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La mia prima maratona: quando il cuore fa la differenza
di Claudia Marchetti, 13/11/2018

Corro da quasi 4 anni e fin da subito ho scelto come squadra la Podistica Solidarietà, una canotta Orange che ci distingue appunto per la solidarietà verso chi è meno fortunato di noi.
In questi anni ho gareggiato in diverse distanze e tra i miei obiettivi avevo quello di correre una Maratona. A maggio scorso ho deciso di iscrivermi a quella di Ravenna, mi colpisce la medaglia, un vero oggetto di arte.
Ne parlo con il mio coach, Marco Taddei, che mi segue da un anno, lui non è pienamente d’accordo, sarebbe meglio aspettare ed iniziare da Roma, la nostra città ma io ormai mi sono fissata. Non mi dice di no e così mi allena, mi segue, e mi consiglia su tutto.
Dopo una dura preparazione, senza lunghi lenti ed inutili, come li considera lui, ma lavori mirati, che allenano testa e corpo, arriva finalmente il giorno della partenza per Ravenna.
Vado con la mia famiglia, mio marito e mio figlio che nonostante tutto mi hanno sopportato e che ringrazio per avermi capita quando ho tolto loro parte del mio tempo. La preparazione di una Maratona non è un gioco, ci vuole costanza, tenacia e tanta volontà.

Siamo al giorno tanto atteso e nonostante il mio coach dica che sono un po’ indisciplinata, curo alimentazione e abbigliamento da indossare, già sperimentato in altre gare lunghe.
Dopo aver abbracciato forte forte mio figlio, mi dirigo verso la partenza. Sono in griglia e le donne che mi trovo vicino hanno il pettorale per i 21 km, alcune mi guardano un po' meravigliate e mi chiedono ma fai la Maratona? Ed io con fierezza rispondo si!!!
E da questo momento inizio ad essere sempre più concentrata. Voglio quel traguardo, voglio quella medaglia… mi ripeto come un mantra.
Si parte e inizio ad avere tutti pensieri positivi, cercando di non pensare a quanto ancora è lunga la strada, cerco di emozionarmi ad ogni metro che percorro. Siamo in centro, tanta gente e tanto tifo.
Al 5 km penso che questi primi km sono per Maura, i successivi 5 per Paola e quelli dopo per Lorella. Arrivo a 15° km senza accorgermi e con un buon tempo, ma è troppo presto per fare calcoli, la Maratona è imprevedibile quindi continuo ad emozionarmi e arrivo al bivio, un cartello indica a destra per la maratona, sinistra per la mezza… il dubbio di deviare verso la distanza minore non mi viene minimamente, oggi sono qui per la REGINA, anzi sorrido e penso a quello che mi dice il coach riguardo le mezze maratone e continuo sempre più tignosa e mi trovo un rettilineo interminabile che in qualche modo mi disorienta, ma cerco di tenere il passo senza mai mollare.
Al biscotto incrocio Luca Pretolani, che ringrazio per avermi incitato dicendomi che stavo andando bene.

Il rettilineo sembra non finire mai, e la mia mente cerca di pensare ad altro, mi vengono in mente ricordi di infanzia, penso ai miei genitori e ai miei parenti che non ci sono più e mi sento meglio, penso che sto correndo anche per loro, soprattutto per loro e per chi non può farlo!!!
Mi ritrovo al km 27° senza particolari problemi, sto bene e il passo è sempre regolare. Ho usufruito di tutti i ristori incontrati durante il percorso, bevendo solo acqua e un po' di sali, mi sento tranquilla. Ecco il trentesimo chilometro e il garmin segna 3h05′… fantastico!!! Se penso che la 30 km di Latina l’ho chiusa in 3h11′!!!
Ma i calcoli li lascio perdere, mancano ancora 12 km e 195 metri, ora mi aspetta di nuovo il rettilineo nel senso contrario, vado avanti bene e al biscotto noto che dietro di me ci sono tanti runner, qualcuno mi saluta e mi batte il cinque.
Mi trovo al 33° km e inizia un dolore al fegato, fitte strane che diventano insopportabili… ho bevuto solo acqua e pochi sali e non ho preso gel o aiutini, io corro con le mie forze!
Cerco comunque di non fermarmi, ma rallento molto, il dolore mi impedisce di riprendere quel passo regolare avuto sino a quel momento. È così per altri chilometri, non passa… ma non posso cedere ora!
Manca davvero poco al traguardo. Faccio respiri profondi e sembra diminuire, sono al 40° km e inizio a crederci!!!
Riprendo il passo e tra una lacrima ed un altra arrivo al 41° chilometro e ripeto la nostra frase: OSARE E TENERE!
Trovo lì un mio amico Romolo, con la moglie che urlano il mio nome… daje daje mi dicono è finita!!! Allora spingo di più, tanto che percorro l’ultimo km a 5’20”!!!
Eccolo il gonfiabile, altro tifo, altri applausi, mancano quei bellissimi 195 metri!!!
Mi giro e sento gli applausi di mio marito e mio figlio, che brividi, volo… apro le braccia e urlo di gioia!!!
Blocco il garmin a 4h31’16” un tempo più che dignitoso, un’impresa impossibile ma voluta fortemente, un’emozione UNICA.

Mi sento qui di ringraziare il mio coach Marco FORREST Taddei, che mi ha dato le giuste motivazioni, che ha creduto in me, che mi ha seguito sempre e in tutto, i miei compagni di gruppo tutti indistintamente, mi sono stati di supporto, la mia amica Lorella che mi è stata vicino, il mio amico Tony, e il figlio Fabietto che dall’alto dei suoi 5 anni mi ha ripetuto più’ volte vai e vinci la medaglia!
Le mie amiche Maura e Paola, Tiziana Bini, Antonella Falerno e la dolcissima Federica Livi, che mi ha sempre incoraggiato.
Mi sono allenata da privatista e sempre da sola… ma non mi sono mai sentita sola, grazie a voi!
Oggi sono felice, mi sono presa una grossa rivincita con me stessa, non mi sento forte, mi sento però una persona migliore!


Gara: Maratona di Ravenna (11/11/2018)

SCHEDA GARA



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