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Una Maratona metafora di vita
di Isabella Calidonna, 23/11/2016

Abbracci ed emozioni sulla linea del traguardo della Maratona di Verona

Abbracci ed emozioni sulla linea del traguardo della Maratona di Verona

Ed eccomi qui a raccontare della mia seconda maratona. Come per la prima anche questa maratona mi ha regalato tante emozioni. Ho potuto condividerla. Condividerla con chi è importante per me. Inoltre intorno a me avevo tantissimi Orange, con i quali mi sono divertita nel pre maratona: abbiamo scherzato, abbiamo visitato una città stupenda come Verona e abbiamo cenato tutti insieme, condividendo mille storie e aneddoti, unitamente a una miriade di risate.
In questa maniera non ho sentito l'ansia, anzi ero tranquilla. Due domande hanno contraddistinto la serata. “In quanto pensi di finirla?” mi hanno domandato. Col sorriso ho risposto “Io penso di finirla”.
La seconda, quasi a fine serata. “Allora? Come ti senti? Sei emozionata? Agitata?”. Sempre sorridendo rispondo di no. È la verità. Sono tranquilla, e questo grazie anche alla piacevole compagnia.

Poi però, la mattina della gara la signorina ansia ha bussato. Ma ho saputo gestirla, avevo anche trovato un b&b vicino alla partenza, che ci ha permesso di arrivare in griglia senza fretta. Riscaldamento, risate prendendo in giro chi cercava di seguire i ragazzi che incitavano a fare riscaldamento a suon di musica. Io nella foga ho anche dato un calcio ad una povera signora, che però è scoppiata a ridere e io con lei, dicendomi di non preoccuparmi perché lei aveva appena dato uno schiaffone ad una sua amica per la foga... le mie solite gaffe!
Arriva il momento di prendere posto in griglia. Preferisco andare sola, per iniziare a concentrarmi e prendere contatto con me stessa. Saluto gli Orange che riconosco e ritorno nella fase concentrazione.
Partiamo e io già sorrido. Incontriamo un gruppo che ci dà il ritmo a suon di tamburi e gente che ci incita. Questo deve essere una maratona. Una festa.

La città poi è favolosa. Come sempre le mie maratone si contraddistinguono per la bellezza dei luoghi e dei monumenti, che già conosco e che come sempre ripasso nella mia testa.
Verona però è piccola e quindi andiamo fuori dalla città. Conosco Parona e la sua campagna. Li siamo in completa solitudine. Arriviamo anche a Chievo.
Li inizio a sentire fastidio al ginocchio (che fa strani rumori) e alla caviglia. In realtà erano dolorini che già avevo, ma non volevo assolutamente che compromettessero la mia gara. Ci tenevo troppo.
A partire dal 29 chilometro ho incontrato tre splendidi milanesi Silvio (che mi chiamava treccia) Manuela e Deborah che mi hanno accompagnata fino alla fine. Con loro ho condiviso le mie gioie e i miei dolori. In pochissimo tempo ci siamo aperti e confidati senza nemmeno conoscerci e siamo diventati Amici. Avrei potuto continuare da sola. Avrei potuto non dar loro retta. Invece ho alzato la testa. Mi sono aperta.

Supero il chilometro 40. Uno potrebbe dire è fatta, ma mancano due chilometri, i più duri. Supero il 41. Sono sul ponte che conduce in città. Al centro un uomo con una macchina fotografica che mi chiama. È Claudio. Lo saluto e sorrido all'obiettivo. Continuo a correre, le persone che ci incontrano ci incitano e ci dicono di non mollare, ci dicono che siamo bravi, e lo siamo se siamo riusciti a resistere tanto. Siamo alla fine mancano forse 600 o 700 metri e vedo una figura da lontano che mi sembra di conoscere " È Cosimo!" Dico ai miei amici. È venuto a prendermi e facciamo gli ultimi metri insieme. Mi dà consigli, mi dice di non mollare e che sono stata bravissima. Sono migliorata di 26 minuti!!!
Ci stacchiamo poco prima del traguardo, lui non può seguirmi.
Però non sono sola. Mi segue dietro le cancellate. Inoltre ci sono i miei Amici che mi prendono per mano e tutti e quattro tagliamo il traguardo. Emozioni che sono difficili da descrivere. Tutti che ci applaudono ci incitavano. Gli abbracci e le promesse di non perderci.
Quasi subito ho pensato che la maratona è una vera metafora della vita con le sue difficoltà e la sua bellezza. Ma come nella vita per finirla e per riuscire ci vuole volontà e testa. Tanta testa.
Sul percorso incontri tante persone, con poche condividerai emozioni e con molte instaurerai rapporti duraturi.
Ci saranno momenti difficili, ma con la testa e il cuore si supereranno. È così che si supera tutto.


Isabella 'assaggia' la sua meritata medaglia da finisher

Isabella 'assaggia' la sua meritata medaglia da finisher

Gara: Maratona di Verona (20/11/2016)

SCHEDA GARA



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