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I dolo-MITICI
di Giancarlo Amatori, 18/06/2011

Giancarlo Amatori e Tamara Arias (i dolo-MITICI) con Lino Trabucco

Giancarlo Amatori e Tamara Arias (i dolo-MITICI) con Lino Trabucco

2 Giugno 2011, ore 03:00, passo a prendere le sorelle Arias che per iniziare bene il nostro lungo viaggio mi propongono un bel cornetto a S. Giovanni: l'orario è quello giusto, peccato che la “gente della notte” stia per tornare a casa mentre noi stiamo per partire. Non so se sia questo il motivo, ma Tamara di cornetti ne prende due!

In viaggio io e Clara ci diamo il cambio e chi non guida dorme un po’, dopo circa 3 ore ci fermiamo per la seconda colazione, poi verso le 9:30 arriviamo a Marghera dove il mio amico Marco e la sua futura moglie Federica ci offrono la terza colazione: insomma s’è già capito quale piega prenderà questa trasferta!

Dopo la lunga sosta a Marghera ripartiamo sulla la A27 e finalmente iniziamo a salire verso le montagne, quando l’autostrada finisce e imbocchiamo la SS51 decidiamo nonostante la stanchezza una prima sosta per visitare la diga del Vajont, al confine tra Veneto e Friuli. Qui faccio amicizia con una enorme lumaca…

Il viaggio prosegue, a pochi km da casa ci rendiamo conto che è il 2 giugno e i negozi sono tutti chiusi così decidiamo di fermarci a pranzo: canederli, casunziei e formaggi tipici!

Una volta a casa la stanchezza si fa sentire quindi ci concediamo un paio d’ore di sonno, poi nella seconda metà del pomeriggio andiamo a fare un giro per i paesini del Cadore (Vodo, Borca, S. Vito). Una pizza per cena e poi tutti a dormire!

Venerdì la sveglia è a un orario decisamente comodo, una ricca colazione a casa precede la preparazione dei panini per il pranzo al sacco previsto in alta quota, ma non sappiamo ancora dove. Il programma prevede un continuo su e giù per i passi (Falzarego, Pordoi, Fedaia, Giau) con visite al castello di Andraz, salita fino a quota 3.000m con la funivia del Sass Pordoi con battaglia a palle di neve, deviazione con passeggiata al lago di Alleghe, tante foto e ovviamente tornando a casa merenda in pasticceria a Cortina e aperitivo con altri amici del posto a S. Vito dove nel frattempo ci raggiungono Marco e Federica che saranno nostri ospiti. Per cena il menu prevede un mix di Canederli ai salumi e ai formaggi, fatti a mano, e per dolce torta Sacher!

Sabato di nuovo sveglia tardi, altra ricca colazione, poi i 5 “ciccioni” partono in direzione Dobbiaco per ritirare pettorali e pacchi gara. Una volta sistemate le operazioni podistiche il nostro giro continua in Austria; ci fermiamo a pranzo in un ristorante dove il menu presenta una quantomeno discutibile carbonara con panna, cipolla, prosciutto e parmigiano… ovviamente mangiamo altro, e poi proseguiamo fino a Lienz. Visitiamo la cittadina, facciamo una lunga passeggiata fino al castello, poi la nostra attenzione viene catturata dalla “Hochstein Schlossbergbahn”, una pista da bob su monorotaia con dislivello di circa 350m su oltre 2km di percorso, una discesa strepitosa a tutta velocità che ho avuto la brillante idea di “mappare” col Garmin! Nel viaggio di ritorno visitiamo anche S. Candido (Innichen), poi facciamo tappa a Cortina dove incontriamo Lino Trabucco in viaggio con sua moglie per il 25° anniversario di matrimonio, ci offrono un aperitivo e scambiamo due chiacchiere “podistiche”. Una volta tornati a casa prepariamo una cena molto poco podistica, ma almeno riusciamo ad andare a letto presto: domani si corre!

Domenica la giornata non inizia nel migliore dei modi: dopo 3 giorni passati a fare i turisti, mangiare e dormire, la sveglia suona alle 6:30; dopo 3 giorni di tempo variabile, guardo fuori dalla finestra e diluvia, anzi "scravassa" come dicono da queste parti; dopo 3 giorni di colazione esagerata, un succo di frutta...

Dall'altra stanza esce silenziosamente Tamara, mentre gli altri amici non-podisti rimangono a dormire.
Noi ci prepariamo e usciamo, non fa freddo ma continua a piovere ininterrottamente; in circa mezz'ora siamo a Cortina dove troviamo parcheggio proprio vicino al tendone che ci ospiterà in attesa della partenza. Sopra alla canotta, ancor prima di scendere dalla macchina, mettiamo il poncho che era in dotazione nel pacco-gara e per prima cosa andiamo a depositare le nostre borse nei camion che le porteranno a Dobbiaco, poi andiamo sotto il tendone dove, trovandoci a parecchi km da Roma, non vedo nessuna faccia conosciuta e mi sento un po' come nelle prime gare quando ogni cosa intorno a me era "nuova".

