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Una Lezione di Vita
di Raffaele Buonfiglio, 28/07/2014

Una Lezione di Vita

Sabato 28 Giugno,

un gruppetto di Orange, oltre agli habituè c'era anche qualche nuova entreè, come ormai da mesi hanno prestato servizio alla mensa Caritas di Colle Oppio.

Certo è sempre appagante rendersi utile per chi ne ha bisogno, con un sorriso qualche parola e qualche battuta, ma questa volta per il sottoscritto c'è stato un episodio che mi ha colpito molto emotivamentre e che per più volte mi ha costretto a dover uscire nel cortile con gli occhi lucidi e un certo disagio interiore.

Questo sabato è venuta alla mensa una famiglia intera, padre, madre, due splendide bambine e un ragazzo. Appena li ho visti dentro di me è scattato qualcosa di molto forte e la mia attenzione è caduta subito su di loro e, in modo particolare sul ragazzo.

Avrà avuto più o meno una ventina d'anni, magrissimo, alto e molto timoroso ma con un viso dolcissimo. Ho subito collegato lui a mio figlio e questo mi ha costretto, come dicevo prima, ad uscire più volte in cortile perché gli occhi si gonfiavano e lo stato d'animo diventava incontrollabile. Mille pensieri rimbalzavano dal ragazzo a mio figlio.

Poi tramite un'assistente della Caritas, Annamaria ha parlato con loro ed ha saputo che Lui è di origine napoletane, lavora, credo saltuariamente, come custode e la moglie, magrissima da far pensare sia anoressica, percepisce un minimo sussidio di invalidità, vivono in alloggio ad Ostia e il ragazzo è autistico. Annamaria gli ha domandato se avevano bisogno di qualche piccolo aiuto, ma Lui gli ha risposto che anche se molte volte raggiungevano la soglia limite di sopravvivenza, c'erano altre persone che avrebbero avuto sicuramente più bisogno di loro. A questo punto l'emozione che avevo dentro di me è aumentata in modo incontrollabile, ho pensato, invece di pensare a loro, anche eventualmente approfittandosene, il loro pensiero è andato a chi sta peggio di loro.

Questa per me è stata una dura lezione di vita, ed è per questo che descrivendo questo episodio voglio cercare di rendere partecipi anche voi, dirvi che c'è sempre chi sta peggio, chi ha bisogno più di noi.

Sul loro volto, nonostante il disagio di vita che conducevano, c'era tanta serenità e non dimenticherò mai il viso sereno e sorridente del ragazzo.




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