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La città delle fate e degli elfi
di Antonio Passeri, 02/12/2011

I Maraton... abili

I Maraton... abili

Cedo anche io alla tentazione di raccontare la mia maratona di Firenze, contribuendo così a costruire una specie di grande puzzle che ci permette di rivivere questa giornata felice da tutte le possibili angolazioni, attraverso gli occhi ed il cuore di ciascuno.

La Podistica Solidarietà moltiplica le emozioni!

Ero arrivato a Firenze il sabato verso le 13 con la mia famiglia, fermandomi a piazzale Michelangelo. Il sole caldo ci spinge a pranzare sui tavolini all'aperto, con uno scenario incantevole, vorrei dire commovente davanti. Una città quasi sognante, complice il velo di umidità nell'aria, la città delle fate e degli elfi, circondata da verdi colline, piena di tetti rossi, torri in pietra chiara, marmi colorati. Nulla in questo paesaggio dà l'impressione di poter offendere, di essere minaccioso. Una città che non usa espressioni di forza per spaventare un ipotetico nemico, ma che sembra avere solo amici e volerli attirare coltivando l'armonia e la bellezza. Correre fra quelle strade, pensavo, non può essere faticoso, deve esserci un qualche incantesimo che porta i podisti su un cuscino d'aria fino al traguardo, come un volo plastico, senza cadute di stile......

Poche ore dopo entravo nell'expo maratona accolto con effetto dal presidente, ci stava aspettando tutti, con calma. Sembra un maestro di scuola, che deve radunare e seguire tutti i suoi rumorosi scolari, dando pacche sulle spalle, una parola di incoraggiamento, una continua coerente spinta all'autostima.

La mattina dopo invece, davanti all'hotel Mediterraneo mancava solo lui. Ci trovo zi' Daniela conciata come una cheerleader, Lino, David, Fabio, e Zac che pero' non avevo riconosciuto, intabarrato in una serie di strati di pile e coperto col sacco di plastica verde da raccolta differenziata.

È la mia seconda maratona, ed esattamente come la prima mi viene da viverla come un viaggio, e questo incontro è come un saluto prima di partire ognuno per il suo viaggio personale, ognuno col suo bagaglio di motivazioni, pensieri, affetti. Gli sguardi in quei momenti, al di là delle espressioni augurali di rito, trasmettono tutti la stessa attesa, una solidarietà profonda che non può avere parole, ma che non mi farà sentire mai solo durante un viaggio lungo 42 Km. Solo Zac aveva proprio lo sguardo vitreo, e mi aveva preoccupato... poi ho capito perché.

Finalmente vediamo anche il presidente, scattiamo le foto di rito e poi me ne vado solitario a cambiarmi ed entro nella griglia di partenza. Qui l'atmosfera è più rilassata, si chiacchera, si azzardano previsioni. C'e' Pit, Marziale, Luca D'Agostino, Lisa Magnago, Francesco Valerio, questi ultimi due alla terza maratona in 20 giorni! 

Finalmente si parte, mi lascio scivolare tra la folla di runners, è facile prendere il mio passo, mi sento una molecola d'acqua in un allegro torrente spumeggiante. Lungo i viali ottocenteschi guardo perdersi in lontananza davanti a me la fila dei primi, ma non c'e' fretta, li seguo cullandomi nella corrente. Anche stavolta sento di correre non solo con le mie gambe, ma anche con le gambe di quanti mi hanno aiutato e sopportato nella preparazione, di quanti mi vogliono bene, di quelli che una maratona non potranno mai farla, di chi combatte ogni giorno con ben altri problemi, di chi ha lasciato un segno nella mia vita e poi è scomparso...

Il parco delle Cascine è una degna cornice di una città di fate ed elfi, un posto ideale nel quale perdersi fra boschetti, prati ed acque. Le gambe vanno da sole a 4'50", c'e' pace, serenità. Non c'e' un gran pubblico, ne' un grande entusiasmo popolare intorno a noi, ma non importa perché le fate sono con noi, nell'aria che respiriamo e riempie i nostri polmoni. Come programmato mi fermo a ogni ristoro il tempo appena necessario per bere acqua e sali minerali... o saranno polvere di stelle?

Usciamo finalmente dal parco delle Cascine, attraversiamo una prima volta l'Arno, il grande padre di questa terra, ed eccoci a Porta Romana, poi di nuovo giriamo e puntiamo indietro verso l'Arno, e d'improvviso si apre alla nostra destra l'immensa piazza davanti a palazzo Pitti. Ma anche questo edificio poderoso si ispira ad una eleganza suprema, sembra sorvegliare bonariamente il fiume di podisti, dandoci un esempio di compostezza e autocontrollo. Siamo al 18mo Km, ancora un lungarno, un ponte e siamo già alla mezza maratona. Transito con più di un minuto di vantaggio sull'ora e 45', ma sono ben conscio del fatto che non mi basterà a compensare il mio inevitabile rallentamento negli ultimi 10 Km.

