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Il MIO primo Ironman (quello del supporter)
di Mario Rogerio Dos Santos Galvao, 29/07/2017

Nonostante tutto grandissima prestazione per il nostro triatleta orange

Nonostante tutto grandissima prestazione per il nostro triatleta orange

Quando spieghi ad un ignaro cosa è un Ironman parti sempre dalle distanze di gara, ma quella è solo la punta dell'iceberg, io invece vorrei cominciare dall'iceberg intero, dagli 8 mesi di allenamento equivalenti a più di 400 ore, 244 km di nuoto, 7.601 km di bici, 1.093 km di corsa. Roba che ci arrivavi a Nizza almeno 11 volte in bici, e quasi 2 volte correndo. Invece noi ci siamo andati in macchina, come sempre, l'unico mezzo che ci consente di portarci dietro qualsiasi cosa possa lontanamente servire.
Nizza è l’unica Francia che non mi piace, sarà che sembra troppo Italia, sarà che è sempre caotica e rumorosa, che non ha le spiagge di Saint Tropez, la maestosità della provenza di Avignone, ecc ecc... ma noi siamo a Nizza non per turismo ma per il nostro primo Ironman! Otto mesi di sacrifici, alzatacce alla prima luce dell'alba e a dormire quando cenerentola sta ancora a lucidare le scarpe. Otto mesi di sempre stanchezza, stress per non riuscire a mettere tutto insieme: allenamento, lavoro, cura dei nostri vecchietti e tante rinunce. Rinunce alle serate, agli amici, al cibo, a un po' di relax... Preparare un Ironman non è cosa da poco, serve una determinazione rara, ma anche se ce l'hai arriva un momento in cui non ce la fai più, vuoi recuperare la tua vita normale e Rogerio oramai era stanco e impaziente di misurarsi con la sfida per cui tanto si era sacrificato.

Ma finalmente ci siamo! È arrivato il giorno della gara, scendiamo in strada col buio, la città era già totalmente congestionata. Tutte le vie di accesso alla Promenade erano state chiuse da blocchi di cemento ed erano presidiati da posti di blocco militari. Le vie interne, le uniche aperte alle automobili erano bloccate per il traffico, e non riuscivamo nemmeno a sentirci per il rumore assordante dei clacson, riusciamo a prenotare un taxi ma capiamo che in quelle condizioni, non sarebbe mai arrivato. Rogerio decide di andare a piedi, sono 3 km, ansia di non arrivare in tempo. Il Gate chiude fra meno di un ora. Io lo seguo ma non riesco a tenere il suo passo, controlli minuziosi per accedere all'area di gara, capisco che non lo vedrò partire. Squilla il telefono: "Dove sei? Devo darti un bacio!!!" È l'unica superstizione del brasiliano, ma non riusciremo ad incontrarci, troppa gente, troppo caos, troppe distanze da percorrere, i passaggi fra ciascuna area erano lontani e militarmente presidiati, le file per i controlli erano lunghe.

Il mare è piatto, consentono la muta, è appena l'alba, partono i Pro poi gli Age Group a scaglioni. Le condizioni sono ottimali, penso che farà una grande gara. Nei giorni precedenti Rogerio era insolitamente tranquillo, era il suo primo Ironman lunga distanza, non mi spiegavo questa tranquillità, appena scalfita, la sera prima, da una atleta lussemburghese che gli aveva detto: "Beato te che sei al primo e non sai quello che ti aspetta, io ne ho fatti 8 e sono molto nervosa perché so cosa mi aspetta". È passato poco più di un ora dall'inizio, la frazione è lunga, Rogerio mi aveva dichiarato i suoi tempi, ma lo vedo uscire dall'acqua troppo in anticipo, continuo a pensare che sta facendo una bella gara. In realtà quella performance penalizzerà il resto della sua prestazione. Seguivo i suoi tempi dal cellulare, transizione stranamente lenta. Mi dirà poi che aveva inciampato su di un gradino non segnalato e fatto un volo di 5 metri. Dovevo arrivarci da sola, non sono mai riuscita a fotografarlo in zona cambio, lui è più veloce di me. A questo punto me ne torno in appartamento, l'avrei rivisto dopo 5 ore di bici. Ho bisogno di rilassarmi, durante le gare ho sempre il cuore a palla.

