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Roma-Ostia uno pari palla al centro (almeno io la vedo così!)
di Giuseppe Di Giorgio, 27/02/2011

Alessandro Visicchio

Alessandro Visicchio

Accidenti direte voi, questo non si accontenta di commentare le ultramaratone, ora lo fa anche con le altre gare: basta! non ne potemo più, levateglie la penna!
Avete ragione ma io con la ROMA-OSTIA avevo un conto aperto e quindi ora che ho rimesso le cose a posto non potevo non scriverci sopra qualcosina.

Eh si, lo scorso anno la gara l’avevo approcciata male sia prima che durante tanto che al 14 km sono arrivato alla soglia dello svenimento, poi fortunatamente mi sono ripreso e l’ho finita; ma l’amaro in bocca non mi era rimasto tanto per il fatto che ero andato oltre le 2 ore ma perché avevo fatto una serie di errori che avrei potuto benissimo evitare e ciò mi scocciava alquanto; come sanno tutti quelli che seguono la mia rubrica “tutti pazzi per la corsa – ma io sono pazzo a prescindere”, io sono tapascione praticante e quindi non mi interessa tanto il tempo finale quanto non fare errori (certo se posso migliorare non è che mi dispiaccia eh!).

La mia passione, lo ripeto, è correre e le gare sono solo uno dei tanti modi per esprimerla e per stare in mezzo alla gente, gli atleti sono ben altri.

Comunque proseguiamo, naturalmente a me piace rendere la sfida un po’ pepata e quindi mi sono organizzato una settimana pre-gara abbastanza allegrotta; martedì sera mi sono fatto una mezza maratona in solitaria tra le magnifiche luci della capitale (che spettacolo), giovedì sera 5 km veloci giusto per rifinire e sabato la gara più tosta, la famosa “corri allo stand della podistica” della durata di 8 ore; una gara spettacolare ed organizzata come segue: pace-maker Pino Coccia ed Alessandro Visicchio, fenomenali, ti fanno tenere un ritmo assurdo ed il tutto con il sorriso sulla bocca; ristori a cura di Francesca Castro (pasta fredda, mamma mia quanto era buona, a proposito chi mi ha fregato la porzione che mi dovevo portare via?), Anna Maria Ciani (panini), Daniela Paciotti (torta di mele).

Non voglio aggiungere nulla a quello che ha descritto in maniera eccellente il buon Maurizio Zacchi, vi dico solo che io sono due volte che faccio la distribuzione pettorali e se da una parte ne esco “cotto” perché è una faticaccia, dall’altra mi dà una soddisfazione ed una felicità pari a quella di aver finito una gara (e poi vale la pena anche solo per vedere gli scambi di battute tra Pino ed Alessandro, degni di Totò e Peppino!).

Scusate la digressione, torniamo alla gara, dicevo che volevo rendere la cosa movimenta e quindi domenica mattina sveglia alle 5 e 30 (e meno male che la gara è in città! non sono normale, proprio no!), preparazione e via, esco perché alla partenza ci voglio arrivare di corsa con un giretto largo (eh farlo in linea sarebbe troppo facile no?); quindi mi faccio 15 kilometri simpatici di cui gli ultimi 10 in compagnia del mio buon amico Pietro Cirilli ed altri suoi amici.

Arrivo alla partenza, mi cambio e saluto quanti più orange posso (siamo una marea, che spettacolo, peccato per le tante defezioni dell’ultima ora però); mi reco in griglia con il grande Elio Dominici (è un po’ che non ci vediamo e mi fa piacere chiacchierarci), naturalmente la griglia è l’ultima e mi metto praticamente alla fine.

Ore 9 e 30 circa si parte, la nuova parte iniziale del percorso è molto veloce e mi aggrada parecchio, non si fa fatica per nulla e rapidamente si arriva all’imbocco della Cristoforo Colombo, vedere il fiume di persone che corrono è spettacolare; quest’anno non c’è il vento fastidioso della volta scorsa e quindi non ci sono grossi problemi, anche la temperatura è perfetta.

Procedo ad un ritmo costante ed abbastanza allegro (naturalmente per i miei parametri, rispetto ai top runner penso di apparire quasi fermo!); i kilometri scorrono tranquillamente, alle salite che mi si presentano rallento un po’ ma senza esagerare, ai ristori passo al volo e proseguo, sono contento perché come speravo non ho il minimo problema e quindi il divertimento è assicurato.

Verso il 18 kilometro avverto un po’ di stanchezza perché entrambe le gambe mi inviano un SMS con su scritto “brutto pirla guarda che siamo al 18°, tu te la ridi ma noi abbiamo già altri 15 kilometri sulle spalle che a casa nostra fanno un totale di 33 fino ad ora ed ancora non abbiamo finito!”; rispondo al SMS in maniera breve: “non rompete e lavorate, sfaticate!”; fortuna vuole che in quel momento sento l’urlo che mi serviva, quello del nostro presidente che mi fa “ a Di Giò, embè? Che stai a fa? Daje un po’!”. Mi rianimo e proseguo andando a chiudere, come speravo, poco sotto le 2 ore (dal real time del mio GARMIN).

Ma la cosa non finisce qui miei cari, no no! Ritiro pacco gara finale e medaglia e mi reco ai nostri bus che ci riportano in prossimità della partenza e qui mi si apre il dilemma; per tornare a casa posso prendere la metropolitana (ma la cosa non mi garba, io sto a San Giovanni dovrei prendere la linea B e poi cambiare per la linea A, nun se po’ fa!) oppure farmela a piedi (sono 7 kilometri precisi): ovviamente scelgo la cosa più ovvia e sensata (per me) cioè ricomincio a correre (con l’aggravante dei 2 kg di generi alimentari che ci hanno dato e che ho nello zaino).

Naturalmente prima ho chiesto l’autorizzazione alle mie gambe che in principio mi hanno risposto “ah bello, qui ci hai fatto lavorare di giorno festivo, prima della gara ci hai fatto fare gli straordinari ed ora ce ne chiedi altri? basta, chiamiamo i sindacati ed apriamo una vertenza”, alla fine le convinco promettendo loro una vacanza premio e cedono, mi avvio di corsa a passo andante allegro ma non troppo e giungo a casa a godermi il meritato riposo (che consiste nello scrivere questo resoconto, si mi sono auto-diagnosticato una forma di iperattività cronica!): alla fin fine ho fatto una maratona a tappe, 15km + 21km+ 7 km ed il mio scopo è sempre questo, fare più kilometri possibile perché mi diverto così.

Ok, fine delle trasmissioni, per l’ennesima volta ho esagerato ed ho scritto tanto, ci sentiamo presumibilmente settimana prossima (ah si perché le mie gambe non lo sanno ancora ma la vacanza premio che gli ho promesso è il giro del lago Trasimeno!, sono diabolico eh!).


Giuseppe Di Giorgio

Giuseppe Di Giorgio

Gara: Roma Ostia Half Marathon (27/02/2011)

SCHEDA GARA



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