Ora il paesaggio cambia... ne' fate ne' elfi sembrano abitare questi quartieri, molto normali e piuttosto anonimi.... e si sente! Le gambe iniziano a pesare, e bisogna spingere per mantenere costante il passo. Sarei perduto senza più incantesimi favorevoli, ma fortunatamente dove non arrivano le fate arriva sempre il popolo orange: mi si materializza davanti la canotta di Luca D’Agostino, con cui avevo chiacchierato alla partenza. Ha fatto amicizia con un podista fiorentino ed una ragazza che mi sembra romana, insieme tengono un passo perfettamente regolare a 4’50” al Km. Li seguo in silenzio, diventano i miei pace makers per circa 10 Km. Li perdo un attimo nei ristori (loro sono rapidissimi, non so come facciano) ma poi piano piano li raggiungo ancora: ora sono una canotta arancio dietro un’altra canotta arancio, come potrei stare meglio?

Me lo ripeto e mi rassicuro da solo, anche se le gambe reclamano un intervento delle fate. E invece, al 31mo Km, arriva un micidiale cavalcavia sopra la ferrovia, che spezza ogni resistenza. Perdo ormai anche Luca (che manterrà il suo passo come un metronomo e chiuderà con uno splendido tempo) e vado avanti alla cieca. Ma presto realizzo che, forse, non tutto è perduto, forse finalmente siamo rientrati in territorio incantato. Infatti, verso il 34mo Km, in fondo al lungo rettilineo di via Ricasoli, intravedo l’inconfondibile profilo colorato del campanile di Giotto e della fiancata di Santa Maria del Fiore. Si, decisamente siamo in pieno territorio fatato, le gambe riprendono ritmo, la strada scivola via rapida sotto di me….  Ed eccomi tra Duomo e Battistero, finalmente circondato da un pubblico entusiasta e festante! Mi lascio andare a fare “l’aeroplanino” tra due ali di folla… wow!

Il cronometro nel frattempo mi dice che, come avevo previsto, sto rallentando, ma non in maniera drammatica, tengo ancora 5'10" e le gambe, sebbene appesantite, continuano a girare per qualche benefica magia. Ora attraversiamo il popolare quartiere S.Frediano ed in un attimo siamo, finalmente, su Ponte Vecchio. La leggera salita si ripercuote subito sui muscoli induriti, ma soprattutto mi sarei aspettato un po' più di entusiasmo popolare in questo punto.....  per fortuna è solo rimandato di qualche centinaio di metri, a piazza della Signoria! Qui l'urlo della folla completa un colpo d'occhio travolgente: siamo nel cuore di questa città incantata, dove gli elfi hanno dato corpo ai loro sogni più belli nei palazzi e nelle logge, nei monumenti e negli spazi.

Il David ed il Nettuno spiccano sopra la folla, come simulacri di bellezza ed armonia del corpo e della mente, per ricordare ai podisti affranti a quale meta suprema si debba tendere. E mentre svolto su via Calzaiuoli, ripenso allo sguardo fiero del David, sguardo rivolto senza paura ad un terribile avversario, o rivolto forse alle mille sfide della vita... e cerco di guardare con lo stesso sguardo i 2 Km e spiccioli che mi restano.

Sono ormai di nuovo davanti a Santa Maria del Fiore, ci giriamo intorno, ed ora via verso Santa Croce. Ma quanto sono lunghi questi ultimi Km ? Pensa al David, mantieni la dignità, resta fiero, anche se il crono ormai è impietoso, 5'35" al Km..... L'ultimo tratto di lungarno è pieno di podisti fermi con i crampi, le fate a loro non sono bastate. Intravedo Alberto Botta e Gianluca Cocciarelli che stanno già andando a recuperare le loro borse, mi salutano.

Ora la biblioteca nazionale, ancora una curva... eccolo, lo striscione dell'arrivo! Alzo le braccia, mi godo questa felicità, questa full immersion, come tanti altri accanto a me che condividono e capiscono questa gioia.

Solo allora mi sento chiamare, e mi riscuoto da questo mondo parallelo... è lui, il nostro presidente che scatta foto e si complimenta..... ma non avrà qualcosa a che spartire con le fate e gli elfi di questa città?


Antonio Passeri

Antonio Passeri

Gara: Maratona di Firenze (27/11/2011)

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