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Triathlon a Candia... prima dell’Ironman di Nizza
di Fabrizio Terrinoni, 02/06/2007

Questo breve resoconto è per raccontarvi del Campionato Italiano di Triathlon sulla distanza denominata “doppio olimpico”, che ha avuto luogo a Candia Canavese (TO) il 13 maggio … “ma come”, penserà qualcuno, “che c’entra? Abbiamo appena corso la Race e Villa Adriana e tu ci parli di triathlon?”.

E certo, perché di queste due gare sono già in molti che ne stanno scrivendo più e meglio di me, ed anche perché spero sempre che tra i trecento ed oltre iscritti alla Podistica ce ne sia almeno uno che un giorno avrà la curiosità di affiancare alla corsa anche il nuoto e la bici.

Allora, questa distanza è così chiamata appunto perché è doppia rispetto a quella che è stata corsa alle Olimpiadi di Sidney e di Atene (1.500 m di nuoto, 40 km di ciclismo e 10 km di corsa), ed io ho scelto di parteciparvi anche perché l’ho ritenuta essere una buona tappa di avvicinamento all’Ironman di Nizza del 24 giugno, al quale sono iscritto.

Come tutti sanno si comincia con il nuoto, che nell’occasione veniva svolto nel lago di Candia (sarebbe più indicata la dizione “stagno di Candia”), strutturato su due giri da 1.500 m con un breve tratto di corsa sulla terra ferma tra il primo ed il secondo giro. Questa volta, con circa 550 partenti, c’è stata meno lotta selvaggia allo start in acqua rispetto a quanto avviene negli Ironman, dove il branco di tonni può essere composto anche da più di 2.000 capi, mentre qualche problema si è presentato al momento di uscire dal lago, sia tra i due giri sia alla fine della frazione natatoria, in quanto dovevamo issarci su un molo senza la possibilità di darci la spinta sul fondo perché non si toccava, operazione che ci faceva sembrare come le foche quando passano dal nuotare nel mare all’arrancare sulla banchina di ghiaccio.

Appena guadagnata la stazione eretta ho potuto verificare sul mio orologio il tempo impiegato ed ho subito pensato: “cacchio (… più o meno) quanto c’ho messo!! Ma non erano tre km, saranno stati almeno 3,3!” e correndo verso la bici grido all’amico Luca che vedo tra gli spettatori: “ma era lungo!” e lui di risposta: “lunghissimo!!” Solo che dopo avermi così rinfrancato mi è sembrato che abbia guardato chi gli stava intorno con una espressione tipo: “E cosa volete che gli dicessi?”.

Dubbioso, prendo la mia bici acchittata da guerra, e cioè con manubrio da crono, ruota lenticolare posteriore e a quattro razze anteriore, indosso il caschetto aerodinamico e parto per i due giri da 40 km previsti per la frazione ciclistica, approfittando del percorso da “passistone”, che mi si addice, per recuperare parecchie posizioni.

Peccato che i giudici non abbiano assolutamente fatto rispettare il divieto di scia che vige in queste gare più lunghe, per cui ho assistito alla formazione di diversi grupponi con gente nelle retrovie che si faceva portare fischiettando con una margherita in bocca.

Infine la terza frazione, quella a piedi, era strutturata su tre giri da 6,6 km, corsi per la maggior parte su uno sterrato pieno di pietroni aguzzi che si conficcavano dolorosamente nelle piante dei piedi, e che mi hanno fatto addirittura rimpiangere i sampietrini delle nostre amate gare casalinghe.

Grazie ad un parziale di corsa di 1h 20’22’’ sono riuscito a risalire ancora in classifica, fino ad approdare dalla 216° posizione dopo il nuoto alla 94° finale con un tempo complessivo di 4h 30’21’’.

Che dire, è stata una bella trasferta, in un bel posto, come al solito mi sono divertito … ma il triathlon su questa distanza è troppo corto!!




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