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Il mio Ironman 70.3 di Pescara - la gara "Perfetta"
di Mario Rogerio Dos Santos Galvao, 24/06/2017

Anche se in realtà "la Gara" non è Pescara ma l'Ironman di Nizza, Pescara rientrava nel terribile programma di allenamenti predisposto dal mio Coach, Fabio Pierantozzi. Giusto due parole su di lui: uno strano mix di "testa fra le nuvole", passione, e scienziato maniacale. Ha teorie scientifiche su tutto, raccoglie dati, osserva diagrammi, predispone per me programmi di allenamento veramente estremi, cercando di proteggere le mie ginocchia, e devo dire che ho ottenuto moltissimo con il suo aiuto, questo mi spinge a fare praticamente tutto ciò che mi chiede (tranne la dieta, come dice Aurélie!). A Pescara scoprirò che è anche un "tenerone".

Partiamo il venerdì, oramai da diverse settimane sento la stanchezza degli allenamenti, ho ottenuto anche buoni risultati nelle gare, ma sono un po' giù di morale: nonostante l'impegno e la fatica, nel nuoto non riesco ad ottenere miglioramenti, la "testa" ogni tanto mi abbandona... comunque... sono a Pescara!!! L'Ironman è sempre una bella emozione! È piacevole girare per le strade, sentirsi parte di questa manifestazione internazionale, incontrare gli amici, conoscere finalmente gli amici di Facebook. L'umore era decisamente migliorato, avevo anche provato il percorso insieme a Fabio (la gara la farà anche lui) ed è proprio adatto a me, un saliscendi veloce. L'atmosfera era proprio positiva, la sera Aurélie vince la gara podistica, Jessica ci prende in giro: “meno male che c’è Aurèlie a vincere qualcosa, che se fosse per voi...” Sabato sera siamo nell'appartamento affittato da Fabio a ripassare le metriche di gara, Aurélie ci prepara una mitica cena, anche quella è stata parte del successo della gara.

È mattina, sono in griglia con altre 1500 persone... il mare è mosso... il mio “mostro” si è materializzato, la preoccupazione cresce con l'attesa che mi sembra lunghissima, stanno cambiando il percorso per le avverse condizioni del mare.
Due metri davanti a me c’è Alex Zanardi, lui ha un espressione spaventata, stranamente prendo coraggio: Zanardi per me è il mito, un uomo invincibile che ha affrontato e affronta quotidianamente le prove più dure della vita, ed ha paura, come me.
Partono i Pro, poi Zanardi, poi noi. Quest'anno facevano partire 5 atleti ogni 5 secondi, devo ammettere che anche questo mi ha dato coraggio, ho potuto fare la mia gara concentrato, senza dovermi preoccupare di 'sopravvivere' nella mischia. Ero concentrato, non ho bevuto, sono uscito dall'acqua, tutto sommato bene, e correvo verso la prova in cui sapevo che avrei dato il meglio: la frazione in bici.
Percorso adatto a me e così è stato, ne ho superati diversi! La corsa invece sarebbe stata insidiosa, il caldo era veramente troppo e la paura di crollare c'era tutta, io mi attenevo scrupolosamente alle indicazioni del Coach.
Durante il percorso incrocio Jessica che mi urla “Dajeeee ...sei quindicesimo!” ma io ero solo preoccupato di arrivare, e poi le posizioni non contavano, ci avevano fatto partire scaglionati, conta il tempo. Se fossi stato un po' lucido avrei capito che era vero, eravamo partiti scaglionati, ma io ero partito molto più tardi dei Pro, quindi stavo facendo un “garone”!

E finalmente la gioia del traguardo, che non significava solo avercela fatta, ma anche aver domato “il mostro”, aver fatto una gara al meglio delle mie possibilità, aver ripreso il controllo su quella “testa” che a volte mi abbandona... per questo l'ho chiamata la gara perfetta!!! È arrivata al momento giusto, a farmi ritrovare la fiducia in me. 13° assoluto, 1° di categoria e 2° age group.
Il Coach si è messo a piangere (in fondo è anche un tenerone) e devo ammettere che un po' ho pianto anche io!




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