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Percorrendo l’antica via verso Roma dei pellegrini
di Paolo Reali, 18/09/2015

Nell’incantevole scenario naturalistico del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, del Monte Falterona e Campigna, si è tenuto sabato 05 Settembre 2015 la 2ª edizione del Trail delle Foreste di Badia Prataglia, evento Trail competitivo su varie distanze:
- Ultra 67km con 3700D+ (Campionato Italiano I.U.T.A. di Ultratrail medio (gara singola), prova valida Grand Prix Iuta, gara qualificante UTMB e prova valida Foreste Casentinesi Trail Cup);
- Trail 25km con 1500D+ (Prova valida Foreste Casentinesi Trail Cup);
- Short 14km con 800D+ (Prova valida Foreste Casentinesi Trail Cup);
- Eco-camminata da 5km e 13km (descrizione)
- Mini-Trail (riservato a ragazzi dai 6 ai 13 anni)

Potete visualizzare il video di Paolo Reali al seguente link cliccando QUI

Ritrovo e partenza dalla caratteristica località turistica di Badia Prataglia nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, ai confini tra Toscana ed Emilia Romagna.
Le gare si sono snodate per la quasi totalità tra i bellissimi sentieri del Parco Nazionale, l’UltraTrail delle Foreste di Badia Prataglia, novità assoluta per questo anno, ha attraversato luoghi di rilevante importanza storica e religiosa come l’Eremo dei Camaldoli antichissimo monastero ed il Santuario della Verna famoso perché è il luogo dove San Francesco ha ricevuto le stigmate nel lontano 17 Settembre 1224.

La storia di questo territorio comincia in età antica, con i primi insediamenti Etruschi i quali trovarono nel "Lago degli Idoli" il più importante sito archeologico dell'Appennino Tosco Romagnolo, ai piedi del Falterona, un luogo dove venerare le proprie divinità. Le Foreste Casentinesi sono un territorio ben noto fin dal Medioevo quando le popolazioni Toscane utilizzavano il prezioso legname proveniente da questi boschi per varie opere, in particolare l'Opera del Duomo di Firenze, un ente laico che gestiva queste Foreste, utilizzò questo legname per la costruzione di vari edifici tra cui la Cupola del Brunelleschi mentre il Granducato di Toscana impiegò gli enormi abeti per costruire gli alberi maestri delle flotte navali di Pisa e Livorno.

Particolarmente importante per questi luoghi e la conservazione delle Foreste, sono stati gli insediamenti monastici di San Romualdo a Camaldoli fin dal 1012 e di San Francesco d'Assisi a La Verna nel 1213. La geologia del versante romagnolo è caratterizzata dalla presenza della formazione marnoso arenacea, costituita da sedimenti di ambiente marino profondo, con grandi banchi di arenaria intercalati a strati di sottili marne. Nella parte toscana il “macigno” costituito da banchi di roccia arenacea alternati a scisti argillosi e marne grigie, è la formazione geologica più presente. Dal punto di vista geomorfologico, il Parco è caratterizzato da una notevole varietà di emergenze; ne sono state censite circa ottanta, tra le quali sono comprese anche cavità naturali, sorgenti e affioramenti di interesse paleontologico. Tra queste spiccano la cascata dell'Acqua cheta, degna di nota non solo per la portata del salto (80 m) ma anche per la sua valenza storico-culturale, essendo stata citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia (Inferno, canto XVI), l'emergenza geologica denominata "Scalacci" visibile percorrendo il Passo dei Mandrioli nel versante romagnolo e la rupe calcarea di Monte Penna de La Verna.

Il percorso ricalca per la quasi suo totalità il tracciato della antica Via Romea, strada di penetrazione verso Roma dei pellegrini di lingua tedesca provenienti del nord Europa. Questa strada, altrimenti nota come «Romerstrasse» in Baviera, come «Via Romea» nella zona del Po, «Via Major» nei documenti medievali aretini e camaldolesi e «Via Romea dell'Alpe di Serra» dagli studiosi, potrebbe essere definita anche «Via degli Eserciti» o «Via degli Svevi», poiché è certo che essa abbia visto il passaggio di numerosi imperatori germanici, re ed eserciti, oltre agli ancor più̀ numerosi dei pellegrini, in transito fra la Germania e Roma.
La Via Romea propriamente detta da Bagno di Romagna risaliva il Passo di Serra e planando nel Casentine discendeva lasciato il Trasimeno verso l'Umbria e dopo Orvieto entrava nell'odierno Lazio e presso la monumentale Basilica di San Flaviano in Montefiascone, si ricongiungeva alla via Francigena con cui condivideva il rimanente percorso per Viterbo e Sutri verso Roma.




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