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Le luci dell'alba
di Marziale Feudale, 23/01/2007

Un silenzio quasi irreale… e quando non porto con me le la tecnologia sofisticata dell’MP3, ascolto solo il suono dei miei passi.

Non importa se fa freddo.. l’aria fredda sul viso mi dà una sferzata e mi sveglia ed è come se mi rendesse più sensibile a tutto il resto, a tutte quelle piccole cose di cui durante il giorno non ci accorgiamo.

Qualche volto, qua e là… i netturbini… qualche auto in lontananza.. un gatto… poi giro l’angolo e più nulla …. solo io, la strada e il silenzio.

L’attenzione va alle sensazioni che i piedi e le gambe mi trasmettono e, in questo frangente il tempo non conta. Non guardo l’orologio perché non ne ho bisogno.

So che il tempo passa ugualmente ma preferisco rimanere con questa sensazione di attesa.. di sospensione… di semi luce o di semi buio: dipende dai punti di vista.

La notte, si sa, cancella ogni relazione con il passare del tempo e l’alba non è da meno. L’alba è un preambolo a ciò che succederà, un intermezzo in cui percepiamo che tutto si sveglierà ma sembra ugualmente che il tempo non passi.

Sembra scontato, banale, già descritto tante volte su qualche libro, probabilmente letto distrattamente su qualche rivista mentre si aspetta il proprio turno in uno studio medico oppure dal parrucchiere. In fondo però l’alba è proprio così: un fenomeno bellissimo nella sua semplicità. Sta a noi afferrare, gustare e conservare le sensazioni che essa ci propone. Questa luce che stenta ad arrivare, questo chiarore infinito che pian piano diventa luce piena, questo lento trasformarsi dell’ambiente che ci circonda, che tante volte abbiamo visto da ragazzi solo per il gusto di fare tardi e che adesso apprezziamo in modo diverso.

Non siamo più abituati a questo tipo di approccio con il posto in cui viviamo. A volte invece è proprio quello che manca per migliorare un poco di più l’allenamento. In questa condizione, senza rumori e luci, con immagini diverse dal solito, riusciamo a percepire e a capire meglio i messaggi del nostro corpo. La mente si apre e lentamente impariamo anche ad ascoltare meglio noi stessi. Il movimento del corpo che corre quasi al buio verso un punto dove si percepisce un bagliore è una sensazione incredibile di libertà. È quasi un ritorno all’infanzia, un ritorno al primordiale.

Per scelta ho deciso di vivere fuori dalla grande metropoli e diciamo, per obbligo da ormai più di un anno, quasi ogni mattina la mia sveglia suona alle 6:00 e prendo giusto il tempo per un caffè….poi via. All’inizio la cosa più difficile da fare era allacciarsi le scarpe, ora uscire per il mio allenamento mi sembra la cosa più naturale del mondo.

Questa mattina gli occhi si sono aperti da soli. Non ho più bisogno di alcun orologio ormai. Il mio fisico ma soprattutto il mio cervello si sono adattati a questa condizione. Forse è solo un effetto dell’età che avanza ma a me piace pensare di essere finalmente riuscito a cogliere il vero senso di uno dei gesti più naturali che l’uomo conosca: Correre in libertà.

Marziale

Curiosità: La foto è a colori reali. L’ho fatta io in Calabria.




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