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La "Gioia" di correre
di Sandro Pecatelli, 26/09/2011

racconti estivi dalla costa romagnola

La costa romagnola, le mattine in estate, è uno spettacolo di podisti, lo è anche la sera ma in misura minore. Gioia, podista amatoriale, si alzava per girare le gambe alle otto di mattina e il lungomare era pieno di podisti, si alzava alle sette e il lungomare (bellissime e invitanti le piste ciclabili) era pieno di podisti, si alzava alle sei e ancora tanti podisti. Ognuno correva, altri andavano in bici, altri sui pattini, altri camminavano, alcuni camminavano con i bastoncini (da neve) e mi pare lo sport si chiami ‘summer nordic running’. Se guardava verso la riva vedeva correre sulla sabbia, qualche giorno si è inoltrata per le vie trafficate della cittadina e anche lì in tanti a correre schivando passanti, bici e macchine.

I giardini (parchi) di Roma, Milano, Bologna, Pisa, Catanzaro, Palermo sono pieni di podisti. L’Italia tutta corre come l’Olanda, la Germania, l’Inghilterra nonché gli U.S.A. (inventori del Jogging). Gli asiatici corrono ma quando si sono messi a correre gli Africani e i Giamaicani il mondo si è stravolto. Lì è caldo e la fatica si sente di più ma questi corrono come se volassero, forse non sentono il caldo o forse è questo a farli andare tanto forte!

Lungo la costa romagnola, in estate, pochi corrono con i misuratori di velocità e indicatori di sforzo. E’ come se cercassero la libertà! Non vogliono nulla appresso, solo se stessi e il vento in faccia. Ognuno corre in modo personale, abbigliato in modo personale, ai ritmi personali e secondo il gusto personale. Gioia ha visto fare pochi lavori specifici ma di gente in movimento ne ha visto tanta. Ha pensato che corressero per non ingrassare, dato il clima vacanziero e la rinomata e squisita cucina romagnola, ma sicuramente correvano per il solo piacere innato dell’uomo di muoversi.

Lei stessa ricorda di non aver mancato una sola mattina all’appuntamento durante il breve soggiorno, e, una sola una volta si è messa il contapassi con l’unico scopo di misurare la distanza e appurare una curiosità superflua. (Si conosce bene e intuisce il proprio ‘passo’ cosi bastava due conti e la distanza è lì.)
Neanche la stanchezza le impediva di spalancare gli occhi e tutti sanno le ore piccole che si fanno in estate nelle località balneari. Gioia voleva essere libera da ogni ansia e non si è portata nessuno orologio che potesse svegliarla. Eppure all’approssimarsi dell’alba gli occhi si aprivano comunque, metteva le scarpette, prendeva un veloce caffè, espresso naturalmente, e via a ritmare il ‘passo’ e godersi il giorno che lentamente iniziava.

Gioia ci metteva un po’ a trovare il giusto ritmo per non sentire fatica, penso dovuto alla stanchezza delle lunghe ore sveglia, ma quanto piacere poi! Era felice perché era in vacanza e in vacanza erano tutti quelli che incontrava a fare quel che lei faceva. Non usciva alla stessa ora così capitava di trovare il sole già alto che scottava. Lei ama il caldo e salvo le giornate afosissime lo cerca sempre. In cuor suo si può sentirla dire: “Grazie amico sole, grazie di cuore. Se non fosse per te quanto freddo e quanto grigiore nel mondo!”

Gioia amava vedere il lungomare svegliarsi e iniziare una nuova piacevole e lunga giornata. Il mare è sempre lì, a volte è sereno altre è agitato ma non manca mai. C’è oggi, c’era ieri e ci sarà sempre. Potrebbe scomparire la terra ma lui no.Gioia ama correre passando di fronti ai tanti stabilimenti, ama vedere il lento risveglio dei chioschi. Sono tante le operazioni prima che uno stabilimento possa accogliere dignitosamente i bagnanti come aprire le cabine, spazzare, posizionare i giochi, accendere i servizi di ristoro, eccetera, eccetera ma il bagnante raramente se ne accorge perché lui è lì per riposarsi ed essere distratto. Il lavoro è tanto e lunghe sono le ore ma il personale non lo fa pesare onde non tradire il proprio compito. E’ sorridente, disponibile e prova a trasmettere la leggerezza del clima vacanziero.

Un piacere particolare, lei lo prova nel passare dinanzi a tutti gli stabilimenti di una cittadina che solitamente vanno dal 1 al 100 anche se sono di meno perché alcuni sono accorpati quindi è facile leggere Bagno 1, Bagno 2 e poi Bagno 5, 6, 7, 8 e poi 11. Tanti colori, tante forme e tutto per divertire la vista e far felice l’animo.

Finita la passeggiata mattutina Gioia torna in albergo, fa una colazione vera e poi giù in spiaggia per la tintarella. Ma si sa sotto l’ombrellone si socializza e capita pure di sentire: ‘ avete visti quanti podisti sul lungomare ma chi glielo fa fare? la vacanza è fatta per riposare!’ Spesso ha sentito affermazioni simili e sempre dentro di se rideva. Non lo faceva per scherno o irrispettosa verso le altrui opinioni. Lei sapeva quello che loro non potevano sapere ed è quello che ogni podista scopre dopo qualche mese di allenamento. ‘Si può correre senza fatica, anzi divertendosi, se non si va oltre il proprio limite. Muoversi senza affanno, quasi a non percepire la fatica, è di un piacere estremo e gratificante. In pratica ogni mattina lei si divertiva e loro a pensare che faticava. E’ per questo che dentro di se rideva.

C’è un proverbio, forse di Frate Indovino, che dice "chi risparmia sudore non risparmia dolore" e parafrasando "non risparmiare sudore così trovi gioia e soddisfazione". Lei l'aveva letto da qualche parte e non se l’era più dimenticato.




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