L'orario della partenza si avvicina, vengono chiamati i podisti appartenenti alle gabbie prima della nostra e nel frattempo arrivano notizie confortanti a proposito della pioggia: sembra che a qualche km da Cortina non piova e che a Dobbiaco ci sia addirittura il sole! Finalmente arriva anche il nostro turno, usciamo dal tendone e ci dirigiamo verso il corso dove i quasi quattromila podisti vengono guardati dall'alto delle finestre degli alberghi dai turisti incuriositi. Prima della partenza viene suonato l'inno, nel frattempo smette di piovere, togliamo il poncho e al via percorriamo i primi metri camminando finché il gruppo si sgrana e ci permette di iniziare a correre, ci guardiamo intorno attentamente perché... ECCOLO!!! Al lato della strada c'è il mitico Lino che è venuto a farci il tifo! Facciamo qualche foto insieme e poi ci salutiamo.

I primi km si corrono sull'asfalto della statale "51 di Alemagna" che termina proprio a Dobbiaco, ma ben presto la abbandoniamo per immergerci nel verde e negli spettacolari paesaggi di queste montagne, percorrendo il tragitto della vecchia ferrovia delle dolomiti, dismessa negli anni '60, che ora è una strada bianca pedonale e ciclabile. La salita è costante, l'altitudine (si parte a circa 1.200m slm) non sembra creare problemi. Io e Tamara corriamo insieme per i primi km, ci perdiamo al primo ristoro ma poi l'aspetto e nonostante il lungo serpentone di podisti ci ritroviamo, il paesaggio è incantevole e il percorso si snoda tra suggestive gallerie scavate nella roccia e viadotti che attraversano piccoli torrenti, poi prima del secondo ristoro decidiamo di procedere ognuno col suo passo: lei per prudenza non se la sente di forzare, anche perché ha ancora nelle gambe i 100km del Passatore, ma mi assicura che sta bene; io invece nonostante lo scarso allenamento dell’ultimo periodo ho l'impressione di poter aumentare un po' il ritmo e così ci diamo appuntamento a più tardi...

Prendo un buon passo e nonostante la salita recupero il ritardo iniziale tornando alla media che mi ero prefissato fino al passo Cimabanche (circa 1.500m slm), cioè 6'/km. Supero il terzo ristoro e finalmente inizia la discesa, passo al km 15 che significa metà gara in un'ora e mezza e mi sento decisamente soddisfatto, penso che ormai il difficile sia fatto e aumento decisamente il passo arrivando a correre i km successivi sotto i 5', ma... la tragedia sta per compiersi!!! Al km 20 c'è di nuovo Lino a fare il tifo, ma poco dopo, quasi improvvisamente, il crollo! Le energie sono finite, o almeno questa è la sensazione che ho, e mi rendo conto che arrivare alla fine, nonostante la discesa, sarà tutt'altro che facile perché mancano ancora 10km. Per fortuna il paesaggio è sempre spettacolare, con il tratto lungo il lago di Landro in cui si specchiano le montagne, la vista sulle Tre cime di Lavaredo, e i colori della natura quasi incontaminata.

Il percorso però non è proprio facile, ci sono brevi saliscendi con pendenza più accentuata e tratti in cui il fondo è composto da grossi ciottoli. Vado avanti a un ritmo esageratamente lento (colpa della lumaca del Vajont!!!) fino al km 25 dove mi fermo al ristoro per mangiare una barretta energetica (che schifo…) e bere acqua e sali; riprendo camminando, guardo indietro perché mi aspetto di essere raggiunto da un momento all'altro e infatti poco dopo arriva Tamara: anche lei non è proprio al massimo della forma ma sta sicuramente meglio di me, in ogni caso decidiamo di proseguire insieme.

Gli ultimi km passano solo grazie alla compagnia ma mi sembrano lunghissimi, finalmente arriva il cartello col 29 e l'incoraggiamento di un gruppo di bambini al bordo della strada mi da la spinta per arrivare alla fine, dove riesco non so come ad assecondare la "volata" di Tamara. Chiudiamo poco sotto le 3h10'. Dopo l'arrivo ci aspetta di nuovo Lino per le foto e gli ultimi saluti, lo ringraziamo e finalmente lo restituiamo a sua moglie (Santa donna!) che ormai rassegnata si trova spesso circondata da questi strani animali che siamo noi podisti!

Noi svolgiamo le consuete operazioni dopo-gara e andiamo a prendere la navetta che ci riporterà a Cortina. Torniamo a casa, facciamo la doccia e poi per unire l’utile al dilettevole, visto che dobbiamo ripartire, svuotiamo il frigorifero!

Riusciamo non senza qualche difficoltà a trovare una messa (da queste parti i preti scarseggiano…), ci concediamo un ultimo gelato e alla fine ripartiamo per Roma alle 19:15: arriveremo a destinazione (dopo una cena a base di piadina romagnola) alle 03:30 di lunedì mattina. Il bilancio di questi 4 giorni è di 1.600 km per la mia povera Matiz, 30 km per noi podisti e qualche kg in più per tutti!


Gara: La Corsa delle Dolomiti (05/06/2011)

SCHEDA GARA



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