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Strada facendo....
di Fabio Apolloni, 20/03/2008

Gianpiero Togni e Fabio Apolloni (foto di Giuseppe Coccia)

Gianpiero Togni e Fabio Apolloni (foto di Giuseppe Coccia)

Anche io domenica ho preso parte alla 14^ Maratona di Roma. Dopo la mia prima maratona corsa, nel 1993, a New York ne ho fatte altre sei a tutte a Roma e, dal 2000, la corro solo gli anni pari.

La scelta di non correrla tutti gli anni è dovuta, sia agli impegni familiari sia al grande sacrificio che, una decente preparazione, ogni volta richiede.
E già la preparazione, è questa la mia grande lacuna! Dopo aver iniziato a correre con Andrea (un mio grande amico dei tempi delle medie), è dal 1990 che mi alleno da solo. Così facendo, a parte la noia che provo nel calpestare le strade del mio quartiere (Torrino Nord), mi mancano sempre sia un punto di riferimento che allenamenti programmati; mi posso definire un “maratoneta della domenica”, che persegue l’obiettivo di arrivare al traguardo privilegiando più la condizione fisica finale che il tempo ottenuto; e così seguendo questa “filosofia” mi alleno sempre negli stessi percorsi, percorro gli stessi chilometri e riporto tempi finali sempre simili.

Quest’anno, però, ho cercato di allenarmi di più e con maggiore frequenza, ma ogni volta che mi programmavo un “lungo” mi bloccavo sempre intorno al 26 esimo chilometro; mi ripetevo sempre: “Fabio cerca di arrivare almeno a 32 che tanto in gara i chilometri pesano di meno”, ma sempre al 26/28 le forze e gli stimoli mi venivano meno.

Ed eccoci al giorno della maratona, particolare attenzione alla colazione (non scientifica come quella di Alessio), assunzione di integratori e scorta di pasticche di enervit e bustine di zucchero da portare per la gara (ma perché i nostri pantaloncini sono privi di un taschino?). Lasciata la mia borsa nel camion dell’organizzazione, faccio qualche esercizio di stretching e di riscaldamento, mi spalmo di vaselina e poi alle 8,40 entro nella mia gabbia di partenza.

Attendo con immutata emozione il momento della partenza che, come sempre, arriva inaspettato e mi sono sufficienti i primi metri per realizzare la bellezza di rivivere quest’esperienza, quindi: concentrazione e … pedala Fabio!
Lo spettacolo è sempre lo stesso: e così dopo i primi sampietrini ecco la banda suonare sulla scalinata del Campidoglio; segue una piccola discesa e passato il primo chilometro a 6’ 04” tempo condizionato dal … traffico eccomi alla Bocca della Verità dove è situato sia l’Orange point che il palco dove, dopo qualche ora, si sarebbe esibita in un balletto di hip hop un gruppo del quale avrebbe fatto parte anche mia figlia Francesca; lancio un bacio simbolico (cuore di papà) e proseguo per via dei Cerchi.

Apprezzo la variazione del percorso (rispetto a due anni fa) e con sorpresa superato piazzale della Radio mi trovo a sfiorare il mio ufficio e immancabilmente mi scappa un “pure di domenica!”.
Velocemente si avvicina il passaggio a Lungotevere Pierleoni dove spero di vedere confusa fra il pubblico mia moglie Stefania; nell’approssimarmi butto un occhio al tempo e, nel compiacermi della mia puntualità e precisione, allungo il passo per dare ancor di più la sensazione di stare fisicamente bene, pensando così di tranquillizzarla maggiormente (cuore di marito).

Mi tengo rigorosamente a destra, vedo e sorrido all’amico Paolo che, armato di macchinetta fotografica, immortala il mio passaggio e nel percorrere la curva a sinistra scorgo Stefania; correndo mi avvicino a lei, le sorrido, le dico che tutto va bene e provo a darle “il cinque”.
All’incirca al 14° chilometro mi affianca Alessio Gigli ci scambiamo un paio di simpatiche sensazioni e dopo esserci incoraggiati a vicenda lo … “lascio andare”.
Procedo abbastanza bene fino al 18°, dopo il quale inizio a superare i 6’ e 30” a chilometro; comunque, penso, ancora posso tentare di chiudere a 4h e 30’ (tempo che per me costituirebbe un ottimo risultato).

