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Trail dell'Amiata: la "montagna"
di Ettore Golvelli, 09/08/2015

Foto di gruppo prima della partenza

Foto di gruppo prima della partenza

La montagna mi ha sempre accompagnato nelle mie fantasie. Da bambino la disegnavo sempre su di un foglio bianco: un bel triangolone ... o forse un cono, con le pendici verdi, più irte in cima e via via declinando in prati sempre più dolci. Con un bel sole raggiante alle spalle, la pianura tutta intorno, a volte con la vetta innevata.
Poi chiudevo gli occhi ed esprimevo il desiderio di quello che volevo incontrare: il bosco dei miei sogni. Una grande foresta continua, con abeti bianchi, castagni e poi, a salire sulla montagna, pini e poi faggi. Una selva che copriva tutta la montagna, interrotta solo da fiumi e torrenti di acqua cristallina.
Poi sognavo di incontrare cervi, caprioli e daini e poi osservare i lupi senza correre rischio.
E poi il mio animo, sensibile alla storia, vagava tra appassionanti racconti di lotte tra potenti dentro uno scenario di paesi medioevali con castelli e rocche e celebri geste di cavalieri di ventura.

Oggi invece sogno  solo pace e tranquillità, rilassamento totale, passeggiate in montagna  o corse campestri  che oltre  a migliorare  la forma fisica, avranno il merito  di favorire il mio appetito.
Se questi sono i miei desideri allora posso smettere di sognare perché adesso sono tutti a portata di mano, perché  finalmente ho trovato una montagna piena di cose speciali e rare, una montagna eccezionale in quanto semplice e naturale: l'Amiata è questa montagna.

In effetti è proprio così: un antico vulcano che s'impone maestoso nel suo splendido isolamento sugli aspri paesaggi della Maremma e le dolci colline delle crete senesi.
Tutto l'Amiata è un grande spazio di natura. Lo dimostrano le foreste di abeti, castagni e faggi e la sua fauna che comprende specie di eccezionale rilevanza come il biancone, il falco lanario e il lupo. Negli ultimi anni, nei progetti di recupero, hanno interessato anche animali domestici, un tempo comuni, come l'asino miccio  di razza amiantina e la cinta senese, un maiale dal pelame scuro e dalle abitudini frugali, da cui si ricavano salumi di elevata qualità.

Ma è l'acqua il suo elemento primario. Infatti l'Amiata è uno dei maggiori fornitori d'acqua della Toscana del Sud; intorno al monte sprizzano sorgenti, fiumi e corsi d'acqua: l'Orcia, il Paglia, il Formone, l'Albegna, l'Ombrone, il Fiore, il Vivo. Insomma oltre 1000 torrenti che lambiscono il territorio.
Poi quando la generosità della natura si accompagna all'atavica maestria dell'uomo, e i toscani sono autentici maestri, ecco che nascono autentiche delizie per il naso e il palato, come gli oli extravergini delle vallate che discendono dal Monte Amiata. Protagonista principale è un olivetta piccina piccina, raggrinzita e bruttarella: l'olivastra seggianese. Dà un olio dal fruttato intenso, fresco ed erbaceo, con gusto rotondo piuttosto astringente e pungente, molto sapido e piccante. È accompagnato con il tipico biscotto salato, diventa una geniale e ghiotta specialità che solo gli abitanti della Toscana sanno produrre.

Ma il Monte Amiata è anche un posto di pace, tranquillità, solitudine e soprattutto di riflessioni.
Su questa montagna il cantante Marco Masini trovò lo spunto per una sua canzone "Dio non c'è", un brano che affronta il tema della fede religiosa e dedicata a un sacerdote amiatino che ha trascorso la sua vita in attività nobili.
Il testo della canzone si interroga sulle leggi della vita e della fede, anche quando un uomo di grande levatura viene strappato dal mondo in modo tragico.
Nel brano il protagonista è un ragazzo perso in se stesso che si affida alla comunità di un sacerdote dell'Amiata che rappresenta, in una società falsa e meschina, l'unica speranza per credere nel futuro.
Il ragazzo cerca rifugio in una fede che non riesce a trovare e s'interroga sull'esistenza di un Dio che, a dispetto della sua nomea, consente che avvengano disgrazie anche a chi dedica la propria vita e professare pace, amore e misericordia.
Il ragazzo arriva alla conclusione  che "... la fede è solo un regalo  di Dio ..." e che non serve cercarla se non la si trova nel proprio spirito.
La canzone, anche se può apparire blasfema, è solo una reazione rabbiosa di un giovane che, da ateo, aveva cercato di avvicinarsi alla fede e proprio quando stava cominciando un nuovo luminoso percorso, si sente tradito da un mondo e da un destino ingiusto che gli ha rapito quella possibilità di trovare la fede e che non fa mai sconti a nessuno.

E questa è la montagna dell'Amiata. Un vulcano sconosciuto dove ogni stagione è una poesia, ogni rumore una musica deliziosa tutto l'anno. Una montagna che si tinge di mille colori dei fiori quando l'aria è attraversata dai profumi della primavera ed esplode rigorosa l'estate che si consuma nella dolce brezza che segue il percorso  segnato dai sentieri.
La più grande faggeta d'Italia, le mille sfumature cromatiche, i profumi del bosco, i prati accarezzati dal vento. E poi funghi, fragole, lamponi, ciliegie, castagne, piante, animali. Insomma un paradiso di differenze in armonia e in equilibrio con l'uomo e la sua terra.

Un posto eccezionale per correre ed io ci sono stato. Ve lo consiglio.


Il monte Amiata in tutto il suo splendore

Il monte Amiata in tutto il suo splendore

Gara: Trail dell' Amiata (01/08/2015)

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