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Gli Orange e la Mensa Caritas di Colle Oppio.
di Raffaele Buonfiglio, 01/01/2021

Era il 18 Maggio del 2013 quando un nostro Orange, Salvatore Piccirillo, mi propose di andare alla mensa Caritas di Colle Oppio
per aiutare nello svolgimento del servizio erogazione pasti.

Il primo impatto, con una realtà che in tanti ignorano o conoscono solo in parte, per me è stato forte, persone provenienti per la maggior parte dai paesi più poveri del mondo o alle prese con guerre.

Ma il mio stupore è stato quello di vedere che c’erano anche molti italiani fra di loro. Da quel giorno per me la data mensile sul calendario gare della nostra società è diventato un appuntamento prioritario, rinunciando anche a qualche gara che veniva svolta proprio di sabato mattina.

Li, alla Caritas ho conosciuto e rinforzato molte amicizie con Orange che vedevi solo di sfuggita alle gare. Nel tempo, riguardo agli “ospiti” che venivano a mangiare alla mensa, ho avuto modo di arricchire il mio bagaglio di vita.

Tante persone, ognuno con una propria storia da raccontare o da nascondere, proprio così, c’era chi aveva voglia di raccontarsi, parlare della sua vita e del perché era costretto a servirsi della Mensa Caritas e chi invece non accettava a scambiare nemmeno una parola, persone che si sentivano umiliati a dover usufruire della “mensa dei poveri” che entravano a testa bassa e la rialzavano solo all’uscita, forse!

Ricordo il caso di un professore universitario costretto a vivere in una camera in affitto e usufruire della mensa a seguito di separazione!

Di casi da citarne ce ne sarebbero molti, il “poeta” che dedicava poesie alle donne volontarie, il “marchese” con il suo cappello da Cowboy, famiglie intere e tra queste una che mi colpì in particolare e che ho già avuto modo di raccontare: mamma, papà e due figli, una bambina di 7-8 anni e un ragazzo di una ventina d’anni con problemi psichici e che aveva più o meno l’età di mio figlio.

Ebbene io e un’altra Orange, Anna Maria, ci avvicinammo a loro e gli chiedemmo se avevano bisogno di altro supporto oltre che la mensa. Con la loro semplicità ci dissero che si di bisogno ne avevano ma, più di loro, c’era un’altra famiglia da aiutare.

E poi chi non ricorda, tra noi volontari di quel periodo, del transgender, mal ridotto a causa di aggressioni con botte più volte subite e che sognava sempre che prima o poi sarebbe arrivato il suo “principe azzurro” a portarlo via e farlo felice.

Purtroppo una triste mattina alla stazione Termini, dove avevo il mio ufficio, seppi che era stato ritrovato senza vita sulla banchina di un binario e la causa della sua morte erano state brutali percosse.

Con il passare del tempo, il promotore di questa iniziativa per impegni familiari e di lavoro non ha potuto più coordinare questo gruppo e il tutto stava svanendo. E’ stato allora che ho cominciato in prima persona ad occuparmi del coordinamento del gruppo ricevendo supporto e collaborazione da parte di molti Orange.

Oltre al sabato mensile abbiamo collaborato con bei gruppi di Orange anche in giorni particolari: ferragosto, vigilie natalizie e feste varie. C’eravamo anche nelle visite dei sindaci Marino e Raggi (quest’ultima proprio in visita il giorno di ferragosto del 2016).

Ci sono stati momenti di scoraggiamento perché non riuscivo a far fronte all’impegno preso con la Caritas in quanto c’era carenza di reperire anche un piccolo gruppetto di volontari e più volte sono stato tentato dilasciar perdere tutto.

Ma poi col supporto del Presidente e di alcuni volontari che mi incoraggiavano a non mollare, siamo andati avanti. Ho incoraggiato molti a fare questa esperienza (una volta sono riuscito a coinvolgere anche mio figlio!) e nessuno ne è rimasto deluso.

Quest’anno poi, a causa di questa pandemia che sta colpendo il mondo intero, molti volontari, per paura di contagio, non hanno assicurato più il loro aiuto e garantire il servizio alla mensa è diventato un vero problema.

Io da febbraio mi sono ritrovato bloccato a Cava per lockdown e per accudire mia mamma fino a quando mi ha lasciato il 12 luglio.

In questo periodo devo ringraziare Jean Pierre Plebani per aver continuato a coordinare in tutto e per tutto il servizio alla Caritas garantendo il nostro supporto non più ad un solo sabato al mese ma a tutti i weekend mensili e a volte anche in giorni settimanali.

Grazie Jean!

Come dicevo da febbraio la nostra presenza alla mensa Caritas è diventata bisettimanale e anche più, tanto che ad oggi abbiamo raggiunto le 100 presenze e che supereremo entro fine anno.

Bella soddisfazione e orgoglio dagli Orange che hanno permesso tutto questo. E la dimostrazione è l’attestato di Solidarietà ricevuto dal direttore della Caritas di Roma, Don Benoni Ambrus.

Grazie amici/volontari Orange!








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