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Bentornato Attiliuccio......
di Attilio Di Donato, 18/11/2012

Il mio Natale.

Natale è adesso. Sapete perché? Perché mi è venuta la voglia di scrivere a tutti voi.

A dicembre l’atmosfera sarà più magica, certamente. Le strade saranno più affollate, la gente comincerà a fare i primi acquisti per le feste. Scoppierà il compra-compra generale: tutti a caccia del regalo originale, quello che non ti aspetti. Ma dove lo trovi? Qualcuno mi spieghi dove esiste un posto che venda regali “alternativi”, il negozio della fantasia, dove sarà?

Non c’è, non esiste. Siamo noi che lo possiamo aprire, senza nessuna licenza. Non si vende merce commestibile, niente mortadelle coi pistacchi e niente affettato. Si vende affetto. O meglio, lo si regala.
Il negozio è lì, all’interno del nostro cuore.

Il cuore è un muscolo cavo e quindi lo possiamo riempire, se vogliamo. E tenerlo aperto tutto l’anno, non solo a Natale.

Ogni giorno, con piccoli gesti, tante piccole attenzioni verso chi è più sfortunato di noi. In fondo, come diceva il grande Eduardo: a che servono questi quattrini oppure, come dice il piccolo Attilio:” E taut nun tenene e sacche..” (tradotto: le casse da morto non hanno le tasche).

Possiamo fare una telefonata a un amico che ne so… il 17 marzo, oppure il 21 maggio. Giorni così, a caso… se capita di un insignificante lunedì ancora meglio, oppure un giovedì, giorno in cui appariva Mike Buongiorno in tv.. che ne so…

Trascorriamo un Natale senza la schiavitù che ci impongono i telefonini, tra i nostri cari, che non devono essere necessariamente parenti (chi non li ha cosa fa?), ma le persone che più senti vicino e possono essere diverse da quelle con cui hai trascorso lo scorso Natale.

Il tempo passa, fra un anno e l’altro si costruiscono e si rompono amicizie e legami anche stretti.

Certo, i genitori, i figli, i fratelli, le sorelle. Ci hai trascorso l’infanzia, è vero, ma poi crescendo le strade si dividono. Se i rapporti restano saldi è bello riunirsi per le feste e fare un po’ di sano amarcord.

Ma se sei solo? Se la vita ti ha tirato una lunga serie di brutti scherzi? Che fai? E no, cari amici della Podistica Solidarietà qui viene il bello.
A questo punto interviene il PSA, che oltre ad essere un’enzima prodotto dalla prostata, (per chi ce l’ha ancora) è anche l’acronimo di “Pronto Soccorso Affetto”. Il nostro cuore a quel punto non parte, ma decolla in aiuto di chi ha bisogno, vicino o lontano che sia.

Allora, amici podistici e solidaristici che non vedo da un pezzo, mi sono rifatto vivo per dire questo: mettiamoci anche nei panni del “capitone, ossia la super anguilla che se magnano a Napoli: che fai? gli vai ad augurare buon Natale al capitone? Per lui è il giorno del sacrificio estremo. Se solo potesse parlare quel giorno ti manderà a quel paese se soltando ti azzardi a dirlo.

E ti manderanno a quel paese anche tutti i senzatetto, disadattati, malati, barboni, tutti quelli che vivono ai margini della società 365 giorni all’anno.
Ma loro non lo fanno, perché una cosa gli è rimasta: la dignità. E con quella fanno finta di ringraziarti quando durante le feste gli porti ciò di cui tu ti illudi loro abbiano bisogno.

La sparo grossa: se accettano quel che tu gli dai è per farti un favore a te che hai bisogno di pulirti la coscienza perché qualcuno ha detto che a Natale bisogna essere tutti più buoni.

Ma Qualcuno, ancora più Grande ci osserva e sa bene come stanno le cose.
Fantasticando un po’, se continuiamo così potrebbe anche decidere di tornare sulla terra un giorno, e festeggiare solo con loro il Santo Natale. Poi darà solo un giorno, ogni quattro anni, il 29 febbraio, per esempio, al resto dell’umanità in cui potremo festeggiare il nostro Natale fra di noi, ma sarà un Natale senza Dio.

Speriamo che questo non accadrà mai.

Ciao a tutti. Ci vediamo a Firenze, per chi ci sarà.

Attilio




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