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10 anni con la Podistica Solidarietà
di Alfredo Donatucci, 17/10/2014

17 OTTOBRE 2004 - 17 OTTOBRE 2014
10 ANNI CON LA PODISTICA SOLIDARIETÀ - TUTTI IN UN ABBRACCIO


Ricordo anche i più piccoli dettagli di quel 17 ottobre 2004, giorno del debutto nella gara podistica denominata "Gran Prix Città di Tivoli"; un mix di emozioni, un intreccio di pensieri e di sensazioni che hanno acceso una miccia ancora oggi incandescente, che il tempo trascorso, i km percorsi e la fatica accumulata non sono riusciti mai a spegnere. Tanti ingredienti che hanno segnato 10 anni ininterrotti con la stessa Squadra, con la Podistica Solidarietà, un'esperienza che nello scorso mese di luglio sembrava giunta al capolinea, come qualsiasi fattore umano, che ha un inizio e una fine. A pochissimi amici avevo confidato, infatti, la volontà di aspettare questa ricorrenza per poi lasciare le gare ma non ci sono riuscito, è mancato il coraggio e quella volontà si è pian piano spenta nella mente.
Ora, come allora, sento il bisogno di continuare ancora un po' a "cambiarmi per correre" o, forse, a correre per cambiarmi ancora un po'. E vorrei farlo rimanendo legato alla Squadra, a quel grande “cuore orange” che ha tracciato solchi profondi e indelebili negli ultimi dieci anni della mia vita, con 120 mesi fantastici, 3650 giorni unici, carichi di entusiasmo e di energia, di voglia di fare e di migliorare (ricordando, in particolare, le 7 stagioni consecutive, dal 2005 al 2011, fantastiche, dove ogni singola gara era concatenata all'altra. Sette stagioni magiche, con l'adrenalina al massimo, che teneva sempre acceso quel fuoco di passione. Ma anche i momenti di sconforto, con l'infortunio subito alla fine del 2011, così grave che la corsa sembrava essersi definitivamente arrestata; invece, anche grazie ai tanti incoraggiamenti ricevuti, che hanno aiutato a non far perdere il desiderio di esserci, sono riuscito a riprendere il ritmo giusto, a correre qualche gara più forte di prima e, addirittura, a trovare la forza di ripresentarmi al nastro di partenza della maratona).

Insomma, questa volta non ho mantenuto la parola, né con me stesso né con gli amici più intimi; del resto, non l'ho mai fatto e non potevo farlo neanche ora, non si può voltare la faccia e abbandonare chi ti ha regalato infinite emozioni, quelle emozioni che non senti ancora finite.

Alfredo Donatucci




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