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Dimenticare è bene, Condividere è meglio...
di Paolo Baffigi, 09/08/2013

"ma posso tornare a correre?" "per me, anche domani!"

Questa frase risale alle ore 23 circa del 4 febbraio 2012, all’interno di una sala operatoria tra un paziente ed un cardiochirurgo; il paziente in questione era, ahimè, il sottoscritto e, no, non ero su un set cinematografico, l’attore proprio non lo so fare!

La frase di per se, in quel momento fu fin troppo ottimista, ciò nonostante non ha mai abbandonato la mia testa, per quanto...

Sono passati quasi 18 mesi da quella terribile data e, per aiutare la memoria di tutti, il 4 febbraio 2012 è quando a Roma ci fu la copiosa nevicata durante la notte, quando l’allora sindaco Alemanno voleva chiamare l’esercito!

Molti di voi ricorderanno le 3 parole (Corsa, Controllo e Cuore) che scrissi allora, quasi a caldo, senza sapere, fortunatamente, ciò a cui stavo andando incontro, un percorso lungo e tortuoso che non ha escluso depressione, tristezza, sconforto, malinconia, frustrazione, vergogna, sfiducia, e chi più ne ha più ne metta.

No, non sto esagerando, pare che tali situazioni siano la norma dei post-infartuati e, se è vero che l’allenamento aveva lavorato a mio favore durante l’episodio (evitando danni più gravi), mi sarei aspettato una vita ben diversa a posteriori, proprio grazie alla stessa preparazione atletica che, invece, non può bastare mai, specialmente dopo tali avvenimenti.

La “lotta” inizia da subito, soprattutto con la tua testa, che non riesce così facilmente a stare al passo con il fisico cambiato improvvisamente; inoltre, vieni immerso, tuo malgrado, in qualcosa di cui non sai assolutamente nulla o poco, arrivano nuovissimi vocaboli (come “NSTEMI” e “TROPONINA”) e concetti da comprendere ed elaborare, per voler sopravvivere all'aggrovigliata "giungla medica" che tuo malgrado è costretta a prenderti in carico, con tutte le sue macchie e virtù allo stesso tempo.

Vorresti resettare tutto, ma non c'è ne il tasto "rewind" ne il tasto "fast forward", devi solo decidere, "play" o "stop"!

È difficile! "Stop" è vicino, comodo, elementare, quasi comprensibile e non vi nascondo che mi ha tentato in continuazione come un angelo delle tenebre che ti ripete all'infinito "ma chi te lo fa fare, molla tutto e...chissenefrega".

Ma a me piace troppo giocare, e in qualche modo riesco sempre a schiacciare questo tribolato "Play".

I medici fanno la loro parte; ne ho incontrati diversi, anche con curricoli blasonati e, come per ogni novità che si rispetti (novità per me), c'è bisogno di trovare l'importante e giusto punto di equilibrio, senza fermarsi al primo commento negativo che, detto da loro, più di ogni altra frase ti arriva in pancia come un treno ad alta velocità.

Anche qui è faticoso, ma era stato proprio uno di loro a dire "per me anche domani!", quindi la categoria non doveva essere poi tutta contro di me come sembrava, oppure no?

E` comunque un importante percorso ad ostacoli, si inciampa spesso, ci si lamenta per il dolore, si fa fatica a rialzarsi e poi, lentamente, si riparte, per ripetere lo stesso ciclo poco dopo; su e giù, alti e bassi, euforia e depressione, in pratica il “normale” cammino della vita ma con l’aggravante di non essere più sicuro di nulla, tremare ad ogni minimo mal di unghie, avere il dubbio continuo di poter mai riuscire a ritornare come prima che tutto ciò accadesse.

Ad un certo punto sento un forte peso (non solo mentale); ho assolutamente bisogno di un “urlo”, di uno “scatto”, di una conversione a “U” della vita, che mi possa far mettere a fuoco un reale obiettivo, un qualcosa su cui puntare la mia concentrazione e le mie ultime energie residue, qualcosa che possa anche coinvolgere il mio orgoglio personale come uomo e come padre; dopo 7 mesi dall’accaduto e quasi 15 anni di “disastri gastronomici” che, non solo mi avevano appesantito più di 20 kg. ma erano andati a pregiudicare seriamente la mia salute, decido di ripartire da una dieta alimentare che possa riportare la mia testa su binari equilibrati, oltre, naturalmente, ad alleggerirmi il più possibile. Con il fondamentale aiuto di un nutrizionista, inizio il cammino e, ad oggi, dopo quasi 11 mesi di proporzioni e moderazioni, peso 15 kg in meno e soprattutto mi alimento in maniera molto più sana e corretta, base fondamentale per la salute di ognuno.

Certo, gli ostacoli non finiscono all’improvviso (anzi), ma sul piatto della bilancia iniziano ad esserci anche piccole soddisfazioni che aiutano l’intera “macchina” nella ripresa, molto lenta ma costante; i continui esami medici iniziano pian piano a migliorare, corroborando la mia fiducia e, soprattutto la mia speranza di tornare, non solo a correre, ma a vivere!

Mi sono dilungato tantissimo; tante parole superflue per arrivare a dirvi che lo scorso 25 giugno, dopo quasi 1 anno e mezzo, sono riuscito ad ottenere nuovamente il certificato medico agonistico per l’atletica leggera! Potete immaginare la mia personale soddisfazione dopo aver visto colori scuri del corpo e della mente.

Come raccontavo a Pino, è l’unica occasione in cui mi auguro di restare disoccupato, ma la mia esperienza avrà veramente un senso se mai potrò essere d’aiuto a chi, sfortunatamente, dovesse affrontare lo stesso arduo percorso; credo che non ci sia nulla di più confortevole di chi, in momenti di difficoltà, possa capire i tuoi stati d’animo per averli già vissuti, testimoniando, oltre alle fatiche, la riconquista a pieno titolo della propria vita.

Mando a tutti un fortissimo abbraccio arancione, non vedo l’ora di poterlo fare personalmente alla primissima occasione in cui ci rivedremo.

Paolo




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