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Trail della Meta
di Ettore Golvelli, 06/02/2013

Ettore Golvelli alla 3 Comuni 2011

Ettore Golvelli alla 3 Comuni 2011

Pioggia, freddo, fango, acqua gelida e neve.

Poi chiaramente rocce, ostacoli naturali, dislivelli mostruosi con salite e discese da capogiro, cespugli graffianti, alberi, torrenti. Sono queste alcune caratteristiche che dovrebbero avere le Trail ma quando queste cose ci sono tutte allora ragazzi siamo incappati nella tempesta perfetta, pardon: Nella gara Trail perfetta.

Ed è propria la gara Trail perfetta quella che io mio fratello Giovanni ci becchiamo in una fredda e piovosa domenica di Febbraio, tra le montagne più' belle del Parco Nazionale D'Abruzzo: Le Mainarde.

Ed è straordinario lo spettacolo di questa barriera naturale che si presenta sul Belvedere di Picinisco, fatta di rocce dall'aspetto aspro e selvaggio, con pareti a strapiombo che si innalzano bruscamente in modo maestoso e preoccupante davanti a noi.

Il panorama dei Monti delle Mainarde rimane unico con le proprie caratteristiche naturali, per la visione di cime luminose, per il silenzio e la solitudine ineguagliabile della valle, per l'integrita' dei luoghi privi di ogni segno di sviluppo tecnologico spesso incurante dell'ambiente circostante.

Animato solo dalle attività' tradizionali e secolari dell'uomo come l'agricoltura e la pastorizia, Le Mainarde rimangono uno scenario incantevole in ogni stagione, denso di storie, di gioielli naturalistici, di silenzi profondi e di vallate interrotte solo dal passaggio di torrenti e di piccoli agglomerati che conservano ancora tracce di antiche culture. È di foreste secolari sempre stupende, addirittura magiche con lo spettacolo della neve di oggi.

Siamo a Picinisco, piccola perla del Parco Nazionale dell'Abruzzo, che ci affascina per le sue bellezze naturali, per il paesaggio montano con aspre giogaie dominate dal Monte Meta e da altri monti, per le acque limpide e vorticose del fiume Melfa, per i boschi, verdi colline e le profonde vallate. Comunque il paese è noto anche perché ha ospitato ed ispirato lo scrittore D. H. Lawrence per il romanzo "la ragazza perduta".

Fa freddo e come tutte le altre corse del circuito Trail la partenza è affollata dei soliti 300 podisti che con qualsiasi condizione meteorologiche avverse sono sempre presenti sul pezzo, o se volete, alla partenza.
La partenza si effettua nel cortile del castello locale, semi diroccato e privo di ogni tipo di ristrutturazione; un castello con una bella torre centrale, delle mura altissime, merlate. Una vecchia struttura risalente del 500 costruito dai Conti d'Aquino.

Si parte e, dietro consiglio degli organizzatori, la prima parte della corsa diventa una piccola gita panoramica dove, oltre il panorama delle montagne altissime, ci godiamo quello della valle sottostante e cioè della Val Comino.

Lasciato Picinisco si scende per un sentiero vorticoso che ci porta forse nel posto più' bello della zona e del quale occorre sprecare qualche parola in più': il fiume Melfa.

Questo fiume è sicuramente un magico incontro tra la natura e l'uomo, un lento scandire del tempo attraverso piccole rapide, inghiottitoi e ponti di altri tempi, magicamente conservati ed illesi anche a terremoti, alle grandi guerre ma, soprattutto, dai guasti dell'uomo moderno.

Considerato come uno dei più' bei fiumi del Centro Italia, la Melfa raccoglie tutte le acque dei Monti della Metà e delle Mainarde che sgorgano abbondanti e rumorose in inverno, meno floride in estate ma pur sempre ricche di fascino nel suo contesto ambientale. Acque a tratti stagnanti o torrentizie, fredde e gelide che scrosciano, dirompono, mormorano, ammantano di poesia l'ambiente nel silenzio dei suoi suoni naturali. Acque con colori cristallini che variano a seconda della cromatura del cielo, dal verde smeraldo all'azzurro cupo marino, con una varietà di toni intermedi e irripetibili, perché cangianti al mutare del tempo e dell'ora.