Ma il “muro” è in agguato e me lo trovo davanti intorno al 25° chilometro quando, causa gambe legnose e insorgenza di vesciche ai piedi sforo il tetto degli 8 minuti solo in parte giustificato dal rallentamento per il ristoro.
Su Viale della Moschea inizio ad alternare la “corsa” con tratti (sempre maggiori) camminati; questa sofferenza (arrivata troppo presto) continua fino a Via dell’Acqua Acetosa quando mi affianca un orange, mi incoraggia, mi corricchia un po’ a fianco e lì mi viene l’ispirazione: “se procedi a questo passo proviamo ad andare avanti insieme”, gli dico; lui accetta e lì inizia una chiacchierata che, considerata la fatica accumulata da entrambi, mi sembrava totalmente fuori luogo!

Cerco di chiedergli lo stretto necessario e vengo a sapere che si chiama Gian Piero (Togni), che vive nella provincia di Firenze, che è alla sua seconda maratona e che si prefissava un tempo fra le 4h e 30’ e le 5h e 30’ (forbice sinceramente un po’ ampia). Comunque io a destra e lui affianco a me (ogni tre passi mi dava una spallatina) abbiamo cominciato a procedere ad un passo costante di 8’ e 30’ .

A Piazza delle Belle Arti raggiungiamo un Orange in profonda crisi, io e Gian Piero lo incoraggiamo, lo facciamo ripartire con noi e procediamo in tre quando nel sottopasso di Ripetta si avvantaggia di qualche metro; “se te la senti vai pure” gli dico, peccato però averlo, poi incontrato fermo a Via del Corso, chissà, ho pensato, forse in tre ce l’avremo fatta. Comunque, sempre fianco a fianco io e il mio “compagno di corsa” avevamo superato il 36° chilometro (8’ e 45”) e lì Gian Piero mi chiede dove fosse Piazza del Popolo.

Credendo volesse orientarsi ho iniziato a fare il “Cicerone”: “ecco Largo Ghigi Sede del Governo, la Galleria Colonna ora intitolata al grande Albertone, Via Condotti” e così arrivavamo a Piazza del Popolo dove accade quello che non mi sarei aspettato: Gian Pietro inizia a toccarsi i pantaloncini quasi a cercare qualcosa e poi tira fuori un cellulare. A quel punto quasi si ferma cercando di leggere qualcosa in quel display che, in considerazione della stanchezza, sembrava ancora più piccolo.

Poi mi spiega che era rimasto d’accordo con dei suoi amici che una volta giunto proprio a Piazza del Popolo avrebbe fatto uno squillo per avvisarli della sua posizione con l’intento di incontrarli dopo dalle parti di Fontana di Trevi. Attraversiamo sempre correndo Piazza di Spagna, iniziamo la discesa di Via del Tritone e lì lo informo dell’approssimarsi di Fontana di Trevi. Fiancheggiando la Fontana ricomincia a “smucinarsi” nei pantaloncini, tira fuori una moneta, me la mostra e lanciandola nell’acqua della Fontana mi dice: “la tiro anche per te”!

Confesso che è stato uno dei momenti più significativi della gara. Subito dopo inizia a sbracciarsi, aveva visto i suoi amici, un saluto volante e un appuntamento all’arrivo. A Via Petroselli mi rimetto alla sua destra gli dico dell’approssimarsi dell’Orange Point dove siamo incoraggiati da Nicoletta, Gianfranco e altri superstiti.

Con scioltezza ripercorriamo il Circo Massimo e su Via di San Gregorio gli chiedo se se la sentiva di aumentare il ritmo. Mi risponde “Vai pure avanti”, “figurati”, gli rispondo “siamo arrivati insieme fino a qui e insieme arriviamo al Colosseo" e così affiancati, quasi senza accorgercene percorriamo il 41° chilometro a 7’ e 40’, a dimostrazione che potevamo fare un tempo sicuramente migliore, ma ormai che importava il traguardo era ormai dietro l’angolo!

Nella salita del Colosseo Gian Piero mi dice che l’anno prima, nel percorso, aveva incontrato Pino il nostro Presidente che lo aveva fotografato, neanche finisce di dire queste parole che mi sento chiamare dalla sinistra; era proprio il Presidente che, dopo averci incoraggiato ci ha immortalato, chissà, ho pensato, se Gian Piero stando al mio fianco mi ha “impallato”, e mentre procedevo con questo pensiero ho visto Antonio (il fotografo di tutte le gare) che, richiamato da un mio cenno, ci ha scattato una foto frontale.

Discesa e traguardo tagliato nello stesso tempo (5h 08’ e 46”).

Grazie Gian Piero di avermi portato al traguardo, di avermi fatto mantenere l’impegno che avevo preso; la prossima volta, sono sicuro, presteremo anche un po’ di attenzione al tempo.

Un saluto a tutti gli orange e … a fra due anni, Fabio


Così l'ha vista Gianpiero Togni

Così l'ha vista Gianpiero Togni

Gara: Maratona di Roma (16/03/2008)

SCHEDA GARA



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