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Esordio di fine Estate – Santa Marinella Triathlon Sprint
di Alessia Calcagnile, 20/10/2018

L’esordio tanto atteso alla fine c’è stato, riacciuffato per il rotto della cuffia, nell'ultima chance che mi offriva la stagione agonistica. E non avrei potuto chiedere nulla di più a questa giornata.
Un tempo perfetto, in una giornata di metà ottobre in cui sembrava piena estate, mare calmo e pulito dopo l’avventura nelle acque tempestose di Ostia nella Staffetta del Triathlon olimpico la domenica precedente.
Una gara improvvisata, ma anche studiata, l’unica a cui avevo assistito da ignara spettatrice 5 anni fa. Quando dicevo no, io il triathlon non lo potrò mai fare. Erano gli anni in cui dicevo “No la maratona non la potrò mai fare”. Ma le cose cambiano, la voglia di mettersi in gioco e affrontare nuove sfide aumenta sempre. L'appetito vien mangiando e allora nonostante “i pianeti in opposizione”, un conflittuale rapporto con la bicicletta, soprattutto la paura di uscire per strada e cadere, è arrivato il momento di prendere il manubrio per le corna, salire in sella e affrontare questi 20 km. Che a pensarci bene fa quasi ridere, non ho paura di farli correndo, perché dovrei paura a farli in bici? Ma le paure son difficili da spiegare. Devo ringraziare soprattutto Gigi e Bruna per avermi aiutato a superare questo scoglio. Mi sono bastate due sveglie alle 5 di mattina per capire che tutto sommato forse potevo resistere un’ora sulla bici senza cadere e sfracellarmi. Ma soprattutto mi hanno fatto veramente sentire parte della squadra.

E cosi alle 13.30, con divieto di muta ha inizio la gara con una velocissima frazione a nuoto, anche più corta del previsto. Tra botte e spintoni sono già fuori dall’acqua con un po’ di agitazione, sperando di non fare errori in zona cambio. Praticamente in zona cambio mi sono già giocato il vantaggio che avevo uscendo dall’acqua, ammetto che ci vuole una certa dimestichezza. Magari diventano azioni ripetitive con il passare del tempo, però come prima volta decido di fare tutto con calma, consapevole che tanto mi avrebbero recuperato tutte.
Inizio la mia lenta pedalata lungo l’Aurelia con un po’ di timore. Tengo sempre la destra come mi è stato raccomandato, facendo attenzione ad evitare tombini o possibili buche senza provocare incidenti. Ogni tanto arriva un forte ronzio dei grupponi che mi sorpassano, alcuni mi riconoscono e mi incitano. Al secondo giro mi doppia Claudio, mi dice che sto andando bene, io inizio a sentirmi più tranquilla, la strada si svuota e rimaniamo quasi tutte donne, mi raggiunge anche Bruna che mi supera mi incoraggia e vola via.
Finalmente inizio il terzo giro, incrocio Maria che oggi è incappata in una giornata storta ma non molla, siamo rimaste io e lei. E la moto di fine gara che a turno ci accompagna.
Poi finalmente vedo la luce, una bandiera rossa che mi indica che ho finito.

Arrivo alla zona cambio che ormai tanti atleti hanno finito la gara. Ebbene si, ammetto che in quel momento ho provato un po’ di scoraggiamento, ho pensato che dovevo ancora iniziare la frazione corsa. Ma per fortuna ci sono le mie amiche orange a fare il tifo. Paola mi accompagna sul percorso per niente facile, si inizia in salita, poi si scende e di nuovo saliscendi fino al porto. Lì si fa il giro di boa e mi rassereno un po’ perché ancora c’è qualcuno che corre, non sono già tutti al pasta-party. Mentre gli altri volano al traguardo io riparto per il secondo giro. Davanti a me rivedo Bruna, la riacciuffo a meno di un km dalla fine e subito sulla discesa ci vengono incontro Gigi e Ubba ad accompagnarci al traguardo. Una volata finale con gli occhi al cielo, perché questo traguardo come tutti gli altri lo dedico al mio papà lassù. Il mio pensiero è sempre per lui.
Al di là del risultato (l’importante era arrivare in fondo) posso dire che è stata un'esperienza davvero divertente, coinvolgente e che questo è solo l’inizio. Ci vediamo nel 2019!!




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