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…UNO! DUE!! TRE!!!
di Maria Adelaide Frabotta, 23/08/2012

Ho pensato a lungo se scrivere questo resoconto di un caldo agosto supersportivo.

Non volevo cadere in mistificanti autoesaltazioni del proprio operato. Invece è giusto condividere sul sito le proprie esperienze podistiche, come suggerisce lo spirito della nostra Società, per migliorare e anche accettare consigli da chi è molto più forte e avanti di me.

Uno: mi sono iscritta alla Speata non con lo spirito di Wonder Woman stile capretta arrampicata per una ipersalita che neanche la mia macchina riusciva ad affrontare in prima marcia bensì per iniziare a voler potenziare le gambe. Se non arrivo ok ho tentato, invece questa competizione mi ha insegnato a dosare la propria tenacia, perché la corsa è fatta anche di questo, la testa presente e caparbiamente protesa a raggiungere il risultato, i miei primi 12 km. Sono arrivata e come sempre grazie all’affetto non solo del mio accorto marito ma anche degli incitamenti dei miei colleghi di Podistica. Albena e Alessia erano le brave fotografe, attente a riprendere non tanto lo stile all’arrivo (che non esiste proprio in questa corsa..) ma la fatica e il sudore per raggiungere l’obiettivo.

Due: l’arrivo al Terminillo tanto desiderato per la fame e la stanchezza ci riconforta tutti. Siamo ipereuforici nonché contenti di rivedere i compagni di tante avventure pronti a migliorarsi in una settimana nelle loro potenzialità podistiche. In questo caso ha prevalso in me l’euforia del Super Io (o forse le leccornie vinte con il pacco premio di seconda nella categoria a Monte Livata) che pretende troppo dal fisico ed da una costituzionale bassa pressione mattutina; trascorro una buona mezz’ora a.. vedere distesa su una panchina dello stadio il meraviglioso cielo del Terminillo. Altra lezione: la stima di se stessi nelle corse è fondamentale ma dosata con la saggezza del proprio limite fisico pensando che non è una sconfitta.

Tre: grazie al potenziamento con lo stage ed il lavoro quotidiano dei nostri cari allenatori vado alla Amatrice Configno. Non sono un po’ magoontata? Con Ezechiel che guida la truppa.. Però è proprio lui che ha dato l’esempio ed alle Olimpiadi ha recuperato la caduta vincendo la medaglia d’oro. Dunque posso provare anche qui ad arrivare, altra prova voluta affrontare tutta di corsa per testare le mia gambe e piedi un po’ malconci per qualche problema muscolare. Non ho fatto i conti con un caldo micidiale che avrebbe stroncato anche un cammello ma anche qui l’affetto di chi mi ha trascinato della Podistica unito agli Amatriciani mi ha consentito di arrivare.




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