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L’improvvisazione è una sòla !
di Cristiano Giovannangeli, 18/03/2013

Lorenzo Bianchi e Cristiano Giovannangeli

Lorenzo Bianchi e Cristiano Giovannangeli

Chiunque abbia deciso di affrontare una Maratona, oltre ad affidarsi ad un bravo coach per farsi preparare una tabella di allenamenti, si documenta anche tramite internet o giornali specializzati in running per poter cogliere delle “dritte“ per curare al meglio ogni minimo dettaglio.

Ogni articolo, ogni premessa ed ogni consiglio iniziale su come prepararsi al meglio su una distanza così impegnativa inizia più o meno così: una Maratona non si improvvisa!

E già, la preparazione deve essere puntigliosa, altamente improntata sulla resistenza psicologica (ritorneremo su questo aspetto più tardi), oltrechè su quella delle gambe! Tanti allenamenti, ripetute in salita e in pista, aumento della soglia aerobica, i fondamentali medi e lunghi, lo scarico finale e l’alimentazione mirata della settimana che precede la competizione.

Questa gara sembra che abbia dei principi scientifici su cui basarsi, su metodologie provate e riprovate che danno la sensazione che basti saltarne uno per poi pentirsene amaramente il giorno della gara.

Non mi ritengo un runner di quelli esperti, tutt’altro, loro hanno dei nomi, si chiamano Sergio Colantoni, Francesco De Luca, l’inossidabile Stefano Fubelli o Alberto Botta solamente per citarne qualcuno, io domenica ho festeggiato solamente il mio 2° anno di attività con la maglia Orange, ma comunque in così poco tempo ho affrontato la mia 4^ Maratona… non poche! Un piccolo bagaglio d’esperienza credo di essermelo fatto, soprattutto grazie a Pino Coccia, il mio coach o forse più un amico o forse anche un altro padre!

Lui sempre dedito ad una pianificazione personalizzata ricca di consigli, tabelle, allenamenti programmati e stilati di volta in volta, in base alle condizioni personali e momentanee dell’atleta che sta seguendo: niente di improvvisato, tutto derivato dall’esperienza di anni e anni di passione dedicata a questo sport!

Quanti consigli: oggi fai questo, mi raccomando non esagerare, fatti un bel massaggio, spingi con le salite; potrei scrivere pagine e pagine di “dritte“ datemi dal mio coach, ma chiunque lo conosce so di cosa sto parlando e così non mi prolungo.

Mi sono soffermato su questo aspetto per farvi capire quanto la mia preparazione alla Maratona di Roma fosse stata improntata su una programmazione ben mirata , ripeto nulla di improvvisato.

Forse qualcosa è andato storto vi starete chiedendo dopo questa premessa, ebbene si, sono stati quei maledetti crampi sopraggiunti all’ingresso di Piazza Navona al km 35: mentre tutti erano presi nell’ammirare le meraviglie di una Roma secolare, iniziava la mia battaglia personale con la mia gamba destra che ogni 2-300 metri si irrigidiva così tanto da non potermi più far avanzare: o almeno lei così pensava!!

In quei momenti ti senti perso, improvvisamente vedi tutto buio davanti a te, pensi di aver buttato via tutto, i tanti km già affrontati, i mesi di preparazione, i lunghi sotto la neve, le sveglie all’alba per andare a correre, tutto vanificato…. Quale sarà stata la causa allora se tutto è stato pianificato nei dettagli? Leggete bene: una stupida soletta in più infilata nelle scarpe la mattina della gara! Nell’ultimo test premaratona, quando appunto si testa tutto ciò che dovrebbe indossare nella Maratona, avevo la sensazione che la scarpa fosse un po’ scarica: in effetti se tutti consigliano di non azzardare mai una scarpa nuova, sconsigliano vivamente di non usarle troppo usurate e le mie comunque venivano dalla Maratona di Venezia, con tutta la sua preparazione alla quale andava aggiunta quella della maratona di Roma … forse un po’ troppi, ma ormai era anche troppo tardi per usarne una nuova e così ho azzardato questa soluzione aggiuntiva che a primo impatto mi rendeva l’appoggio più morbido.

Solo che non avevo calcolato che dopo tanti km il piede poi si gonfia e così la stessa durante la gara mi ha bloccato la normale circolazione del sangue con conseguenti crampi, cosa di cui mai ho sofferto!

E ora che fare, la tolgo, e se mi fermo e non riparto più? Una decisione da prendere al volo per non compromettere la gara il tutto mentre la mente in questi momenti è quello che è visto che l’ossigeno è concentrato su altri luoghi del corpo più bisognosi.

Opto per il continuiamo così, magari passerà. Fortunatamente accanto a me ho un angelo custode: Lorenzo Bianchi . Atleta anche lui della Podistica Solidarietà non in gara, ma che si è offerto si scortarmi fino alla fine.

Lui oltre ad essere un amico è uno psicologo di professione, sa come prendere una persona in difficoltà e così non potendomi prestare la sua gamba mi aiuta ad affrontare questi interminabili momenti. Frasi giuste dette al momento giusto con un tono di voce non urlato come saprebbero fare molti motivatori, ma incisive e soprattutto motivanti.

Il resto sono 7 km di sofferenze, dove non conta più il fisico, né la preparazione ma solamente una cosa, la testa ed arrivare a quella salita accanto al Colosseo, l’ultima, la più dura ma la più cercata perché sai che lì troverai lui, Pino Coccia che saprà darti quella carica per farti affrontare gli ultimi metri al massimo… eccolo lì ora il traguardo è vicino, il tempo di farsi prendere dall’ultimo crampo e tagliare il traguardo in 3h 09’ 27” !

Nuovo personale su una Maratona e ben 22 minuti in meno dello scorso anno … considerando i metri in più che ci hanno fatto fare e il manto stradale quasi fosse un trail, non male!

Forse mi sono dilungato troppo ma vorrei infine dedicare 2 righe di ringraziamenti :
In primis a Pino Coccia, non mi stancherò mai di ringraziarlo per avermi “adottato” atleticamente.

A Lorenzo Bianchi, forse se non mi sono arreso è soprattutto grazie alla suo essere motivatore oltre che un caro amico… una persona stupenda così si trova veramente di rado…

A tutti i numerossimi Oranges presenti in ogni angolo del percorso, anche loro sono stati importantissimi: ricordo le facce e le frasi d’incitamento di ognuno di loro anche se ero poco lucido. Non siamo una squadra ma un'unica e grande famiglia!

Un caro saluto a tutti e imparate da me: se dovrete affrontare una maratona non improvvisare niente che non avete già testato!

Cristiano



Gara: Maratona di Roma (17/03/2013)

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