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Cronaca di una maratona
di Cristiano Giovannangeli, 21/11/2014

campeon!

campeon!

La maratona di Valencia nasce da una sconfitta.
Già, esattamente nella mia ultima Maratona di Roma, dove complice una scarsa preparazione dovuta alla mia emigrazione per lavoro sulle Dolomiti e ad una gara di 30k un po’ duretta appena due settimane prima, il risultato vedeva un arrivo difficoltoso e con molti crampi in 3h e 13 minuti, 12 in più del mio personal best. Ma non sono sicuramente tipo da buttarmi giù e quindi mi sono messo da subito alla ricerca di una maratona autunnale da preparare con ampio anticipo. Consultando le varie proposte su siti dedicati, opto per Valencia sia per il percorso piatto, sia per la splendida città che avevo già visitato, sia per il clima mite previsto anche per metà Novembre.
Decido di iniziare la preparazione con anticipo dividendola in tre fasi: luglio fase potenziamento che chiamerò di costruzione del motore, con gare mediamente lunghe, altre in salita, trail in montagna; agosto, fase resistenza, con l’aumento dei giri del motore, quindi gare ed allenamenti adatti ad aumentare la capacità aerobica; settembre-ottobre, resistenza-potenza, curando quindi la tenuta della durata del motore con gare, più o meno lunghe, ed allenamenti che ruotano intorno alla velocità che si presume dovrei tenere in gara per 42 km. In coincidenza anche con il mio nuovo status di disoccupato, la preparazione procede meravigliosamente ed ogni gara, seppur attento a non strafare in vista dell’obiettivo primario, mi dà consapevolezza nei miei mezzi e nel sogno di abbattere quel muro delle 3 ore.

Arriviamo così velocemente alla partenza per Valencia in compagnia di Alessandro Amato: un amico con la A maiuscola, protagonista anche lui della gara, con l’augurio che la sua faticosa preparazione porti per lui ricche soddisfazioni.
Approdiamo in città venerdì sera e neanche il tempo di posare le valige ci ritroviamo nella movimentata movida del weekend stando ben attenti a non farsi prendere dal coinvolgente entusiasmo che potrebbe pregiudicare tutto! Il giorno seguente ci dedichiamo invece alle solite procedure del ritiro pettorale e pacco gara in compagnia della sempre simpatica Antonietta Scala. Tutto molto bello, il villaggio, l'organizzazione ed il paella party, se non fosse che ad accompagnare un meraviglioso sole ci fosse un vento che piega gli alberi! La cosa inizia ad infastidirmi non poco, soprattutto perché le previsioni parlano della stessa situazione metereologica anche per il giorno seguente e così si riaffacciano in me i fantasmi della maratona di Venezia di anni prima, dove una semi-bora contro ci ha accompagnato per 42 kilometri. Sono nervoso, eppure mi guardo intorno e la gente sembra neanche accorgersi del problema tanta è il loro entusiasmo!

Il giorno seguente mettiamo la sveglia alle 6 ed apro le tapparelle ancor prima che gli occhi per vedere l’albero davanti la mia finestra: con stupore noto che non si muove una foglia! Riprendo ardore e neanche un sms di Antonietta che annuncia vento di 50 km/h per metà gara frena il mio impeto. Ora non vedo l’ora di correre, tanto che anche la colazione si svolge in fretta e furia!
Arriviamo al villaggio maratona e lì alla spicciolata incontriamo altri Orange, Claudio Ubaldini e Fabio Farabullini, e mi incanalo tra i primi nella mia griglia di partenza, che noto con piacere essere molto vicina all’arco di partenza. Il vento sembra aver accontentato le preghiere di molti migliaia di atleti come me e al meno per il momento, ci dà una tregua… Sono molto concentrato, ora non ho più scuse e penso solamente che non vedo l’ora di sentire quello sparo. Eccolo, partiti… i primi km si svolgono con due file inedite di corridori: da una parte noi maratoneti e dall’altra i più rapidi ad affrontare la 10 km. Sfiorandosi ma senza mai toccarsi le due file prendono percorsi diversi con un pubblico festante che non sa chi incitare… Ecco il pubblico, una nota di gran merito va a loro: nei giorni precedenti l'organizzazione aveva fatto un appello alla popolazione affinchè chi non avesse corso, si doveva impegnare ad incitare. Credo che non ci sia stato un Valenciano che sia rimasto a casa quel giorno! Una folla mai vista ad incitarci per 42 km! Gente mascherata, signore anche di una certa età vestite da cheerleader, suonatori di tamburi a scandire i nostri passi, flauti, acrobati, casse alte quanto me a sparare musica rock… e tanti tanti bambini sempre con la mano protesa a cercare il nostro cinque e a gridare “animo!!” o “campeon”: non fanno che riempirti il cuore e a darti quella carica in più!

Il resto è un arrivo ancor più da brividi con gli ultimi due kilometri che mi sono proprio voluto godere: due ali di folla che mi hanno fatto sentire Pantani al Mortirolo (non solo per la mia pettinatura!) e che mi hanno accompagnato fino a quella meravigliosa passerella finale sull’acqua al centro del palazzo delle scienze con un cronometro che segna 2h 55’ 18” con oltre 300 mt di percorso in più!
Le lacrime di gioia di fine gara danno sfogo a tutti i miei sforzi e la mia prima telefonata non potevo che farla al mio sempre amatissimo presidente Pino Coccia al quale dedico con piacere questa mia vittoria: è grazie a lui che sono diventato un bravo runner, ai suoi consigli, ai suoi incitamenti… lui ha sempre creduto in me ed io non smetterò mai di ringraziarlo!
Grazie Pino, questa mia personale vittoria è anche tua!!


l'arrivo al Museo delle Scienze

l'arrivo al Museo delle Scienze

Gara: Maratona di Valencia (16/11/2014)

SCHEDA GARA



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