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77 Orange al Parco delle Sabine
di Maurizio Zacchi, 17/11/2015

Ho aspettato qualche giorno a scrivere il mio resoconto sulla Maratonina di S.Alberto Magno; avevo bisogno di un po’ di tempo per lasciare decantare le mie emozioni.

Questa corsa assume per me un significato molto particolare, perché è certamente particolare vedere tante persone correre sui “miei” vialetti, i vialetti di quel Parco delle Sabine che è diventato per me in questi anni una sorta di amico immaginario, con il quale condividere la mia passione per la corsa, ma anche tutti i miei stati d'animo.

Quante volte ho maledetto quel continuo alternarsi di salite e discese senza soluzione di continuità e quante volte ho amato quella sensazione di leggerezza che i miei rari momenti di forma fisica riescono a regalarmi. Quante volte ho attraversato quel parco chiuso nelle mie preoccupazioni e quante volte l’ho fatto ricordando gli episodi piacevoli della mia vita.

Sono passati ormai 5 anni, era il 27 novembre del 2010, da quel fatidico momento che entrai nel Parco delle Sabine per muovere i miei primi passi di corsa, sessioni da un minuto alternate a sessioni di camminata veloce. Un programma che mi portò a correre la mia prima 10 chilometri, la Corsa di Miguel, dopo meno di due mesi e soprattutto mi portò ad iniziare un lungo rapporto con la Podistica Solidarietà e con quella canotta orange che ha scandito i tempi della mia passione.

Proprio per questo, vedere tutte quelle canotte orange invadere festosamente i miei spazi, è stato per me un motivo di grande gioia, che ha riempito di felicità quella che altrimenti sarebbe stata una giornata molto triste, segnata dalla follia umana.
Passare in poche ore da quelle immagini di morte che hanno riempito le strade di Parigi a quelle immagini gioiose che hanno riempito le strade di una delle tante periferie della Capitale ha avuto un autentico effetto terapeutico. In fondo le politiche del terrore hanno proprio l’obiettivo di sconvolgere la normalità, di colpire le persone nella loro capacità di provare sentimenti positivi, di amare, di gioire, di sorridere. Se quei terroristi che hanno colpito Parigi avessero potuto vedere le immagini di questo evento si sarebbero sentiti sconfitti, avrebbero compreso l’inutilità delle loro azioni. Non riusciranno a cambiarci, non riusciranno a toglierci il sorriso e la voglia di stare insieme.

Ora però vorrei tornare all’invasione orange, ai magnifici 77 podisti solidali che hanno onorato questa manifestazione, e chiaramente anche me, della loro presenza: nuovo record assoluto, con 20 adesioni in più rispetto al record stabilito nel 2013. Come si fa a commentare questo dato senza scadere nella retorica, evitando di ricorrere all’uso di iperboli, o comunque di termini “scontati”, come fantastici, bellissimi, meravigliosi, adorabili … E quindi me la cavo semplicemente con un grazie, sperando che tutti gli orange che hanno partecipato a quest’evento abbiano potuto apprezzare lo spirito particolare che caratterizza questa manifestazione, quella che io definisco "una corsa di altri tempi".

Tutto è ridotto all’essenziale (a parte il ristoro) per una precisa scelta, per non snaturare il senso di una festa popolare, con un significato solidale e sociale che va oltre il significato agonistico. In questi anni ci sono state molte possibilità di farla crescere velocemente, attraverso l’intervento di sponsor “famosi”, dal nome roboante, ma Carmine Petracca, il deus ex machina di questa corsa, ha sempre declinato le loro proposte, preferendo preservare la particolare identità di questa manifestazione. Anche gli sponsor che hanno fornito la loro collaborazione, sono tutte aziende che collaborano “in punta di piedi”, fornendo il loro contributo affinché si possano raggiungere gli obiettivi solidali che sono alla base della manifestazione.

A proposito di questo. E’ importante precisare che praticamente tutte le quote raccolte attraverso le iscrizioni, i contributi e le donazioni vengono destinati alle attività solidali della parrocchia, attività che in questi anni sono aumentate esponenzialmente a causa della crisi economica. L’organizzazione della corsa non costa praticamente nulla, perché tutto viene realizzato grazie all’azione di tanti volontari coordinati dall’onnipresente Carmine Petracca.

Non so quanti di voi hanno notato come viene segnato il percorso, per evitare confusioni in quel continuo incrociarsi sui vialetti del Parco. Non so chi ha notato la “geniale” soluzione che prevede le fettucce colorate stese sui vialetti e mantenute a terra da una sequenza di sottovasi. Insomma tutto progettato con un orientamento alla massima economicità, per evitare di intaccare “il tesoretto” solidale.

Questa edizione ha segnato anche il record di partecipanti da quando è stata spostata al sabato pomeriggio: 210 arrivati. Un record i cui meriti vanno anche ascritti alla partecipazione orange.

Insomma, tutto splendido, tranne uno spiacevole episodio occorso all’amico Andrea D'Offizi, che al rientro dalla sua fatica, non ha più trovato il suo zaino. Un episodio che ci colpisce in modo particolare e ci costringe a ripensare qualcosa nell'organizzazione. Il prossimo anno chiederò a Carmine di predisporre un vero e proprio deposito borse, per evitare che un episodio di questo tipo possa ripetersi, ma in fondo anche questa necessità rischia di diventare un modo di snaturare qualcosa nello spirito autentico di una manifestazione di questo tipo.

Credo di aver parlato anche troppo; ultimamente scrivo raramente sul sito della Podistica Solidarietà, ma poi quando riprendo la tastiera in mano …
Un grazie particolare anche al Presidente Pino Coccia, che non era presente fisicamente, ma che non ha fatto mai mancare il suo sostegno.


Gara: Maratonina di S.Alberto Magno (14/11/2015)

SCHEDA GARA



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