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Corriamo al Tiburtino: la motivazione per provare ancora a fare il possibile
di Alfredo Donatucci, 20/10/2015

Alfredo in compagnia del presidente

Alfredo in compagnia del presidente

Come qualsiasi cosa, l'importanza che si attribuisce alle gare cambia se cambiano i punti di vista; ad esempio, quelle che per alcuni sono soltanto da scartare per altri, invece, possono avere un significato profondo e particolare.
Riflettevo su tale aspetto nel momento in cui iscrivevo il mio nome alla prossima "Corriamo al Tiburtino", manifestazione podistica che dal 2004 mi vede presente. Una presenza assicurata anche nel 2011, seppur in qualità di "spettatore infortunato", ove alla fine della mattinata trascorsa insieme agli amici pensai che mai più sarebbe stato possibile correre su quelle strade (considerata la sofferenza provata, prima per restare qualche ora in piedi e poi per raggiungere l'auto parcheggiata poco distante dalla zona ristoro).

La convinzione maturata restò viva per molto tempo nella mente e comunque fino al mese di settembre dell'anno successivo quando, all'improvviso, mi convinsi del contrario e cioè che in qualche modo dovevo provare a "rinascere". Quindi, guardando il calendario delle gare, mi accorsi che nessuna si presentava meglio della "Corriamo al Tiburtino 2012", sia perché ero stato costantemente presente, sia perché il percorso (tranne piccolissime variazioni) era rimasto lo stesso di sempre. Insomma, non potevano esserci riferimenti migliori per tentare di “capirmi” cercando di percepire le sottili sensazioni che uniscono corpo-mente-spirito durante lo sforzo, necessarie per verificare se l'infortunio subito significava davvero la fine della corsa oppure l'inizio di una “corsa mozza" senza più un fine.

Il risultato ottenuto dopo aver tagliato il traguardo contribuì notevolmente a riaccendere la speranza, cosicché nel 2013 mi presentai più "agguerrito" che mai, talmente convinto che riuscì a correre la più eccitante edizione di sempre, ritrovando analoga positività anche l'anno dopo sulle medesime strade.
Oggi, guardando il solito calendario, prevalgono i nitidi ricordi di ieri, impregnati di una forza straordinaria che permette di pigiare fino in fondo il tasto dell'iscrizione, che spingono oltre per ricercare in mezzo a chissà cosa un briciolo di motivazione, non per immaginare l’impossibile bensì per provare a fare ancora il possibile ...

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2004 – 37:19
2005 – 38:06
2006 – 38:11
2007 – 37:41
2008 – 38:05
2009 – 37:52
2010 – 38:28
2011 – (spettatore-infortunato)
2012 – 38:08
2013 – 35:48
2014 – 37:51


Alfredo Donatucci

Alfredo Donatucci



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