Domenica 23 settembre, mentre si disputava il Trofeo degli Arancini e il Trofeo Podistica Solidarietà, alcuni di noi hanno rappresentato la squadra arancione alla mezza maratona di Sabaudia, dove ci ha atteso, oltre che il sudore dei 21 km, la vista di un mare spettacolare che ha in qualche modo alleviato la fatica.

Anche stavolta, prima e durante la gara, ho conosciuto persone che avrebbero corso quel giorno la loro prima mezza maratona.

E così mi sono tornate in mente le emozioni della mia prima mezza maratona a Trieste, quando appunto si diceva, come ho sentito dire ancora una volta, “l'importante è arrivare alla fine”.

Durante il percorso, all’ottavo chilometro, mi ritrovo a correre con qualcuno che, come ho fatto io da dilettante anni fa, ha deciso di scendere dai pedali per “provare” a correre.

Sembrava che i km non passassero più a sentirlo parlare, in fondo erano i suoi primi 21 chilometri “a piedi”.

Tuttavia, seppur faticosa, la sfida sembrava entusiasmarlo. Chi corre direbbe che il ciclista presto non potrà fare più a meno del “sudore podistico”.

E la sorpresa è che, pur non sapendolo, se non fosse rimasto lui al mio fianco fino all’ultimo, forse al traguardo non ci sarei mai arrivata. Perché 21 km sono comunque 21 km, perché mi aspettavo un percorso in pianura, che in realtà era un continuo falso piano, senza contare le salite vere e proprie, perché il caldo si è fatto sentire, anche se l’aria non era umida.

Per Leonardo Ronci, il primo atleta arancione a tagliare il traguardo, invece la sfida è stata doppia, avendo portato a termine la gara con l’influenza.

Un caro saluto agli altri atleti della podistica che ho avuto il piacere di conoscere in questa occasione: Luigi Esposito, Antonio Consoli, Antonio Maglione, Francesco Scarparo, Maurizio Battisti e Vittorio Tiberi. Siete forti!

Se tutto va bene, alla prossima dei Castelli Romani!