Lo seguo sul tracking: Oddio!!!! Sta tornando indietro!!!! Deve essere successo qualcosa, chatto con Fabrizio e Lillo: aiutatemi a capire, sul telefonino sembra stia tornando indietro! Mi rassicurano. Rogerio mi racconterà che ha buttato la borraccia a 2 metri dalla eco zona, colpendo un giudice, è stato fermato dopo 5 km, gli è stata data l'opzione di tornare indietro per non essere squalificato e così ha fatto (questo ha comportato + 10 km). Continuo a chattare con Fabrizio e Lillo, la gara in bici non sta andando secondo le previsioni, aveva iniziato il percorso come 4 di categoria e stava perdendo posizioni. Ho paura che abbia problemi con il ginocchio. Esco e lo aspetto alla zona cambio con una certa apprensione. Intanto la temperatura si sta alzando, +5° rispetto al giorno precedente, il caldo è insopportabile, trovo rifugio da McDonald’s aria condizionata e mezzo litro di Coca Cola, fila alle casse. Rogerio arriva, sembra che il suo ginocchio stia bene, la gara non sta andando secondo le sue aspettative. Inizia la parte più dura, la maratona, per di più sotto un caldo cocente.

Nell’attesa vedevo sfilare gli atleti delle prime posizioni. Mi ero sempre di più fatta la convinzione che questa non era la gara adatta a Rogerio. Erano tutti magrissimi quasi al limite della sopravvivenza e piccoli di statura, tipologie molto diverse da Rogerio, che al confronto pareva un gigante. Intanto il coach Fabio Pierantozzi, ha finito la sua gara a Roma e chatta con me, mi dice che Rogerio sta "crollando" e che non vale la pena proseguire in queste condizioni è meglio che pensi a salvaguardare il suo ginocchio. Io lo aspetto al 3 giro, appoggia di più su di una gamba, ma lo ho visto in condizioni peggiori. Non gli dirò niente, tanto lui la gara la finirà, quella medaglia andrà a prendersela dovesse pure arrivarci sui gomiti! Lo conosco troppo bene! E così è stato!!!
Finita in 10:36 ore, 76 assoluto e 16 di categoria. Gli amici cominciano a telefonare, chattare, farsi vivi su FB: come è andata? Rogerio risponde: benino, ma questa distanza va rispettata. C’è una sorta di saggezza ZEN in questa dichiarazione che non sono riuscita a capire fino in fondo ma che intuivo, in ogni caso lui si giudicava responsabile di non aver dato il "giusto rispetto".

Cose che non sono andate: 1. Aver fatto la prima frazione tutta in Z4 per più di un ora (così una gara manco la finisci!) 2. Aver mancato l’EcoZona per 2 mt e aver fatto 10 km in più, come se ce ne fosse bisogno! 3. Non era la sua gara, cito il coach: ‘lui consuma troppo per questa distanza, già gli allenamenti lo avevano evidenziato, e non si poteva spremere di più, io non gli ho detto niente per non demotivarlo’ 4. Abbiamo passato 2 gg a cercare rape rosse crude in tutta Nizza, non le abbiamo trovate 5. il bacio prima della gara, cacchio!!!! Ed io che ho sempre pensato ad una stupida superstizione brasiliana!

Cose che sono andate: la perseveranza e la determinazione!!!! Una qualità preziosa, perché come diceva Calvin Coolidge “Nulla al mondo può prendere il posto della perseveranza. Non il talento, nulla è più comune di uomini di talento falliti. Non il genio; il genio incompreso è ormai un luogo comune. Non l’istruzione; il mondo è pieno di derelitti istruiti. Solo la perseveranza e la determinazione sono onnipotenti.”

Grande prova SUPERMARIOROGERIOGALVAO!!!

Jessica



Il nostro Rogerio lungo le strade di Nizza

Il nostro Rogerio lungo le strade di Nizza



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