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Di padre in figlio
di Roberto Trasatti, 09/04/2015

Pronto sulla linea di partenza!!!

Pronto sulla linea di partenza!!!

Era una vita fa. Era il 26 ottobre del 2008 quando sotto casa mia si svolgeva la 21ª edizione della “Corri alla Garbatella”. Giorgio Calcaterra vinceva come al solito, mia figlia aveva 6 anni, mio figlio 3 ed io indossavo un pettorale per la prima volta.

Qualche mese prima un conoscente, sapendo della mia passione per la corsa, mi aveva spinto a iscrivermi ad una società podistica di Roma, con sede a San Lorenzo.
Quella mattina, sceso da casa, mi avvicinavo timido verso la linea di partenza cercando qualcuno della “Podistica Solidarietà”: mi venne incontro la nostra fotografa prendendomi quasi per mano con simpatia e discrezione nello stesso tempo. Mi mostrò il gazebo, mi disse come dovevo sistemare il chip e poi … mi presentò il Presidente che, senza tanti convenevoli, mi fece sentire da subito parte della famiglia.
Il giorno dopo, nel resoconto della gara scritto proprio dal Presidente appariva una frase che lessi più volte con enorme soddisfazione: “Bell’esordio per Roberto Trasatti, a lui il benvenuto nel nostro gruppo”.

Da quel giorno ne sono successe di cose! Ho partecipato a tante altre gare, a molte dieci chilometri, a sette mezze maratone e ho corso la mia prima maratona. Ho attraversato la vita tra gli alti e bassi in famiglia e tra gli inevitabili cambiamenti professionali. Ho perso qualche amico e ne ho trovati di nuovi. Ma una cosa non è più cambiata: ho continuato a correre … sempre!
Si … qualche periodo sono stato fermo per piccoli infortuni, tra l’altro, sempre più frequenti, ma la voglia, direi …. la necessità di calzare quelle scarpette non è mai venuta meno … anzi!
Ho corso in tutte le stagioni, con l’afa soffocante o con il gelo e la pioggia sul viso, ho corso in luoghi impensabili, ho corso da solo, ho corso al fianco di amici vecchi e nuovi, alcune volte in silenzio altre raccontandoci la vita come se stessimo mangiando una pizza seduti comodamente vicino a un tavolo.

E tutto questo sempre con addosso la maglia della “Podistica Solidarietà”. Con il Presidente che si ricorda il mio nome anche se mi faccio vedere poco e che mi incita nelle gare quando, a pochi chilometri dalla fine, non ce ne ho veramente più.
Con l’orgoglio di far parte di una società che non corre soltanto ma che si rende anche utile agli altri e con il senso di colpa per non poter contribuire a dare una mano a quanti di noi si adoperano per far funzionare “alla grande” tutto il gruppo sempre più numeroso.

Poi un giorno, mi arriva un’e-mail: la Podistica organizza una scuola di atletica leggere a Caracalla per bambini.
Mia figlia Giulia pattina e mio figlio Federico fa calcio, come la maggior parte dei maschietti della sua età. Federico, però, corre veloce. Me lo dice anche il suo mister: “Non è Maradona ma è il più veloce della squadra”. Il giovedì va a catechismo, però il martedì si potrebbe fare. Quel giorno della settimana s’incastra anche con i miei turni di lavoro. E poi, anche se solo una volta a settimana, è meglio che niente. Tentiamo! Lui è contento di provare.

Ed è a Caracalla che scopro un'altra bella pagina della Podistica Solidarietà: il gruppo degli “arancini” è una bellissima e sana realtà. Gli allenatori sono insuperabili: Fulvio, oltre a essere un tecnico di alto livello, è una persona con la quale si parla come se ci si conoscesse da sempre. Loredana, pur non essendo un’orange, ne incarna a pennello lo spirito: è competente, simpatica e sa trattare nella giusta maniera i “giovani atleti”, facendosi amare ma anche rispettare quando serve.
L’aspetto che più mi emoziona di questi martedì è quello di correre sulla stessa pista con mio figlio: quando ci incrociamo “di corsa” non si sa mai quale siano gli occhi maggiormente pieni d’amore.

Ed è così che arriviamo a sabato ventuno marzo, quando sulla pista delle Terme di Caracalla, si svolge la seconda edizione delle “Menneadi”, manifestazione organizzata in ricordo di Pietro Mennea.
Federico si cimenterà sugli ottanta metri: dalla sera prima comincia a pensarci, la mattina si sveglia emozionato. Allo stadio gli sistemo il suo primo pettorale, lo lascio un po’ tremolante nelle mani degli organizzatori e riesco a raggiungere gli spalti dove, tra la gente, faccio in tempo a godermi la sua prima gara, il suo bel secondo posto.
Mi raggiunge contento e orgoglioso di sé, mi dice che la prossima volta vuole arrivare primo, mi chiede chi era Mennea e, quando gli parlo della "Freccia del Sud", per la prima volta, lo vedo interessato come quando ci perdiamo nei discorsi su Totti.
Un altro miracolo del nostro bellissimo sport!


Federico alla sua 'prima' gara da arancino della Podistica Solidarietà

Federico alla sua 'prima' gara da arancino della Podistica Solidarietà



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