proprio  dopo tanto cammino. Dopo bevuto alzo la testa e vedo dei cavalli lasciati liberi, splendidi ma diffidenti perché vorrebbero bere anche loro. Li chiamo, cerco di convincerli ma ottengo solo che il maschio dominante mi viene incontro non appena mi ha visto avvicinarmi alle femmine. Sbuffa, soffia, scalpita, si alza sulle zampe. Io sto' fermo, non mi allontano subito: è una sfida; ma la saggezza  mi dice  che è meglio non ingaggiare un duello con lo splendido stallone, e poi.... per che cosa? Mi allontano, piano piano, senza mai dargli le spalle, guardandolo sempre negli occhi. Lui si calma, non soffia più e dopo avermi dato un ultimo nitrito di avvertimento, si allontana  con le sue femmine verso la sorgente per la meritata abbeverata.
Anche questa sorgente è permeata da una leggenda che ha come protagonista l'arcangelo Michele che scacciò il diavolo dai dirupi di Monte S. Angelo ai Tre Pizzi mentre tentava degli eremiti che erano soliti dedicarsi in questi luoghi alla meditazione ed alla preghiera.
E qui, all'arrivo, finisce la mia corsa, una corsa davvero speciale, al di la di ogni forma di competizione ed agonismo, che ha arricchito  il mio essere di forti emozioni e di vibrazioni che hanno toccato le note più profonde del mio animo.
Ripeterò' sicuramente questa esperienza  per provare  le emozioni di librarmi di nuovo tra rocce e cielo su di un paesaggio  considerato un paradiso terrestre ma soprattutto per riprovare la gioia di aver realizzato il sogno  di un fanciullo che sognava sempre ad occhi aperti questa irraggiungibile montagna.
Ciao a tutti i podisti che amano la bellezza della montagna.




Gara: Faito X-Trail (02/06/2014)

SCHEDA GARA



File Attachment Icon
faitogrande.jpg
File Attachment Icon
faitopiccola.jpg
File Attachment Icon
faito1.jpg
File Attachment Icon
faito2.jpg