A Picinisco paradossalmente si potrebbe dire che il Melfa termina il suo corso impetuoso e torrentizio, sbarrato da una diga che ne blocca le acque per costituire un deposito idrico. Nei periodi estivi questo lago artificiale viene riempito fino all'orlo per sfruttarlo al massimo ed è il periodo migliore per apprezzare la bellezza delle limpide acque del Melfa che si ripopola anche di trote. Le residue acque del Melfa, così impoverite, scendono nelle valli circostanti e si riducono ad un rigagnolo vergognoso oggetto di violenze e abusi mai puniti. È questa è la storia di un fiume che una volta c'era ma che oggi, tra l'incuria e gli interessi economici, tra abusi e prepotenze, sta' lentamente scomparendo.

Lasciata la centrale elettrica in località' ponte Le Branche si comincia a salire lungo un sentiero che costeggia il Melfa, un sentiero tortuoso e panoramico denominato "tracciolino" che in tempi remoti collegava la sottostante Val Comino con la valle del Canneto, mistica vallata dove nasce la Melfa e legata a leggende e devozioni popolari fin dall'antichità.

Il fiume lo attraversiamo attraverso un ponte romano di grande bellezza, solido ed efficace, in pietra naturale locale, resistente ad inondazioni e incuria dell'uomo.
La salita nella vallata molto stretta è disseminata di tracce di animali e tane di vario tipo. Sembra che la zona sia molto frequentata da animali selvatici come il daino e il cinghiale. Ma il protagonista e dominatore incontrastato del superbo scenario montuoso è sicuramente l'orso morsicano, animale solitario e vagabondo. Anche il lupo è molto presente, spesso segnalato in branchi in continuo movimento in cerca di prede. Tutti animali che è meglio non incontrare durante la corsa.

Si sale lungo un sentiero sterrato fino alle porta principale dell'ingresso nel Parco Nazionale dell'Abruzzo dal lato laziale ed è impressionante lo spettacolo che all'improvviso appare: in alto le cime più' maestose dei monti della Metà e delle Mainarde, uno di seguito all'altra: monte Forcellone, monte Cavallo, monte Mare ed infine la cima più' alta monte la Meta (2241 m.) dove il panorama si estende all'infinito e consente di vedere Montecassino, la piana della Ciociaria e i Monti Aurunci. Tra la Meta e il Cavallo si intravede il valico più' importante delle Mainarde: il "Passo dei Monaci" il cui nome trae origine da un antica leggenda che narra di tre monaci che trovarono la morte tentando di passare il valico durante una bufera. Si sale ancora è si arriva finalmente su di un pianoro dove si ammira un panorama interessante.

Disseminati sul territorio e sempre arroccati sui colli si trovano piccoli nuclei urbani sorti su precedenti impianti romani, spesso abbandonati e poi ricostruiti in epoca medievale (Fontitude, Valle Porcina, Borgo Rocca, S. Gennaro, Casale, Vapera).
Il territorio invece mostra la classica architettura rurale, quali masserie e case con aie, fornì collettivi, scale esterne. Poi isolati rifugi un tempo frequentati da pastori e sparsi lungo i tortuosi e stretti sentieri che collegavano il versante Molisano delle Mainarde con quello Laziale per lo spostamento di uomini e bestie.

Si scende lungo l'ultima discesa e finalmente si arriva sotto lo striscione del traguardo posto sotto il portico del castello di Picinisco.

Una corsa difficile e faticosa ma sempre bella e affascinante per la bellezza dei posti e per l'ospitalita ' della gente delle montagne del Parco Nazionale dell'Abruzzo.

Ciao a tutti.

Ettore Golvelli


Gara: Trail Monti della Meta (03/02/2013)

SCHEDA GARA



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