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Storia di Capodanno... Storia di una bici..
di Attilio Di Donato, 01/01/2011

Cari amici lontani e lontani, immagino che tutti vi stiate chiedendo dove ho trascorso l’ultimo dell’anno. Ma che ve frega? So fatti miei.
Scherzavo. Adesso vi racconto tutto: aprite bene le orecchiette.

Il giorno 31 dicembre l’ho trascorso girovagando per Novara alla ricerca della mia bicicletta, una Bianchi nera con la sella rossa.

Erano circa le 17.00 del 29 dicembre quando se la sono fregata: qualcuno l’ha prelevata da sotto casa di mia sorella, nel cortile, posizionata accanto ad un bidone della spazzatura.

Non ho capito come hanno fatto i netturbini a distinguerla dal bidone, visto che anche esso era nero e con le ruote, e aveva anche il freno col pedale, esattamente come la mia bici.

Ma il ladro è stato molto attento ed ha notato la piccola differenza fra i due oggetti: mentre il bidone aveva quattro ruote il mio velocipede ne aveva solo due, di poco piu’ grandi.

La bicicletta poi era legata con una catena e la catena era legata al cortile del palazzo e il palazzo era legato a… niente…. mi so distratto, scusate.

Ritornando a noi, due giorni fa la bici sparisce e mi rimane solo la sella, che resta appoggiata sul muretto alla base del cancello. Subito ho pensato ad un ladro, ma non ad un ladro normale ma a un ladro particolare il quale, oltre a provare soddisfazione nel fregare la roba altrui, provava soddisfazioni personali un po’ particolari.

Così ieri mi son messo a girare per la città con la sella in mano alla ricerca della mia due ruote. Gira che ti rigira amore bello…. no scusate, mi so sbagliato, infatti questo è il titolo di una canzone di Claudio Sbaglioni.. Insomma, gira che ti rigira ho pensato che, piuttosto che perdere tempo nel cercare la bici avrei potuto velocizzare le operazioni cercando il lestofante autore del misfatto, sicuramente un sedicente “uomo” ma non al 100%.

Io non sono di qui ma mio nipote mi ha indicato due o tre locali dove avrei potuto acciuffare il tizio e quattro o cinque marciapiedi dove avrei potuto trovare la bici.
Intendiamoci: del tizio non è che mi interessasse più di tanto e questo ci tengo a precisarlo, mi interessava soltanto ritrovare il mio unico mezzo di locomozione.

Dopo una giornata passata a vagabondare per la città me ne torno a casa stanco e con le pive nel sacco me ne vado a dormire.
Il giorno dopo ricomincio il giro e penso: visto che mi sto preparando per la maratona di Roma, perché non mettersi in tuta da ginnastica e prendere l’autobus per Vercelli? Infatti proprio così decido di fare. Una volta arrivato a destinazione scendo e corro verso Novara city per un altro giro di “Peppe” della durata di sette otto ore ma niente di fatto: della mia bici neanche l’ombra.

Ritorno a casa di mia sorella la quale, vedendomi stanco, mi consiglia vivamente di desistere dai vari tentativi. Ma io non mollo e dopo una doccia piena di acqua calda che scende ed un sonno ristoratore esco di buon mattino il giorno dell’ ultimo dell’anno e decido di andare alla stazione, dove c’è un mare di biciclette legate da tutte le parti. Figuratevi che ne ho visto perfino una legata a un segnale stradale con scritto: “Vietato legare le bici a questo segnale”.

Dopo una giornata di vagabondaggio passa la mezzanotte e i botti di capodanno mi piovono in testa. Decido di fare un ultimo tentativo e ritorno alla stazione e cosa ti trovo? La mia bicicletta!!
Era in perfette condizioni: ruote rotonde, fanalini già accesi e manubrio sul lato guida.
Ma la cosa che che piu’ mi ha meravigliato è stata la seguente: la bicicletta aveva la sella!!!

Non credevo a nessuno dei miei due occhi ma quando ho guardato che nella mia mano destra avevo ancora con me la sella lasciata dal personaggio, ho dovuto prendere atto dello strano accaduto.
Il ladro, insomma, aveva tolto la sella prima di fregarsi la mia bici, aveva vagabondato chissà dove per due giorni seduto felicissimamente e comodamente sul tubo e poi, felicissimo, aveva rispettosamente fregato un’ altra sella da qualche altra bici e la aveva rimessa sulla mia.

Aveva poi comprato un altro lucchetto e l'aveva legata alla staccionata lungo la ferrovia.
A questo punto corro a casa, lascio la sella, prendo una tenaglia, ritorno alla stazione, rompo il lucchetto e mi accingo a tornare a casa sulla mia bici.

Dopo aver fatto un centinaio di metri e alle ore 3.00 circa della mattina del primo dell’anno incrocio uno strano tipo vestito da donna che pedala su una vecchia bici tipo “Graziella”, ve la ricordate? Ebbene, costui mi saluta sorridendo e io mi chiedo: “ma chi sarà mai sto personaggio in cerca d’autore?”

Ma mentre mi faccio questa domanda il tipo mi fa cenno di fermarmi e appena si mette in piedi noto che la sua bici è priva di sella. Mi si avvicina e con la stessa voce del cantante dei Cugini di Campagna mi dice: “ciao, io sono Franchina e sono di qui, tu da dove vieni?”

“Dici a me?” Rispondo io, “va be, mi chiamo Attilio e vengo da qui vicino, dove abita mia sorella, ma se a te interessa saper da dove vengo, io ti dico dove sto andando: ebbene, sto andando lontano, molto lontano!!!!!!!!!!!!! Ciaoooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

E qui finisce la storia. Ma c’è una morale ed è questa: quest’anno è stato per me un anno funesto ma come diceva Nick Carter: “tutto è bene quel che finisce bene, e l’ ultimo chiuda la porta. Sbam!”.

E buon anno a tutti. Attilio.




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